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<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm"><FONT face="Times New Roman">India, dieci milioni
di lavoratori incrociano le braccia contro il "Jobs act" per il salario e contro
la disoccupazione </FONT></P>
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<P style="MARGIN-BOTTOM: 0cm"><A
style='href: "http://static.controlacrisi.org/images/auto/53/53a2df7e280fc97d78a3975876e556a8677034cbb982a025978f8490.jpg"'
target=_blank><FONT style="COLOR: #000080"><IMG border=1 name=immagini2 hspace=2
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face="Times New Roman">Fabbriche e scuole chiuse, traffico in tilt e anche
scontri in India per uno dei più grandi scioperi della storia del sub continente
asiatico. L’iniziativa è stata indetta da una decina di sindacati contro la
politica di privatizzazioni del governo del premier Narendra Modi e per la
cosiddetta riforma delle leggi sul lavoro,che prevede una forte riduzione dei
diritti a tutto vantaggio delle multinazionali straniere. La protesta ha
coinvolto una platea di oltre 150 milioni di dipendenti di banche, industrie
manifatturiere ed autisti. Secondo una stima dei sindacati vi hanno
effettivamente partecipato dieci milioni di persone. In una piattaforma di 12
punti i sindacati chiedono misure urgenti per contenere l'aumento di prezzi e
disoccupazione, ottenere una applicazione rigorosa delle leggi di base sul
lavoro, una copertura sociale assicurativa universale e salario minimo mensile
di 15.000 rupie (200 euro circa). Si chiede inoltre un miglioramento delle
pensioni, ed una sospensione sia dei disinvestimenti nelle imprese del settore
pubblico (Psu) sia della terziarizzazione dei servizi.<BR><BR>Sharan Burrow,
segretario del sindacato internazionale (Ituc), ha detto: "I piani del governo
sono di ampliare la già enorme disuguaglianza economica dell'India e rendere
ancora più difficile per i lavoratori di organizzarsi in sindacati per
proteggere i loro interessi. Con uno dei più alti tassi di crescita economica di
un paese, l'India dovrebbe concentrarsi sulle persone aiutandole ad uscire dalla
povertà e garantire la sicurezza economica per le famiglie dei lavoratori,
piuttosto che offrire ancora più benefici per i più ricchi e inchinandosi alle
esigenze degli investitori stranieri".<BR><BR>L'ottantacinque per cento delle
imprese manifatturiere in India impiegano meno di 50 dipendenti, e circa la metà
di questi lavoratori sono tenuti con contratti a breve termine con un compenso
di appena 5/6 dollari al giorno. Le proposte del governo li priverebbero di
protezioni legali vitali lasciandoli in circostanze ancora più precarie.<BR>Le
maggiori difficoltà si sono avute nei trasporti, per l'adesione alla protesta
dei dipendenti degli autobus pubblici, dei taxi e dei popolari risciò a motore
(tuc tuc). Molto attiva la partecipazione allo sciopero in West Bengala, dove si
sono avuti scontri fra i manifestanti e la polizia che ha fatto uso degli
sfollagente.<BR>I disagi più forti si sono riscontrati nello stato del Bengala
Occidentale, dove i manifestanti hanno tentato di bloccare i binari ferroviari e
hanno lanciato pietre contro le forze dell'ordine, che sono dovute ricorrere
agli sfollagente. Scontri si sono registrati anche nel distretto di Murshidabad
e di Calcutta, dove le strade sono deserte e scuole, università, banche e uffici
sono rimasti chiusi. Oltre che a New Delhi e Mumbai, lo sciopero c’è stato in
molti Stati dell'Unione (West Bengala, Kerala, Telengana, Goa e Uttar Pradesh).
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