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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 align=justify><A class=Articolo
style='href: "http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/08/13/news/muore_nei_campi_lo_trasportano_a_casa_per_mascherare_l_infortunio-120898950/"'><FONT
face="Times New Roman">lo portano a casa per mascherare
l'infortunio</FONT></A></H1>
<P align=justify><IMG
alt="Muore nei campi, lo trasportano a casa per mascherare l'infortunio"
src="http://www.repstatic.it/content/localirep/img/rep-torino/2015/08/13/081006849-0cedbd2d-4447-4536-be2c-5f6062c8b686.jpg"
itemprop="image"></P>
<P align=justify> </P>
<P align=justify><FONT face="Times New Roman">E' accaduto a Carmagnola, nel
Torinese: la vittima è un bracciante romeno che era pagato in nero. La procura
di Asti apre un'indagine</FONT></P>
<P align=justify><SPAN style='itemprop: "articleBody"'><FONT
face="Times New Roman">SUCCEDE ancora di morire sul lavoro, senza essere in
regola. E non solo al sud, anche in Piemonte. È accaduto quest'estate a
Carmagnola, famosa per la Sagra del peperone. E proprio quelli stava
raccogliendo lo scorso 17 luglio un bracciante romeno. Si chiamava Ioan Puscasu,
aveva 46 anni. Assieme al fratello lavorava da ormai quattro anni in un'azienda
agricola in via Pret. Lo hanno visto accusare un forte dolore al petto e poi
accasciarsi a terra. Prima di chiamare l'ambulanza, è stato però spostato dai
compagni in tutta fretta, forse su indicazione del titolare, nell'abitazione
accanto alla cascina che gli era stata assegnata per riposarsi nella pausa
pranzo. Sull'accaduto sono in corso le indagini dello Spresal e dei carabinieri
di Moncalieri. Ieri è stato girato in Procura ad Asti un rapporto dettagliato su
quanto avvenuto quel giorno. Quello che gli investigatori vogliono appurare è se
lo straniero sia stato portato dove viveva per farlo stendere, e quindi per
un'ingenua forma di cortesia, o sia stato invece tolto dal posto di lavoro
proprio per evitare che la verità venisse a galla. Fatto sta che quando
l'ambulanza del 118 ha raggiunto la cascina, il romeno era già morto, secondo
alcuni testimoni da un'ora e mezzo. In lacrime il fratello che è stato subito
informato dai "colleghi". Anche lui lavora in nero nella stessa azienda
agricola. E dai controlli effettuati in seguito alla morte del bracciante, è
venuto fuori come sia prassi di quella ditta impiegare stranieri senza alcun
contratto né qualsiasi forma di tutela. Non è escluso che il romeno si sia
sentito male perché vittima di un colpo di calore. Quando si è accasciato stava
infatti raccogliendo verdura in una serra dove la temperatura, di per sé già
elevata, era resa ancora più insopportabile dall'afa di quei giorni. E dove
insomma era impossibile riuscire a lavorare per più ore di seguito.<BR>Il
proprietario dell'azienda agricola avrebbe poi pagato il funerale dell'uomo e il
trasferimento della salma e della famiglia in Romania. "Ma tutto questo non
basta - attacca Denis Vair, segretario provinciale della Flai
Cgil - Non si può continuare così. Episodi come questo tolgono il
velo su una questione che non si vuole affrontare: anche in Piemonte c'è il
caporalato. Ma è venuto il momento di dire basta al lavoro nero". Tra poche
settimane ci sarà la Sagra del peperone. "e i tanti che affolleranno le vie di
Carmagnola - aggiunge Vair - devono sapere che dietro i
prodotti ci sono delle persone che non solo lavorano e faticano, ma muoiono
anche per raccoglierli e coltivarli. Da alcuni anni il sindacato dei lavoratori
dell'agricoltura della Cgil porta avanti campagne contro lo sfruttamento del
lavoro nei campi piemontesi. È sempre più necessaria una legge regionale su
questo tema".</FONT></SPAN></P></DIV></DIV></BODY></HTML>