<div dir="ltr"><h1 class=""><span style="color:rgb(204,0,0)">Ipocrisia europea e migrazioni di massa</span></h1><p><br></p><p><img src="cid:ii_ie91ivtt0_14fa4aa313702307" height="265" width="471"></p><p class="">Regna sovrana l'ipocrisia dei governi europei di fronte alle migrazioni di massa.
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<br>L'accordo eventuale che sembra profilarsi in sede UE sulla questione
migratoria non è affatto la svolta “umanitaria” che viene rappresentata
per effetto di una improbabile “svolta etica” tedesca. La Germania
imperialista capofila dello strozzinaggio del popolo greco non si è
trasformata improvvisamente in custode degli oppressi. E nemmeno lo
hanno fatto gli altri paesi capitalistici europei. La Germania ha scelto
semplicemente di fare necessità virtù: integrerà i siriani, per
equilibrare il calo demografico, usandoli come esercito industriale di
riserva per la propria industria e i suoi profitti; respingerà tutti gli
altri, sulla base di una discriminazione totalmente arbitraria. Altri
paesi imperialisti dell'Unione ( Francia, Spagna, la stessa Gran
Bretagna) prenderanno una quota di rifugiati, comunque irrisoria, per
salvare la faccia. Ma tutti insieme nascondono il volto vero
dell'operazione in gestazione.
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<br>Infatti , proprio questa intesa cosiddetta “umanitaria”, dietro il
paravento di una recitata commozione, cela un ulteriore pesante
inasprimento del trattamento dei migranti. La distinzione tra rifugiati e
migranti cosiddetti “economici”, già abusiva, viene ulteriormente
codificata e irrigidita. Le nuove commissioni “hot spot” previste nei
paesi di confine ( Italia, Grecia, forse Ungheria) saranno incaricate di
fare il lavoro sporco, sotto un più rigido “controllo europeo” e
qualche fondo in più: provvederanno a filtrare quote più ristrette e
selezionate di rifugiati allargando la soglia dei migranti “irregolari”
da cacciare. A fronte di una migrazione di massa proveniente totalmente
da paesi in guerra o dominati da oppressioni inumane, questo
significherà, al di là delle chiacchiere, una cosa sola: una quota
sempre più ampia di profughi e rifugiati sarà rimandata “nei paesi di
provenienza”, coi quali non a caso la UE e i singoli governi europei già
stanno attivando accordi bilaterali di reimpatrio. Si tratta
dell'annunciata condanna di una massa crescente di migranti alla fame,
alla tortura, alla morte. Perchè tornare in Eritrea, o in Mali, o in
Gambia, o in Nigeria, o in Afghanistan, o in Palestina o in Irak - i
paesi dai quali proviene la quasi totalità dei migranti approdati in
Italia nel 2015 - significa esattamente questo.
<br>
<br><b>Il capitalismo non può risolvere i problemi che crea. Ma non può
pretendere di nascondere i propri crimini dietro recite umanitarie.</b> Il
movimento operaio europeo ha davanti a sé una grande sfida. Che non è
solo quella della battaglia, comunque prioritaria, per i diritti
democratici elementari dei migranti , a partire dal diritto alla vita e
alla accoglienza, contro tutte le politiche oppressive ,
discriminatrici, securitarie, che i governi europei e i movimenti
xenofobi, praticano o sollecitano contro di essi. Ma è e deve essere
anche una battaglia anticapitalistica, attorno a rivendicazioni che
possano unire lavoratori italiani e migranti contro i comuni
sfruttatori: la ripartizione fra tutti del lavoro esistente con la
riduzione progressiva dell'orario di lavoro; grandi piani di nuovo
lavoro per opere sociali; requisizione di grandi patrimoni immobiliari
sfitti. I migranti “sono troppi” per questa organizzazione capitalista
della società basata sullo sfruttamento. Non sono troppi per un'altra
organizzazione della società, finalmente liberata dalla dittatura del
profitto.
<br><b>La lotta per un governo dei lavoratori, in ogni paese e su scala
continentale, è parte integrante della nostra battaglia al fianco dei
migranti, come di tutti gli oppressi.</b></p>
<h5 class=""><span style="color:rgb(255,0,0)"><font size="4">Partito Comunista dei Lavoratori</font></span></h5><p><img style="margin-right: 0px;" src="cid:ii_ie91jyr71_14fa4aaf6d325a2e" height="141" width="141"><br><br></p><p><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a><br></p><p><br></p></div>