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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000"><FONT
face="Times New Roman"><STRONG>La lettera di una delegata di Milano contro la
scelta di svolgere all'Expo il Direttivo nazionale della Confederazione.
L'indirizzo è alla segreteria nazionale e al direttivo. E' stata spedita pochi
giorni fa...</STRONG><BR><BR>apprendo solo da notizie diffuse sui social network
che la CGIL ha deciso di tenere la prima giornata del Direttivo Nazionale presso
la sede EXPO di Milano il prossimo lunedì 5 ottobre 2015 . </FONT>
<P><FONT face="Times New Roman">Con la presente sono qui, in qualità di
iscritta, RSU eletta nelle liste della CGIL e componente del Direttivo FP
Lombardia ad esprimere profondissimo dissenso verso tale scelta.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Userò giusto tre aggettivi per
definirla:</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">inaccettabile: perché fa finta di non vedere che
EXPO abbia rappresentato lo sdoganamento del lavoro gratuito e precario, la
compressione del diritto di sciopero tramite ricorso costante alla
precettazione, il ricorso alla schedatura per le opinioni politiche,
l’esaltazione del bene della Nazione e del primato dell’immagine che manda in
deroga diritti e tutele, i turni massacranti, le irregolarità e i lavoratori
morti nei cantieri, il pretesto per la campagna mediatica di denigrazione di un’
intera classe giovanile, la rinuncia al primo maggio.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Per restare sui temi del lavoro e non voler
allargare la visuale prospettica al debito, alla speculazione sui territori,
alle inchieste della Magistratura che meriterebbero una riflessione a
parte</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">irrispettosa: perché è irrispettoso spendere
soldi degli iscritti per pagare ai componenti di un Direttivo una visita al
Paese dei balocchi ( mi risulta, ma spero di essere smentita, che nessuno dei
convocati debba pagare di tasca propria un biglietto d'ingresso ) ed è
irrispettoso schiacciare con decisioni dall’alto malumori già espressi e
formalizzati nelle sedi competenti da pezzi sindacali interni sin dall’accordo
firmato a luglio 2013.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">normalizzatrice: perché va da sé che la scelta
di un luogo sia anche la consacrazione della legittimità di quel luogo e
l’archiviazione delle contraddizioni ( a voler essere gentili) di cui quel luogo
è portatore. A ciò si aggiunga che il modello lungi dall’essere un unicum
irripetibile si appresta ad essere rieditato col prossimo Giubileo.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Mentre scrivo si sente ancora l’eco del
linciaggio mediatico alle lavoratrici e ai lavoratori del Colosseo e la
richiesta di Fincantieri Palermo di far sottoscrivere ai lavoratori la rinuncia
al diritto di sciopero.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Guardate un po’, proprio in virtù della
eccezionalità della commessa si realizza lo sgretolamento di un diritto
costituzionale. L’eccezione, di cui EXPO è paradigma conclamato, si fa regola e
asfalta tutto, compresi diritti indisponibili e di rango
costituzionale.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">L’attacco al mondo del lavoro è condito da
invidia sociale, da conflittualità indotta che mette contro cittadini e
lavoratori: era proprio necessario svolgere un Direttivo Nazionale, che si
dovrebbe preoccupare di imbastire una massiccia mobilitazione contro chi su
queste restrizioni dei diritti aumenta i propri profitti, proprio nel santuario
della precarietà e dello sfruttamento?</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">E non mi convincono affatto le giustificazioni
di chi dice dobbiamo stare vicino ai lavoratori EXPO.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">A quanto ne so l’odg di convocazione del
Direttivo non prevede alcuna forma di partecipazione dei lavoratori, di
mobilitazione o di focus su dinamiche sviluppatesi a EXPO in questi mesi. Non si
sta vicino ai lavoratori legittimando con incontri a platea selezionata il
dispositivo derogatorio in cui lavorano. Lo si fa creando assemblee nei luoghi
di lavoro, organizzando scioperi per il miglioramento delle condizioni
materiali, invitando i lavoratori a parlare ai Direttivi, riempiendo le piazze
di contenuti, segnando anche nella scelta dei simboli una linea distintiva tra
capitale ( multinazionali) e lavoro.</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Di Vittorio ci aveva insegnato a non toglierci
il cappello davanti al padrone</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Cordialmente</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Dafne Anastasi</FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">RSU e componente Direttivo Funzione Pubblica
CGIL Lombardia</FONT></P></DIV></DIV>
<br /><br />
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<table style='border-collapse:collapse;border:none;'>
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