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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 class=entry-title><FONT size=3>serve una mobilitazione come quella della
rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul
territorio</FONT></H1>
<H1 class=entry-title><FONT size=3>contattaci</FONT></H1>
<H1 class=entry-title><A href="mailto:bastamortesullavoro@gmail.com"><FONT
size=3>bastamortesullavoro@gmail.com</FONT></A></H1>
<DIV class=entry-title>347-1102638</DIV>
<H1 class=entry-title> </H1>
<H1 class=entry-title><A
style='href: "http://www.operaicontro.it/?p=9755733804"' rel=bookmark><FONT
face="Times New Roman">Isochimica di Avellino, un crimine pari a quello di
Casale Monferrato. </FONT></A><IMG
title="Isochimica di Avellino, un crimine pari a quello di Casale Monferrato. Perché nessuno ne parla?"
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alt="da controlacrisi.org Si terrà il prossimo 10 novembre la nuova udienza preliminare del maxi processo sull’Isochimica di Avellino, appena cominciato. Tra gli operai (intervista a Carmine Di Sio) c’è un […]"
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face="Times New Roman">1</FONT></DIV></LRC></LR></DIV>
<P><FONT face="Times New Roman">da controlacrisi.org</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Si terrà il prossimo 10 novembre la nuova
udienza preliminare del maxi processo sull’Isochimica di Avellino, appena
cominciato. Tra gli operai (</FONT><A
style='href: "http://www.spreaker.com/user/8365717/domandando-23-ott-de-sio-isochimica"'><FONT
face="Times New Roman">intervista a Carmine Di Sio</FONT></A><FONT
face="Times New Roman">) c’è un moderato ottimismo. Il pericolo della
prescrizione, tuttavia, non è del tutto da scartare. E per scongiurarlo servono
la mobilitazione e la pressione dell’opinione pubblica. Anche se non si è
conquistata il clamore del caso Eternit, l’Isochimica è un altro “buco nero”
nella triste vicenda dell’amianto in Italia.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">“Ci avete rovinati per il profitto. Dopo 30
anni, pensavate di farla franca”, si leggeva su uno dei cartelli affissi dagli
ex operai dell’Isochimica davanti al centro sociale “Samantha Della Porta” di
Avellino, dove pochi giorni fa davanti al Gup Fabrizio Ciccone, si è tenuta
l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio di 29 persone per
reati che vanno dall’omicidio colposo plurimo al disastro ambientale
doloso.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">“Malati di cancro per colpa delle Ferrovie dello
Stato” e “Grazie per questa mattanza, vergognatevi di esistere”, si leggeva su
un altro. Per il momento sono venti gli addetti morti nel corso degli anni per
patologie contratte dalla esposizione all’amianto, ma il timore è che si tratti
di un bilancio provvisorio. “Grattavamo l’amianto a mani nude e senza alcuna
protezione”, raccontano i lavoratori. Isochimica, ancora di più rispetto a
Casale Monferrato, l’amianto lo ha sparso in tutto il territorio. Si stima che
solo nell’area aziendale che sorge a poca distanza dalla stazione di Avellino e
quindi in pieno centro abitato ci siano 2.200 tonnellate di amianto. Lo
“smaltimento” consisteva nel deporre sacchetti di nylon pieni di polvere del
pericoloso minerale appena sotto il primo strato di terra sia all’interno
dell’azienda sia, come si spera che accerteranno le indagini, in molte
discariche improvvisate nel territorio. Un libro, “il silenzio della polvere”
racconta questo scempio.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Alla richiesta di costituzione di parte civile,
non a caso, si sono presentate molte associazioni come Legambiente e Libera,
oltre all’Aiea, associazione quest’ultima che in Piemonte è in prima linea nel
processo alla Eternit di Casale Monferrato.<BR>Tra i reati c’è anche quello di
falso in atto pubblico e omissione in atti di ufficio. Oltre a Graziano, ci sono
infatti molti amministratori locali che si sono avvicendati nella gestione delle
procedure di messa in sicurezza e bonifica. Elio Graziano, il boss di
Isochimica, per portare avanti quello che poi si è rivelato essere un progetto
di morte, aveva costruito negli anni ottanta solidi legami con tutti i settori
politici e amministrativi che contavano. Graziano, tanto per rinfrescare la
memoria, fu, non a caso, il patron di quell’Avellino calcio che riuscì strappare
clamorosi successi. E quindi a guadagnarsi la fama di intoccabile.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Proprio pochi giorni fa è arrivata ad Avellino
la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse ai
reati ambientali. Ne è uscito un quadro drammatico, con al centro l’emergenza
della bonifica. Eh già, perché tra le “incongruenze” di questa strana storia di
morte c’è anche quella di un avvelenamento ancora attivo di cui nessuno intende
occuparsi seriamente.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">“Anche alla luce della rigorosa e dettagliata
relazione resa dal Procuratore Cantelmo alla Commissione d’inchiesta sugli
illeciti ambientali, è indispensabile procedere con urgenza alla bonifica
dell’area ex Isochimica di Avellino, superando conflitti di competenze e pastoie
burocratiche: migliaia di persone sono tuttora esposte al rischio di gravissime
patologie polmonari causate dal l’amianto, non si può giocare con la vita della
gente”, ha dichiarato il deputato Angelo Antonio D’Agostino. “C’e’ la
convinzione – spiega il presidente della commissione parlamentare Alessandro
Bratti – che la classificazione come Sito di interesse nazionale faccia arrivare
milionate per la bonifica. Non e’ cosi'”. Incredibilmente, c’e’ un contenzioso
aperto sulla proprieta’ del sito, che e’ ancora privata e che il Comune di
Avellino vorrebbe acquisire per progredire alla bonifica. E intanto la gente
muore.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">L’azienda di Elio Graziano fu chiusa nel 1988
dal pm della Procura di Firenze, Beniamino Deidda: a lui si erano rivolti alcuni
operai che, tre anni prima, avevano commissionato uno studio all’Università
Cattolica del Sacro Cuore. In quella relazione sono contenuti gli elementi che
27 anni dopo sono alla base del processo.</FONT></P>
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<br /><br />
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