<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1><A title=""
style='href: "http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/01/02/news/alba_legionella_in_carcere_detenuto_ricoverato_in_coma_farmacologico-130522616/"'
target=_self><FONT face="Times New Roman">Alba: legionella in carcere, detenuto
ricoverato in coma farmacologico</FONT></A></H1><IMG
alt="Alba: legionella in carcere, detenuto ricoverato in coma farmacologico"
src="http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-torino/2016/01/02/173026695-990ec31f-91e4-4c13-9e41-08f7a6c8bb89.jpg"
itemprop="image"><BR><BR><BR><FONT face="Times New Roman">Il Sappe denuncia:
"Non è il primo caso in quella struttura e siamo rimasti in
emergenza"<BR><BR></FONT><FONT face="Times New Roman"><SPAN
style='itemprop: "articleBody"'>Resta ancora in coma farmacologico il detenuto
del carcere di Alba ricoverato l’altra notte all’ospedale San Lazzaro dopo aver
contratto la legionella. L'ultimo in ordine di tempo dei casi riscontrati visto
che negli ultimi mesi ad avere contratto la malattia erano stati anche un agente
di polizia penitenziaria e un altro detenuto.<BR>"Non è il primo caso alla casa
di reclusione di Alba. Abbiamo più volte sollecitato l’Amministrazione
penitenziaria a fare verifiche della struttura a salvaguardia del personale e
della popolazione detenuta. Non abbiamo mai ottenuto risposte concrete - afferma
Vincente Santilli, segretario regionale del Sappe in Piemonte-. E' paradossale e
sorprendente che per una struttura così venga addirittura richiesto al personale
di Polizia Penitenziaria che vive in caserma il pagamento
dell'alloggio''.<BR><BR>E mentre la prognosi del detenuto a fine pena
ricoverato la mattina di Capodanno resta riservata arrivano le accuse del Sappe:
"La situazione nelle carceri resta allarmante: altro che emergenza superata",
denuncia il Segretario Generale del <STRONG>Donato Capece</STRONG>. "Dal punto
di vista sanitario è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di
settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei
detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le
malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei
presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari
(17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici
(10%). Altro che dichiarazioni tranquillizzanti, altro che situazione tornata
alla normalità".<BR>Conclude Capece: "La Polizia Penitenziaria continua a
‘tenere botta’ alle emergenze penitenziarie. Ma è sotto gli occhi di tutti che
servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di violenza che ogni giorno
coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle
carceri italiane e le costanti problematiche del
settore".</SPAN><BR><BR><BR><BR>LA REPUBBLICA PIEMONTE - TORINO<BR></FONT>
<H1><A title=""
style='href: "http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/01/02/news/inchiesta_tso_soldi_ammanettato_anche_durante_la_rianimazione-130532291/"'
target=_self><FONT face="Times New Roman">Inchiesta Tso, Soldi ammanettato anche
durante la rianimazione</FONT></A></H1><IMG
alt="Inchiesta Tso, Soldi ammanettato anche durante la rianimazione"
src="http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-torino/2016/01/02/200913520-9dcd4839-4ac5-47ec-abec-803356cb5416.jpg"
itemprop="image"><BR><BR><BR><FONT face="Times New Roman">Chiusa l’indagine per
i quattro indagati di omicidio colposo. Le testimonianze raccolte dagli
investigatori tra i medici del Maria Vittoria<BR><BR></FONT><SPAN
style='itemprop: "articleBody"'><FONT face="Times New Roman">Ammanettato anche
al pronto soccorso, mentre i medici dell’ospedale Maria Vittoria tentavano
l’ultima, disperata, rianimazione. Andrea Soldi, il paziente psichiatrico, morto
il 5 agosto durante un Tso a Torino non solo è arrivato coricato a pancia in giù
e ammanettato, ma anche al pronto soccorso gli agenti della polizia municipale,
indagati dalla procura di Torino per omicidio colposo assieme allo psichiatra
che ha richiesto l’intervento, si rifiutarono di togliere le manette
all’uomo.<BR><BR>Nei giorni scorsi, il pm Raffaele Guariniello, come uno degli
ultimi atti prima della pensione, ha chiuso l’indagine per i quattro indagati e
ora dalle testimonianze raccolte dagli investigatori tra i medici del Maria
Vittoria emerge un comportamento quanto meno strano da parte dei tre agenti del
“nucleo mirati” dei vigili urbani: per più di un minuto i “civich” si
rifiutarono di togliere le manette a soldi e anche se i dottori chiesero due
volte che fosse liberato questi tergiversarono, nella versione fornita dagli
agenti perché non si trovava la chiave, e solo quando un medico alzò la voce
finalmente tolsero a Soldi le manette.<BR><BR>L’uomo però era già in arresto
cardiaco, secondo le consulenze raccolte dalla procura a causa della manovra con
cui fu prima immobilizzato e poi caricato sull’ambulanza, e le operazioni di
rianimazione dei sanitari si rivelarono vane. La catena di errori, che parte,
secondo l’accusa, dalla scelta dello psichiatra di richiedere un trattamento
sanitario obbligatorio senza autorizzazione del sindaco nei confronti di un
paziente che non si mostrava violento, è continuata sia durante l’intervento in
piazza Umbria che all’ospedale e la responsabilità per gli investigatori
ricadrebbe sia su chi l’ha fisicamente ammanettato che su chi “guidava” le
operazioni.</FONT></SPAN></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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