<div dir="ltr"><img src="cid:ii_iel8r2qy0_14fd0a32361b0456" width="562" height="295"><br><br><div><div class="">
<h1 class=""><font color="#cc0000">Grecia ed Europa: il punto di vista
dell’EEK</font></h1></div>
<div class="">
<h2 class="">Un'intervista a Michael-Matsas Savas, segretario
dell'EEK (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori), a cura di Stefano Macera,
pubblicata su "Il pane e le rose". (<a href="http://www.pane-rose.it">http://www.pane-rose.it</a>) </h2></div>
<h5 class="">14 Settembre 2015</h5>
<div class="">
<p class=""><i><font color="#cc0000">L'EEK (Partito Rivoluzionario dei Lavoratori) è
un'organizzazione rivoluzionaria, trotskista, sezione greca del Coordinamento
per la Rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI). È stato fondato nel 1963
con il nome di EDE (Lega Internazionalista dei Lavoratori), diventato EEK nel
1985. Per oltre cinque decenni l'EEK è stato ed è attivo nel movimento operaio,
tra i giovani e i movimenti sociali, a livello nazionale e internazionale,
ininterrottamente prima, durante e dopo la dittatura militare (1967-1974) fino
ad oggi. A partire dal 1977 ha partecipato con i suoi candidati alla maggior
parte delle elezioni parlamentari, locali ed europee. Da quando la crisi
capitalista mondiale scoppiata nel 2007/2008 ha colpito con un impatto
devastante la Grecia, l'Europa e le regioni del Medio Oriente e del Nordafrica,
l'EEK ha ospitato tre Conferenze internazionali euro-mediterranee, ad Atene,
convocate dal Centro Socialista dei Balcani "Christian Rakovsky", dal sito
RedMed e dalle sezioni europee del CRQI. Alle conferenze hanno partecipato
decine di organizzazioni dei lavoratori di diversi paesi e di tutti i
continenti, e appartenenti a differenti tradizioni della sinistra
rivoluzionaria, al fine di esaminare la situazione politica ed esplorare le
possibilità di azioni comuni a livello internazionale. La prima Conferenza
euro-mediterranea - giugno 2013 - si è tenuta all'indomani della ribellione di
Gezi Park; la seconda - marzo 2014 - nel bel mezzo degli sconvolgimenti in
Ucraina; la terza, nel luglio 2015, al culmine della crisi dell'eurozona e nel
momento della capitolazione di Tsipras e del governo di Syriza al terzo, nuovo
programma di selvagge misure di austerità imposto da UE, BCE e FMI ad un già
depredato popolo greco. <br><br>Nella conversazione con Michael-Matsas Savas,
segretario dell’EEK, siamo partiti proprio da quest’ultima Conferenza, dal suo
significato politico generale e dalle prese di posizione ad essa legate. Salvo
entrare, poi, nel merito della situazione politica delineatasi in Grecia negli
ultimissimi mesi, foriera di molte opportunità per chiunque non intenda
accettare le compatibilità sistemiche. Del resto, nella scelta del nostro
interlocutore ha pesato, oltre al rifiuto di logore opzioni riformiste, la
convinzione che non è possibile intervenire seriamente in uno scenario come
quello greco – rivelatore della natura stessa dell’UE capitalista ed
imperialista – senza dotarsi di chiavi di lettura che includano le vicende
nazionali in un quadro più ampio e ponendosi al di fuori di una stabile rete di
rapporti con altre realtà della sinistra di classe a livello europeo e
globale.</font></i></p><div class=""><p class=""><b>Il 18-20 luglio, ad Atene, si è tenuta la terza
Conferenza internazionale euro-mediterranea: ce ne puoi spiegare, intanto, gli
obiettivi di fondo? </b><br>La domanda centrale, come sottolineato nel titolo
dell'appello della conferenza, è stata: "Quale Europa?". L'inasprimento
drammatico della crisi fra UE/BCE/FMI da un lato e Grecia dall'altro, nel
giugno-luglio 2015, e la successiva capitolazione finale del governo di
"sinistra" di Tsipras, sono stati oggetto di un attento approfondimento. Nella
risoluzione finale, unanimemente approvata, si è insistito sul fatto che non si
è trattato solamente di un momento dello sviluppo della vicenda greca, ma di una
svolta cruciale in ciò che è accaduto dopo la crisi capitalistica globale del
2008, con specifico riferimento al fallimento dell'intero progetto di
integrazione dell'Unione Europea. Gli obiettivi e lo scopo della terza
Conferenza, in questo senso, erano: a) discutere come questa svolta influenzi,
in modi, forme e gradi diversi, le condizioni di vita e le lotte della classe
lavoratrice e delle masse impoverite d'Europa, del Medio Oriente e del
Nordafrica; b) sviluppare ed allargare ulteriormente la rete internazionale
delle organizzazioni dei lavoratori partecipanti alle conferenze; c) elaborare
un programma comune di rivendicazioni transitorie; d) esplorare le possibilità
di pianificare azioni comuni internazionali; e) riflettere sulla questione del
tipo di organizzazione rivoluzionaria necessaria per l'oggi. <br><br><b>Qual è
stata la sua articolazione concreta? </b><br>Ci sono state sessioni plenarie con
relazioni e dibattiti, e il lavoro di alcune commissioni per la risoluzione
presentata l'ultimo giorno della Conferenza e sottoposta a discussione,
emendamenti e voto finale. <br><br><b>Perché si è deciso di tenere la Conferenza,
per la terza volta consecutiva, in Grecia? </b><br>Oltre a motivi logistici e
organizzativi, è evidente che Atene sia il luogo ideale e più indicato per una
conferenza che si tiene nel momento in cui la Grecia è diventata il punto focale
della crisi globale e dell'attenzione politica mondiale. <br><br><b>Alla fine
dell'appello di indizione della Conferenza vi è una piattaforma, che ha tra i
suoi punti qualificanti parole d'ordine comuni a gran parte della sinistra di
classe a livello continentale: la cancellazione del debito, il rifiuto dei piani
di austerità della trojka e l'eliminazione della NATO ecc. In quale progetto
complessivo, però, s'inseriscono queste rivendicazioni e, soprattutto, chi sono
i soggetti sociali e politici che le debbono portare avanti? </b><br>Proprio perché
i punti programmatici avanzati sia nell'appello iniziale che nella risoluzione
finale sono comuni a molte organizzazioni a livello internazionale, è più che
necessario e urgente, oggi, un fronte unico di lotta e di solidarietà di queste
collettività. Un fronte che può e deve includere organizzazioni di classe e di
sinistra, movimenti che combattono contro tutte le forme di oppressione e
discriminazione, collettivi e gruppi di lavoratori come quelli che portano
avanti l'occupazione delle fabbriche e dei posti di lavoro e che sperimentano
forme di autogestione... ecc. <br><br><br><b>Dalla Conferenza sono usciti – oltre
ad appelli – anche proposte di campagne politiche da portare avanti a livello
continentale? </b><br>Alcune decisioni e passi iniziali sono stati presi per una
campagna internazionale contro la disoccupazione e l'austerità e per la
solidarietà agli immigranti contro la fortezza Europa, oltre che per una
conferenza contro la guerra da tenere nel 2016. <br><br><b>Oggi, nella sinistra di
classe greca ed internazionale, vi è un serrato dibattito sulle scelte di
Tsipras, che ha capitolato di fronte ai diktat della trojka. La Conferenza come
si è rapportata a questa discussione: in particolare, quale messaggio ha
lanciato a tanti militanti, legati in particolare a Syriza, che si sono sentiti
traditi? </b><br>C'è stata un'ampia e ricca discussione sull'intera, contraddittoria
esperienza di Syriza, da forza politica sostenuta e portata al governo
dall’aspettativa popolare di mettere fine all'austerità, fino alla capitolazione
alla troika del gruppo dirigente legato a Tsipras, contro la volontà popolare
espressa nel modo più forte dalla spettacolare vittoria del "no" al referendum
del 5 luglio. Non ignoriamo affatto i combattivi militanti di Syriza che si sono
sentiti traditi, e abbiamo fatto appello a loro non solo affinché rompano con i
capitolatori, ma anche perché traggano insieme a tutti i militanti combattivi
del movimento operaio e della sinistra rivoluzionaria la lezione necessaria che
deriva da questa vicenda, per procedere verso un'autonoma direzione
rivoluzionaria e internazionalista. La "Dichiarazione di solidarietà al popolo
greco contro il terzo pacchetto di austerità" pubblicata e fatto circolare dopo
la Conferenza, firmata da centinaia di intellettuali e attivisti politici di
sinistra e dei movimenti di tutto il mondo, è stata una forte risposta politica
non solo alla capitolazione di Tsipras e degli intellettuali a lui vicini a
livello internazionale, ma anche al memorandum stesso. <br><br><b>Anche a sinistra,
la vicenda greca è spesso interpretata come espressione di uno scontro tra le
nazioni ricche dell’Europa del Nord e le nazioni povere dell’Europa del
Mediterraneo, escludendo qualsiasi riferimento alla lotta di classe a livello
interno e continentale. C’è che si spinge a proporre la costituzione di un
blocco di Stati che faccia da contrappeso all’arroganza della Germania, potenza
egemone a livello continentale. Voi cosa pensate di simili letture? </b><br>L'EEK,
così come tutti i partecipanti alla terza Conferenza euro-mediterranea, si
oppongono alla linea nazionalistica e reazionaria che oppone le nazioni
dell'Europa del sud alla Germania e al nord Europa. Ci sono due Germanie, due
Grecie, due Europe: la Germania e la Grecia dei capitalisti, e la Germania e la
Grecia dei lavoratori e delle classi subalterne; così come un'Europa capitalista
e imperialista ed un'Europa degli sfruttati e degli oppressi. Il nostro
obiettivo strategico è la rottura dell'UE imperialista attraverso la
mobilitazione di massa delle sue vittime e l'unificazione su basi socialiste
dell'Europa, da Lisbona a Vladivostok. <br><br><b>Sul finire di agosto Tsipras si è
dimesso e sono state fissate elezioni legislative per il 20 settembre. Qual è,
secondo voi, il senso di questa mossa del leader riformista e come vi
rapporterete alla prossima scadenza elettorale? </b><br>Il governo Tsipras è
collassato a causa dell'indignazione e della rabbia popolare prodotte dalla sua
capitolazione alla troika. Il gruppo dirigente riunito intorno a Tsipras ha
ignorato persino il suo stesso partito, i suoi organi eletti, la possibilità di
tenere un congresso straordinario per discutere della firma al terzo memorandum
ecc., e Syriza è implosa. Ne è seguita una serie di scissioni alla sua sinistra,
che sono ancora in corso: l'ex Piattaforma di sinistra ha fondato Unità
Popolare, alla quale si stanno unendo ora l'ex Presidente del parlamento Zoe
Konstantopoulou e i suoi sostenitori in qualità candidati indipendenti nelle sue
liste, alle prossime elezioni. L'organizzazione giovanile di Syriza ha
dichiarato che appoggerà "tutte le liste radicali e anticapitaliste", e ha
abbandonato a sua volta Syriza sviluppando relazioni con la sinistra
rivoluzionaria... C'è un generale riallineamento di forze che parte da settori
che hanno lasciato Syriza e comprende pure una notevole minoranza della più
radicale Antarsya (Coalizione di sinistra anticapitalista), anch'essa confluita
nel blocco della sinistra riformista chiamato "Unità Popolare". Dal canto suo,
ridadendo l'opzione della totale indipendenza di classe, l'EEK ha formato un
blocco elettorale con la maggioranza della stessa Antarsya, insieme ad altri
militanti ed attivisti indipendenti della sinistra rivoluzionaria, e si sta
preparando per le decisive, storiche lotte che seguiranno le elezioni anticipate
e per opposi al prossimo governo pro-memorandum di coalizione, non importa se
guidato da Syriza o dalla destra.</p></div><p class="">
</p><h5 class="">Intervista a cura di Stefano Macera</h5><div><font size="4"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></font></div></div></div></div>