<div dir="ltr"><h1 class=""><font color="#cc0000">Il fenomeno Corbyn</font></h1><div><img src="cid:ii_iel8zre50_14fd0a953d85e6cd" width="544" height="408"><br>Una nuova stella compare nel firmamento dell'immaginario
riformista. Dopo Tsipras arriva Jeremy Corbyn. I gruppi dirigenti della sinistra
riformista italiana ( e non solo) si aggrappano a un nuovo mito per cercare di
risollevare le proprie fortune. Ma, come sempre, alimentano illusioni senza
futuro. <br></div><div class=""><p class=""><br>La vittoria di Corbyn nelle primarie del Labour Party inglese ha
un indubbio significato politico. Registra la disfatta del blairismo e una
chiara pressione a sinistra di larga parte della base del partito. Le burocrazie
sindacali delle Trade Unions, anch'esse colpite dal lungo corso di Blair, ed
oggi sotto l'attacco di Cameron, si sono schierate a fianco di Corbyn per
risollevare il proprio peso politico e sociale all'interno del laburismo. Ma a
sostegno di Corbyn si è mobilitata tanta parte della base operaia del partito, e
soprattutto una nuova leva di giovani, vero nucleo portante della sua campagna
elettorale. Un popolo della sinistra inglese, da molti anni senza
rappresentanza, ha cercato e cerca in Corbyn una propria voce. La campagna
isterica anti-Corbyn di tutti i leader blariani ha favorito il suo richiamo a
sinistra e il suo straordinario successo. La terribile crisi sociale che ha
devastato la Gran Bretagna negli ultimi decenni ha trovato un proprio parziale
riflesso indiretto nella radicalizzazione a sinistra del corpo attivo del Labour
Party. <br><br>Disgraziatamente, l'orientamento politico e programmatico di
Corbyn non è in sintonia con la profondità della crisi che lo ha incoronato.
Corbyn rispolvera in buona sostanza il vecchio programma riformista del Labour
Party pre-Blair nel momento storico in cui il compromesso “riformatore” tra
capitale e lavoro non dispone di una base materiale su cui appoggiarsi. Nè in
Gran Bretagna, né altrove. Come l'esperienza greca ha una volta di più
confermato. La stessa costituzione materiale diffusa dei gruppi dirigenti del
Labour Party e della sua rappresentanza parlamentare, selezionati e plasmati dal
blairismo, milita contro l'esperimento “riformista”. Corbyn, una volta eletto,
si appella all'unità del Labour Party. Ma proprio la ricerca di un compromesso
interno coi blairiani, rivela la debolezza del nuovo corso, già nel suo esordio,
sul suo stesso terreno riformista. <br><br>La dinamica politica che l'
affermazione di Corbyn ha aperto in Gran Bretagna presenta diverse variabili non
prevedibili. Sia nel suo impatto sullo scenario politico di prospettiva. Sia nei
suoi effetti sulle lotte sociali. Ma resta un dato di fondo: solo una
prospettiva apertamente anticapitalista potrà dare risposta reale alla domanda
di svolta di tanti lavoratori e giovani britannici. Non certo la nostalgia di un
riformismo impossibile, coi coriandoli dell'ennesima illusione.</p></div>
<h5 class=""><font color="#ff0000" size="4">Partito Comunista dei Lavoratori</font></h5><div><font color="#ff0000" size="4"><img src="cid:ii_iel917sr1_14fd0aa5d6572104" width="141" height="141" style="margin-right: 0px;"><br><br></font></div><div><font color="#ff0000" size="4"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></font></div><div><br></div></div>