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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 class=titolo-h1><FONT face="Times New Roman">Processo Michelin, “ammine
usate in stabilimento non cancerogene”</FONT></H1>
<DIV class=occhiello-articolo><FONT face="Times New Roman">Ultime repliche al
processo Michelin per omicidio colposo e lesioni personali. Ribadita la tesi
della difesa: “il pubblico ministero non ha portato prove a sostegno
dell'accusa”. Gli 8 casi di malattia per i quali è stata chiesta la condanna
sarebbero stati determinati dal fumo di sigaretta. Per l'accusa: “non si può
escludere una concausa dell'ambiente di lavoro”</FONT></DIV>
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<DIV class=testo-articolo>
<DIV align=justify><IMG hspace=4 alt="" vspace=4
src="http://www.alessandrianews.it/immagini_articoli/201509/734230648_rsz_20150928_105346.jpg"
width=250 align=left height=214><FONT face="Times New Roman">ALESSANDRIA – Dal
quel punto non ci si schioda e, alla fine, sarà <B>il giudice a dover
determinare se c'è stata una responsabilità dei cinque indagati, ex dirigenti e
direttori dello stabilimento Michelin di Spinetta Marengo</B>, nell'insorgere
delle malattie tumorali di otto dipendenti, parti lese al processo che si sta
svolgendo davanti al tribunale di Alessandria. <BR>Ieri è stata la volta
delle<B> requisitorie finali degli avvocati della difesa </B>Fulvio Simoni e
Gianandrea Anfora. <BR>Due i punti su cui si basa la difesa: nello stabilimento
non erano usate sostanze cancerogene, come le ammine aromatiche e, secondo
punto, i dipendenti ai quali è stato diagnosticato un tumore (ai polmoni o alla
vescica) erano fumatori. <BR>Dal '72 all'84, in verità, nel ciclo produttivo
degli pneumatici erano utilizzate tre tipi di ammine, “ma non classificate come
cangerogene”, specifica l'avvocato Simoni. <BR>Ci potevano essere delle
“contaminazioni da residui” di altre sostanze? “<B>Non furono mai rilevate</B>”,
afferma la difesa. <BR>L'avvocato Anfora è critico su tutta la linea: “si fa
fatica a trovare un elemento di solidità accusatoria” in tutto il procedimento
che, a suo avviso, avrebbe dovuto terminare in fase preliminare.<BR>Le
consulenze prodotte per l'accusa – dice ancora - “non hanno spiegato il rischio
concreto” al quale sarebbero stati stati sottoposti i lavoratori. E rileva come
molti di essi “erano forti fumatori”, fino a 50 sigarette al giorno.<BR>Se non è
provata la concasualità tra sostanze respirate all'interno dello stabilimento
durante la lavorazione, non è provato neppure il contrario, ossia che le
malattie furono causate esclusivamente dalle sigarette, ribadisce il <B>pubblico
ministero Marcella Bosco</B>, nella replica finale. <BR>Il nodo da dirimere,
secondo il pubblico ministero, è quello di stabilire se il datore di lavoro ha o
non ha messo in atto tutte le misure cautelative per rendere sicuro l'ambiente
di lavoro e i dipendenti edotti dei rischio. <BR>Spetterà al giudice Catalano
stabilirlo. La sentenza dovrebbe essere pronunciata alla prossima udienza,
fissata per <B>il 15 dicembre</B>, subito dopo le ultime controrepliche degli
avvocati per il responsabile civile Michelin.</FONT></DIV></DIV>
<DIV class=cont-data-art> </DIV></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
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