<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1>noi non vogliamo che l’industria siderurgica del nostro paese</H1>
<DIV>noi vogliamo il potere operaio </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>slaicobas per il sindacato di classe</DIV><IMG
alt="Ilva, Cornigliano riparte con tappi e scatolette"
src="http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-genova/2015/12/27/131219602-b6b22881-6b84-4184-95c5-8a3fc6e6bdd0.jpg"
width=642 height=204><BR><BR><BR><FONT face="Times New Roman">Privati più
vicini: Regione e sindacati pronti a dar battaglia. Il 7 gennaio il consiglio
straordinario, l'11 la protesta<BR><BR>Ma il gruppo prova a ripartire a
Cornigliano tappi e scatolette</FONT><SPAN style='itemprop: "articleBody"'><FONT
face="Times New Roman"> </FONT>
<DIV></DIV><FONT face="Times New Roman">SONO sempre quelle due parole al centro
del rilancio possibile, banda stagnata. Perché l'Ilva di Cornigliano può tornare
a essere un grande stabilimento, e non una struttura che cerca di sopravvivere
come può, ma a condizione che chi comanda e dispone dei mezzi per sostenere
l’attività, decida di investirci sul serio. Chiusa con l’accordo di programma
l’attività fusoria, Cornigliano si è concentrata sull’attività di laminazione
dei rotoli d’acciaio prodotti dallo stabilimento di Taranto. E dare valore
aggiunto al prodotto può realmente essere una carta vincente. D’altra parte, la
gestione commissariale sta tentando con molta fatica e qualche primo risultato
di seguire questa strada. Ora al timone operativo dell’azienda ci sono nuovi
manager e il portafoglio ordini è tornato a salire. Più 20% a novembre rispetto
a ottobre, che già aveva fatto registrare un più 23% su settembre. Nei giorni
scorsi, poi, l’Ilva si è aggiudicata la gara bandita dalla Snam (vecchio cliente
che è tornato) per la fornitura di 45 chilometri di tubi, valore 5 milioni, non
certo una cifra astronomica ma un segnale che si può tornare protagonisti del
mercato siderurgico, mentre in tanti già confidavano di potersi togliere di
mezzo un concorrente. </FONT>
<DIV><BR><FONT face="Times New Roman">La strategia dei vertici del gruppo è tesa
ora a valorizzar e prodotti tecnicamente più “verticalizzati”, ad alto valore
aggiunto, come i tubi saldati e rivestiti (ormai un quinto della produzione).
Una politica che per la prima volta ha fatto scendere il fabbisogno di cassa a
20 milioni di euro al mese. Sono tornati anche gli investimenti in nuove
tecnologie e macchinari e anche Cornigliano ha beneficiato di questo nuovo
scenario. Intendiamoci, la situazione resta critica e difficile, ancor più dopo
il pronunciamento di Bruxelles sulla procedura d’infrazione e la decisione del
governo di vendere il gruppo. Ma in attesa che le scelte della politica facciano
il loro corso, conta il lavoro. E a Cornigliano, come si diceva all’inizio,
molto può arrivare dal rilancio della banda stagnata, sempre annunciato e che
ora dopo anni comincia a dare segnali concreti.</FONT></DIV>
<DIV><BR><FONT face="Times New Roman">Da gennaio a novembre, infatti, sono
prodotte oltre 80mila tonnellate di banda stagnata e cromata per 60 milioni di
euro di ricavi. Quanto si pensava di fare in tutto l’anno, mentre invece si
chiuderà più su, a 90mila tonnellate. Sono numeri che rappresentano solo un dato
di partenza, visto che valgono poco più del 10% del mercato italiano (stimato in
800mila tonnellate), ma che per questo possono garantire ampi margini di
crescita, anche perché ci si rivolge a un mercato ricco quale quello
dell’industria agroalimentare, in particolare del “Food Cans e” dei “Tappi
Corona”, di cui l’Ilva detiene già una quota del 30%. L’Ilva è di fatto tornata
sul mercato da fine 2014, riuscendo non solo a consolidare il suo bacino
storico, Italia, Spagna e tutta l’area del Mediterraneo, ma ad ampliarlo con
nuovi paesi come Francia e Stati Uniti.</FONT></DIV>
<DIV><BR><FONT face="Times New Roman">Inevitabilmente, riuscire a proporre un
prodotto e un servizio migliori, si traduce in nuovi clienti, come il colosso
“Crown Cork and Seals”, leader mondiale nel packaging metallico, con cui è stato
siglato un nuovo contratto di fornitura che scatterà nel 2016. Ed è proprio qui
che ci si prepara a giocare una bella fetta del rilancio di tutto il gruppo. In
questo settore, infatti, servito principalmente proprio dallo stabilimento di
Cornigliano, su cui è sempre alta l’attenzione delle principali multinazionali
del packaging sia sugli aspetti tecnologici che su quelli logistici, il gruppo
sembra voler giocare un ruolo ancor più strategico allargando la gamma dei
prodotti verso il mercato delle capsule e dei coperchi “easy
open”.</FONT></DIV></SPAN><BR></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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