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href="http://tarantocontro.blogspot.it/2015/08/gli-operai-della-bridgestone-bari.html"><FONT
face=Verdana><FONT style="FONT-SIZE: 13.5pt" color=#771100><FONT
style="FONT-WEIGHT: normal"><FONT style="TEXT-DECORATION: none">gli operai della
bridgestone bari dicono no a padroni- istituzioni e sindacati confederali
ipocriti - ma senza organizzarsi per la lotta nel sindacato di classe a
settembre l'accorso passerà</FONT></FONT></FONT></FONT></A></H3>
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color=#333333><FONT face=Verdana><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt">... gli operai
hanno respinto il dimezzamento dei salari. i sindacati confederalie prima
del referendum hanno concordato con l’azienda una bozza di intesa, lasciando
credere agli operai che in cambio del dimezzamento del salario, sarebbero stati
cancellati 187 esuberi dopo che 190 si sono già autolicenziati con
l’incentivo.<BR><BR>Ha vinto il no al referendum: gli operai della Bridgestone
di Bari sono indisponibili a trattare sul taglio degli stipendi. Il risultato
della consultazione interna all’azienda sulla<SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN></FONT></FONT></FONT><FONT
style="FONT-SIZE: 10.5pt"><A style="TEXT-DECORATION: ; COLOR: "
href="http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/07/29/news/bari_la_bridgestone_dimezza_gli_stipendi_rissa_sfiorata_in_assemblea-120065649/"><STRONG><FONT
color=#771100><FONT style="TEXT-DECORATION: none" face=Verdana>riduzione degli
elementi salariali ad personam</FONT></FONT></STRONG></A></FONT><FONT
face=Verdana><FONT style="FONT-SIZE: 10.5pt" color=#333333>(come gli scatti di
anzianità) per 683mila euro su una riduzione totale di 4 milioni 185mila euro,
da avviare dal primo gennaio prossimo, è netto: su 582 votanti (altri 166 non
hanno partecipato alla consultazione), pari al 77,8 per cento dei dipendenti, si
contano 343 no, 235 sì e quattro bianche. Il no prevale quindi con il 58,93 per
cento dei voti, contro il 40,37 per cento dei sì. Si chiude così una un mese
infuocato nello stabilimento barese alle prese con gli ultimi tagli da
effettuare entro fine anno per rispettare l’accordo del 2013, quello che salvò
la fabbrica dalla chiusura. Ora la palla passa di nuovo all’azienda. “La
riduzione di emolumenti personali – dice Filippo Lupelli (Uil) – per legge
spetta solo al lavoratore, non all’azienda con atto di imperio. Noi avevamo
avvisato Bridgestone di togliere questi elementi dal tavolo della discussione.
Il timore è che ora questo sia un pretesto dell’azienda per mascherare la
volontà di andar via a prescindere, scaricando sui lavoratori la scelta della
chiusura di Bari”.<BR>Quel che è certo è che con il referendum si mette a
rischio una bozza di intesa, una ipotesi di accordo che l’azienda aveva
sottoposto ai sindacati appena una settimana prima al ministero dello Sviluppo
economico. In quell’occasione la trattativa fra le parti era andata avanti fino
a sera inoltrata. Sul tavolo la questione che scotta di più riguarda i 187
esuberi che l’azienda vorrebbe confermare entro la fine dell’anno. Il problema
risale all’accordo del settembre 2013, nel quale, per evitare la chiusura
definitiva dello stabilimento barese, si concordò l’esubero incentivato di 377
dipendenti. A oggi<EM>Aggiungi un appuntamento per oggi</EM><SPAN
class=Apple-converted-space> </SPAN>però sono andati via volontariamente
dall’azienda in 190. Restano quindi altri 187 esuberi da risolvere.<BR>Al tavolo
del Mise l’azienda si era mostrata inflessibile sia sul numero sia sulla data
finale di chiusura degli esuberi, ovvero il 31 dicembre 2015, ma si era mostrata
più dialogante sull’indennizzo da corrispondere ai lavoratori disponibili a
uscire dall’azienda, proponendo loro ulteriori 20mila euro a dipendente oltre
agli incentivi già previsti nel vecchio accordo. Prima di chiudere la vicenda
già in quella sede, però, i sindacati avevano deciso di chiedere la parola ai
dipendenti sull’altro pezzo di tagli previsto dall’accordo, quello da oltre
600mila euro in emolumenti personali sugli stipendi dei lavoratori. In questo
senso il risultato del referendum è inequivocabile.ora chiude lo stabilimento,
si va in ferie. Il prossimo incontro fra le parti fissato in agenda è quello del
2 settembre a Roma al ministero dello Sviluppo
economico.</FONT></FONT></DIV></ARTICLE></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>