<HTML><HEAD></HEAD>
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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H2> </H2><IMG alt="Il cantiere della tragedia (Dino Ferretti)"
src="http://www.ilsecoloxix.it/rw/IlSecoloXIXWEB/basso_piemonte/foto_trattate/2015/09/18/DSCN9999-H150916182037-003-k3FC--673x320@IlSecoloXIXWEB.jpg"
width=673 height=320><BR><FONT face="Times New Roman">Il cantiere della
tragedia<BR><BR></FONT>
<P><FONT face="Times New Roman">Borghetto Borbera - Un’intera valle si è stretta
attorno alla famiglia di<B> Paolo Daglio, 39 anni</B>, artigiano edile, morto
folgorato in un cantiere a Borghetto Borbera. «Non abbiamo parole, non riusciamo
ancora a crederci», dice uno dei fratelli, Alessandro. Lui è stato tra i primi,
ieri pomeriggio dopo le 15, a raggiungere il luogo dell’incidente, in via Roma,
dove sono in costruzione una serie di villette. Paolo aveva acquistato una di
queste. Era quasi terminata. Avrebbe dovuto stabilirsi nella nuova casa a breve,
insieme alla moglie Martina e al figlio di 7 anni, Tommaso. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><B>Il piccolo imprenditore stava lavorando alla
sua abitazione e, contemporaneamente, a quella del vicino</B>. Con due
collaboratori stavano facendo una gettata di calcestruzzo per terminare il muro
di cinta. «Avevano quasi finito, mancavano si e no due metri». Ora il cantiere e
i macchinari sono sotto sequestro. La Procura della Repubblica di Alessandria ha
infatti aperto un fascicolo. Al momento nessuno risulta indagato. I carabinieri
hanno già ascoltato i due collaboratori, che erano presenti al momento
dell’incidente e che hanno dato l’allarme, e il manovratore della pompa. Sempre
ieri il medico legale, su disposizione del pubblico ministero Marcella Bosco, ha
effettuato un primo esame all’obitorio dell’ospedale di Novi Ligure. Si attende
in queste ore la decisione sulla necessità di eseguire la vera e propria
autopsia, oppure il nulla osta per le esequie. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman">Non sembrerebbero esserci dubbi, tuttavia,
<B>sul fatto che a provocare l’arresto cardiaco sia stata una scarica
elettrica</B>. Resta da capire cosa sia accaduto in quegli istanti. Dalla prima
ricostruzione sembra che Daglio stesse impugnando la pompa. Il mezzo avrebbe
accidentalmente calpestato o colpito un cavo di cantiere, dove la corrente passa
a 380 volt. Lo stesso mezzo avrebbe quindi fatto da “conduttore” della</FONT><A
title="Click to Continue > by WordShark" class=aivlmane
style="Z-INDEX: 2147483647"
href="http://www.ilsecoloxix.it/p/basso_piemonte/2015/09/18/ARazLvzF-mirino_folgorato_cantiere.shtml#8977415"><FONT
face="Times New Roman"> scarica<IMG
src="http://cdncache-a.akamaihd.net/items/it/img/arrow-10x10.png"></FONT></A><FONT
face="Times New Roman">. Piovigginava e il clima era umido, circostanza che
potrebbe aver aggravato la situazione. </FONT></P>
<P><FONT face="Times New Roman"><B>Il cantiere procedeva velocemente, proprio
perchè c’era il timore che potesse iniziare a piovere più forte</B>. Sul luogo
dell’incidente sono giunti anche i tecnici dello Spresal, il servizio di
prevenzione dell’Asl: resta da accertare se l’artigiano indossasse o no gli
adeguati presidi. Dalle testimonianze emerge tuttavia come Daglio indossasse
scarpe antifortunistiche. Ieri, davanti alle villette in costruzione, la madre
Lucrezia e la moglie Martina erano sconvolte dal dolore. A Martina è toccato
spiegare al piccolo Tommaso che il padre non tornerà più, che «è volato in
cielo», magari in moto, una delle passioni che Paolo condivideva con la
famiglia. Solo qualche giorno prima erano stati, insieme, ad assistere ad una
delle prove di corsa su pista al Mugello. Nato a Buenos Aires, dove si era
trasferito il nonno paterno, Paolo Daglio era tornato ancora piccolo in Italia,
insieme ai genitori, Lucrezia e Alessandro, e i fratelli, Alessandro, Carolina e
Annibale.</FONT></P></DIV></DIV>
<br /><br />
<hr style='border:none; color:#909090; background-color:#B0B0B0; height: 1px; width: 99%;' />
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