<div dir="ltr"><h1 class=""><span style="color:rgb(204,0,0)">Contro reazionari e terroristi. <br></span></h1><h1 class=""><span style="color:rgb(204,0,0)">Contro l'imperialismo e il fascismo islamico. <br></span></h1><h1 class=""><span style="color:rgb(204,0,0)">Per un nuovo internazionalismo</span></h1><p><img src="cid:ii_igzsae0e0_151088ae33f9c221" height="275" width="471"><br><br></p><p><span style="color:rgb(204,0,0)">La guerra vigliacca di questi giorni e di questi anni ha contagiato
l'Europa. IS e fondamentalismo islamico sono il prodotto dei macelli
dell'Occidente imperialista in Medioriente e in Africa. Gli interessi
dei lavoratori non stanno da nessuna parte che non sia quella della loro
unità e della loro organizzazione, oltre ogni frontiera e religione.
L'unico argine contro il capitalismo e i mostri che genera.</span></p><p class="">La guerra è arrivata nelle
strade, nelle piazze e nei teatri d’Europa. La guerra vigliacca di
questi giorni e di questi anni. La guerra che colpisce civili e
innocenti: a caso, senza fronti e senza confini. La guerra che da troppo
tempo si combatte in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Libia ed in
Egitto, in molti paesi africani ed asiatici. Una guerra che travolge
città, famiglie e popolazioni.
<br>
<br>Questa guerra l'ha iniziata l'Occidente capitalista e imperialista.
IS e fondamentalismo islamico sono stati rilanciati, se non prodotti,
dai ripetuti interventi militari in Medioriente: dai bombardamenti e
delle missioni “di pace”. Americane. Francesi. E italiane. Interventi
che negli anni hanno sostenuto dittatori e repressioni sanguinarie,
hanno abbattuto resistenze popolari e forze progressiste, hanno
distrutto paesi e tessuti sociali, hanno aperto la strada alla crescita
dell’integralismo religioso. La competizione per la conquista
dell'egemonia all'interno del campo integralista ha sospinto la corsa al
rialzo verso le barbarie. Ha creato un nuovo “fascismo islamico”, un
movimento reazionario armato che si è dotato di un suo progetto
totalitario fondamentalista (il grande Califfato), con pratiche
sanguinarie di terrore che pratica verso ogni opposizione e resistenza,
interna ed esterna.
<br>
<br>In questa guerra, le linee del fronte si frammentano e si
confondono. IS e fondamentalisti sono stati supportati e protetti dalle
monarchie del Golfo e servizi occidentali. Probabilmente lo sono ancora.
Perché reazionari, fondamentalisti, dittatori e terroristi combattono
da entrambe la parti. Al centro di questa guerra non c’è alcun
principio, alcuna civiltà, alcuna religione. Ci sono solo interessi
economici e politiche di potenza, che polarizzano identità ed
appartenenze per utilizzarle come strumenti dei loro giochi d’interesse.
<br>
<br>In questa guerra, invece, gli interessi e le identità della classe
lavoratrice e di quelle popolari sono travolti. Da tutti. Schiacciati
dalla militarizzazione, dall’imbarbarimento crescente, dalle miserie
della guerra, dalla distruzione delle strutture economiche e
dall’esplosione dei fanatismi identitari. Annullati anche dalla
confusione dei fronti: dalla costruzione di larghe alleanze, a base
etnica o religiosa o nazionale. Fronti popolari o nazionali nei quali
gli interessi e le identità dei lavoratori e delle lavoratrici sono
sempre retrocesse, scolorite e poi annullate. In nome di altre priorità,
immaginari e progetti politici. Quelli delle proprie borghesie, dei
propri apparati militari, o delle potenze imperialiste.
<br>
<br>Per questo siamo a fianco dei morti e delle famiglie. A Parigi. Come
a Beirut, a Sinjar, ad Aleppo o a Kobane. In Africa ed in Asia. Le
centinaia di migliaia di morti di questa lunga guerra.
<br><b>Per questo NON siamo nelle piazze di queste ore.</b> Quelle piazze
unitarie e tricolori, in solidarietà dei “fratelli francesi”. Il
silenzio, la commozione e l’unità di queste ore, come quella dopo
l’attentato di Charlie Ebdo, permette solo alla canea reazionaria di
crescere ed imporsi anche nei nostri territori. Proponendo ancora
identità e polarizzazioni, cristiane ed europee, umane o civili.
Appartenenze utili solo a continuare questa guerra, a rilanciare gli
interessi imperialisti di questa o quella potenza.
<br>
<br>Per fermare la guerra, invece, dobbiamo colpirne gli interessi che
la muovono. Dobbiamo opporci agli interventi imperialisti. Di pace e di
guerra. Anche quelli italiani. Dobbiamo denunciare gli interessi
particolari, come quello della nostra ENI che non casualmente è presente
in tutti questi fronti di guerra. Dobbiamo combattere le politiche di
grande e di piccola potenza, sorrette dalla competizione capitalista e
dalla necessità di rafforzare i propri apparati produttivi capitalisti.
<br>
<br><b>La sola risposta alle guerre e al terrorismo è l’unità dei
lavoratori e dei popoli. Al di là delle rispettive origini, del colore
della pelle, della religione, delle frontiere. Ritrovare i propri
interessi e le proprie identità di classe, per battersi insieme contro
chi li sfrutta e li sottomette. Per farla finita con questo sistema
capitalista, che crea la barbarie. <br></b></p><p class=""><b>Per una rivoluzione socialista, che
superi confini e conflitti nazionali.</b></p>
<h5 class=""><span style="color:rgb(255,0,0)"><font size="4">Partito Comunista dei Lavoratori</font></span></h5><p><img style="margin-right: 0px;" src="cid:ii_igzscs4u1_151088c982e3b3df" height="141" width="141"><br></p><p><font size="4"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></font><br></p><p><br></p><p><br></p></div>