<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<DIV class=ls-articolo>
<DIV class=ls-articoloTitolo>
<H3><FONT face="Times New Roman">per i casalesi c’è troppa disparità tra i
malati e ritornano a Roma per protestare </FONT></H3></DIV>
<DIV class=ls-articoloWrapperImmagine><FONT face="Times New Roman">L’11 novembre
un nuovo presidio davanti alla sede del ministero del Lavoro per chiedere altra
giustizia e l’equo trattamento a chi si è ammalato di mesotelioma per
esposizione ambientale e famigliare oppure professionale<BR><IMG title=""
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<P class=ls-articoloDidascalia><FONT face="Times New Roman">Alcuni manifestanti
e familiari delle vittime dell’amianto davanti alla Cassazione un anno
fa</FONT></P></DIV></DIV>
<DIV class=ls-articoloLinksImmagine></DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV class=ls-articoloSuperIntestazione>
<DIV class=ls-articoloIntestazione><FONT face="Times New Roman"><SPAN
class=ls-articoloDataPubblicazione>01/11/2015</SPAN> <SPAN
class=ls-articoloOcchiello></SPAN></FONT></DIV>
<DIV class=ls-articoloAutore itemprop="author">
<DIV style="OVERFLOW: hidden">
<DIV style="FLOAT: left"><FONT face="Times New Roman">silvana
mossano</FONT></DIV></DIV></DIV>
<DIV class=ls-articoloLuogo itemprop="contentLocation"><FONT
face="Times New Roman">casale monferrato </FONT></DIV></DIV>
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<DIV class=ls-articoloTesto itemprop="articleBody">
<P><FONT face="Times New Roman">«Signor ministro, l’11 novembre saremo davanti
alla sede del suo dicastero in via Veneto per <SPAN class=nero>manifestare il
dissenso verso il decreto che lei ha emanato sull’accesso al Fondo vittime
dell’amianto dei malati civili di mesotelioma</SPAN>». I casalesi l’avevano
preannunciato che sarebbero tornati a Roma perché l’estensione dei benefici a
chi si ammala a causa dell’amianto, anche se costituisce uno spiraglio
innovativo e positivo (rispetto a 23 anni di silenzio) è assolutamente
insufficiente e squilibrata. Nella lettera che l’Afeva (Associazione famigliari
e vittime amianto), i sindacati nazionali Cgil, Cisl e Uil, l’Aiea (Associazione
italiana esposti amianto) e l’Anmil (Associazione invalidi) hanno inviato ieri
al ministro del Lavoro Giuliano Poletti si spiegano chiaramente i motivi del
dissenso. Provvedimento insufficiente: <SPAN class=nero>«Le risorse dedicate non
bastano per riconoscere adeguate risposte alle vittime civili e non sono chiare
inoltre le modalità con cui sono stati ricostruiti i dati dei malati di
mesotelioma attuali e futuri»</SPAN> spiega Bruno Pesce, portavoce del Comitato
Vertenza Amianto di Casale. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">E, poi, sperequazione tra le vittime: «Ai
cittadini che si sono ammalati di mesotelioma per esposizione ambientale o
famigliare viene riconosciuta una cifra una tantum di 5600 euro - spiega Nicola
Pondrano, della Cgil, e attualmente presidente del Fondo vittime, istituito come
ramo specifico dell’Inail -: in questo modo è <SPAN class=nero>evidente lo
squilibrio rispetto a chi contrae la stessa patologia, ma per esposizione
professionale, e che ha diritto a una prestazione economica modulata nel tempo,
a sostegno del reddito dell’ammalato e, dopo, di quello dei
famigliari</SPAN>». </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN class=nero>Nessuna
consultazione</SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">A Poletti viene contestato, tra l’altro, di «non
aver interpellato gli organi amministrativi del Fondo prima di emettere il
decreto»: a dire che, se si fosse informato bene, gli sarebbe stato prospettato
un quadro più chiaro e preciso, anche nei numeri e nelle proiezioni di casi di
mesotelioma per i prossimi anni. <SPAN class=nero>Ricordiamo che, purtroppo, si
è ancora in una fase ascendente verso il picco di malati individuato intorno al
2020 </SPAN>(se non intervengono, prima, delle cure adeguate a rallentare o
debellare l’infausta patologia). </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Insistono Pesce e Pondrano, a nome di tutti i
firmatari della lettera: «Crediamo sia necessaria una più dignitosa applicazione
di una legge che dovrebbe rendere orgoglioso il nostro Paese quando lo Stato
riconoscerà un indennizzo per la mancata tutela della salute e della sicurezza
dei cittadini rispetto all’amianto». </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><SPAN class=nero>Appuntamento a
Roma</SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Quindi: <SPAN class=nero>mercoledì 11 novembre
si va a Roma a fare un presidio al ministero, sintesi eloquente del messaggio
che si vuole trasmettere: «Chiediamo un incontro urgente al fine di sanare le
incongruenze contenute nel Decreto».</SPAN> </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Sembra di tornare a venticinque anni fa, quando
di manifestazioni nella capitale non ne bastò una soltanto. Alcuni di quei
casalesi, che c’erano allora, tornano adesso, altri se ne aggiungono. Allora
ottennero la legge (1992) che vietò l’amianto in tutta Italia. E più di recente,
tra novembre e dicembre dello scorso anno, i casalesi sono tornati a Roma due
volte: la prima a incassare quella che è stata definita sentenza choc della
Cassazione sul maxi processo Eternit, la seconda, pochi giorni dopo, per
chiedere allo Stato un «risarcimento» per quella sconfitta. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Adesso è ora di ripartire con la stessa tenacia.
</FONT><BR></P></DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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