<div dir="ltr"><h1 class=""><span style="color:rgb(204,0,0)">COP21: la conferenza mondiale dell'ipocrisia capitalista</span></h1><p><img src="cid:ii_ihqxhdsm0_1516a5f55157abde" height="264" width="471"><br></p><p class="">Domenica 29 novembre, a
Parigi, in Piazza della Repubblica, il governo Hollande ha dato ordine
di reprimere e spazzare via ogni dissenso alla grande farsesca
rappresentazione delle potenze mondiali in difesa del clima (COP21). In
nome della “finta” sicurezza per tutta la giornata si sonno succedute
cariche e centinaia di arresti. Le mobilitazioni, sostenute in
particolare dalle organizzazioni di sinistra, tra le quali NPA e
Alternative Libertaire, hanno cercato di portare un forte segnale di
lotta anticapitalista al grande processo di restaurazione mondiale, dove
il clima fa da cornice teatrale.
<br>Il messaggio che questa conferenza vuole imporre al consenso
universale sarebbe quello che il capitalismo è l’unico mezzo e l’unico
percorso possibile per fermare la catastrofe ambientale che esso stesso
ha generato e che sta perseguendo. La causa diventa anche la mitologica e
falsa soluzione.
<br>Un recente studio della Banca Mondiale è sfacciatamente
agghiacciante nella sua stessa crudezza. Il senso è questo: è
improrogabile gestire l'impatto del cambiamento climatico sulla povertà,
dove sono a rischio le comunità più povere del mondo. Secondo questo
rapporto, se non si interviene subito in un supporto alla difesa
ambientale sul controllo climatico, più di 100 milioni di esseri umani
saranno gettati dal benessere alla povertà estrema entro il 2030, e le
comunità oggi più povere verranno cancellate per sempre. Si parla di
grandi numeri, che sfiorano il miliardo di persone.
<br>Questo studio arriva in sintonia con un piano dell’ONU in 17 punti
tanto propagandato anche dai maggiori media vicini agli interessi dei
principali colossi finanziari prima dell’apertura dei lavori del COP21
di Parigi. Il primo degli obiettivi di sviluppo concordati dalle Nazioni
Unite è quello di «porre fine alla povertà in tutte le sue forme in
tutto il mondo».
<br>La tappa intermedia nell'ambito del presente obiettivo è quello di
dimezzare il numero di persone che vivono in condizioni di povertà e
sradicare la povertà più estrema entro il 2030.
<br>Il termine di estrema povertà è definito per quegli individui che
vivono con meno di 1,25 dollari al giorno. Attualmente è stimato un
miliardo di persone in questa categoria.
<br>
<br>Il messaggio tanto strombazzato dalla Banca Mondiale è questo: se
continuiamo sul nostro attuale percorso di riscaldamento rapido, con
conseguente disuguaglianza crescente, gli obiettivi ambiziosi come
quelli indicati saranno impossibili da raggiungere.
<br>La realtà è molto peggiore di quella descritta.
<br>L’impatto più grave verrà attraverso la picchiata dei rendimenti in
agricoltura. Secondo studi macroeconomici i raccolti potrebbero
diminuire a livello mondiale fino al 5% entro il 2030 e fino al 30%
entro il 2080.
<br>Il calo dei rendimenti ha la conseguenza di generare un rapido
aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, che nel 2008 avevano spinto
spinto tra l’altro circa cento milioni di persone nella povertà più
nera. Un altro studio citato nella relazione della Banca Mondiale rivela
che in molte parti dell'Africa e dell'Asia l’adeguamento dei prezzi
legati al clima potrebbe aumentare i tassi di povertà per le famiglie
del 20-50%. Questa situazione sarà aggravata dall'impatto dei
cambiamenti climatici sugli ecosistemi.
<br>Il rapporto non tenta lo stesso tipo di quantificazione degli
effetti in questo settore, e non è preso in considerazione in cifre
importanti sulla povertà. Tuttavia, si osserva che l'impatto potrebbe
essere catastrofico per le piccole nazioni insulari o le zone costiere a
livello delle acque oceaniche, che saranno rese completamente
inabitabili a più lungo termine.
<br>La crescente frequenza di eventi meteorologici estremi e le
catastrofi naturali come siccità, inondazioni e incendi è un altro
ambito di fortissima preoccupazione. La relazione sottolinea che lo
scenario di alte temperature al suolo (l'ondata di caldo in Europa nel
2003 si stima che abbia ucciso più di 70.000 persone) sarà costante fino
alla fine del XXI secolo .
<br>Secondo il rapporto, il numero di giorni di siccità potrebbe
aumentare di oltre il 20% nella maggior parte del mondo entro il 2080.
Ci sono poi le possibili devastanti inondazioni, con il numero di
persone esposte in aumento fino al 15% entro il 2030 e fino al 29% entro
il 2080.
<br>
<br>L'ultimo aspetto preso in esame nella relazione è la salute. Le
malattie che colpiscono in modo sproporzionato le comunità più povere,
come la malaria e la diarrea, dovrebbero aumentare con il riscaldamento
globale. Secondo il rapporto, l’ aumento di 2 ° C o 3 ° C potrebbe
accrescere il numero di persone a rischio per la malaria del 5%, che in
termini assoluti sarebbero 150 milioni di persone.
<br>I morti per l'inquinamento sono in decisa crescita. Il rapporto cita
uno studio che dimostra che il cambiamento climatico potrebbe causare
in un solo anno 100.000 morti premature associate all'esposizione alle
microparticelle e morti prematuri associati all'esposizione all'ozono in
più di 6.000.
<br>Inoltre, le deforestazioni in nome del profitto, come per le immense
aree dell’Indonesia depredate per la produzione dell’olio di palma, o
dell’Amazzonia, destinate all’allevamento di bestiame; le intere aree
nordamericane devastate dalla produzione dello shale gas, sono solo la
punta dell’iceberg della rapida diminuzione del polmone di ossigeno
delle grandi foreste.
<br>
<br>Questo è il futuro ci aspetta in un mondo di rischi ambientali e di riscaldamento globale.
<br>I paesi più ricchi, quelli appunto le cui attività economiche hanno
contribuito di più al cambiamento climatico, saranno in grado di
scongiurare gli effetti peggiori. I paesi poveri, già in precaria
esistenza, saranno sempre più minacciati: catastrofi naturali, fame e
malattie diventeranno la normalità, da cui ci sono poche possibilità di
uscita.
<br>
<br>La Banca Mondiale indica ai governi di trovare rapidamente soluzioni
per costruire strutture di sostegno, infrastrutture, sanità, benessere e
quant’altro possa aiutare le comunità povere ad adattarsi agli effetti
dei cambiamenti climatici. Accanto a questo, si sostengono misure, quali
gli investimenti nelle energie rinnovabili e dei trasporti pubblici,
che possono aiutare a raggiungere l'obiettivo di limitare il
riscaldamento a lungo termine tra 2 e 3 gradi Celsius.
<br>
<br>Obbiettivi assolutamente logici ma decisamente falsi, perché di
fronte alla crisi climatica ed ambientale il sistema capitalistico non
arretrerà di un centimetro per limitare il profitto delle imprese, delle
multinazionali, con le sue bolle speculative e gli immensi paradisi
fiscali.
<br>
<br>Perché la richiesta di andare verso un sistema energetico fatto di
energie rinnovabili è una pura chimera? La risposta la da la stessa
Banca Mondiale quando palesa, smentendo se stessa, che tutti questi
investimenti, risorse e progetti sono più convenienti se utilizzati
nelle comunità e nei paesi più ricchi piuttosto che in quelli poveri, e
lasciando quindi questi ultimi al loro destino.
<br>Questo è il cuore del problema. Il capitalismo è centrato sul
profitto, e quindi il capitale si dirige dove questo è più alto, più
rapido e più replicabile. Le potenze economiche continueranno a seguire
gli stessi percorsi senza avere nessun riguardo verso l’ambiente e la
salvaguardia delle popolazioni più povere e del loro territorio.
L’analisi della Banca Mondiale, però, può fornire qualche informazione
sulle minacce economiche che il cambiamento climatico rappresenta per il
mondo più povero.
<br>Ma le prescrizioni “bancarie” contenute nella relazione, come la
costruzione di nuove infrastrutture per la mobilitazione di risorse
private, coinvolge implicitamente i soliti attori con i soliti metodi:
neocolonialismo, guerre e territori depredati.
<br>
<br>Hollande, Obama e perfino reazionari come Erdogan riciclano la loro
immagine a Parigi diventando improvvisamente paladini dei poveri. <br></p><p class="">La
grande farsa sta proprio in questa grottesca immagine.
<br>Solo il cambiamento del modello di società in senso socialista può
fermare la barbarie e raggiungere l’equilibrio tra i bisogni umani e
l’ambiente. Solo l’abbattimento del capitalismo e del dominio della
classe borghese può salvarci dalla catastrofe.
<br>
<br>
<br>«<em>Quel che ora si deve fare è di dirigere con piena coscienza
tutta la forza del proletariato contro le principali fortezze della
società capitalistica. In basso, dove ciascun imprenditore ha di fronte a
sé i suoi schiavi salariati, in basso dove tutti gli organi esecutivi
del dominio politico di classe si trovano di fronte all'oggetto del loro
dominio, alle masse, là dobbiamo passo passo strappare dalle mani dei
nostri dominatori i loro strumenti di potere e porli nelle nostre mani.</em>» Rosa Luxemburg, 1919</p>
<h5 class="">Ruggero Rognoni</h5><p><span style="color:rgb(255,0,0)"><b>PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI</b></span></p><p><span style="color:rgb(255,0,0)"><b><img style="margin-right: 0px;" src="cid:ii_ihqxjau01_1516a60b5bbed636" height="141" width="141"><br></b></span><br></p><p><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a><br></p></div>