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<div style="text-align: center;">
<div align="left"><b>QUESTO TESTO E' STATO DIFFUSO ALLA FCA-SATA
DI MELFI IL 29 GIUGNO 15<br>
<br>
</b></div>
<b>Dal seminario del 20° anniversario del <br>
Movimento femminista proletario rivoluzionario<br>
Palermo - 6 giugno 2015, dove è stata letta la lettera "le
"fortunate" operaie di Melfi</b></div>
<div style="text-align: center;"> <b><br>
</b></div>
<div style="text-align: center;"> <span style="font-size: large;"><b>Lettera/saluto
e iniziativa: <br>
Alle operaie della Sata Melfi</b></span></div>
<br>
Il vostro racconto/denuncia viva di quanto succede alla Sata di
Melfi ha fortemente emozionato le tante lavoratrici, operaie,
disoccupate, ragazze presenti al seminario, suscitando sentimenti
di rabbia, di solidarietà e di ancora più determinazione della
necessità della lotta delle donne, soprattutto delle lavoratrici.<br>
Ma nello stesso tempo, dalle vostre forti parole, abbiamo visto
che proprio le operaie possono essere il “tallone d’Achille” di
Marchionne. Questo padrone che violenta le vostre vite per i suoi
profitti, che non attacca solo le condizioni di lavoro, ma i
vostri corpi, le vostre famiglie, i vostri affetti, i vostri
sogni, questo padrone che appare forte, imbattibile, è però anche
“un gigante dai piedi di argilla”, che può “crollare” se gli
operai si ribellano e lottano. E in questo voi operaie che subite
doppi attacchi, come lavoratrici e come donne, potete essere la
parte più determinata, più combattiva.<br>
<br>
Noi in questi anni siamo venute a Melfi. Abbiamo fatto una bella
inchiesta parlando direttamente con voi operaie davanti ai
cancelli della Sata; essa già mostrava che gli effetti del sistema
Marchionne per le donne sono doppiamente pesanti e generali, con
danni sia fisici che psichici, sia dentro che portati fuori la
fabbrica; una importante inchiesta perchè volevamo e vogliamo che
siano le operaie a parlare e ad imporre il punto di vista delle
donne; l’abbiamo fatta conoscere a livello nazionale con opuscoli,
materiali.<br>
<br>
Nell’8 marzo del 2011 siamo state ugualmente alla Sata, per dire a
padroni e a governo: “PROVATE VOI A STARE ALLA CATENA...”.<br>
<br>
Nel novembre 2013 abbiamo lanciato e realizzato lo “sciopero delle
donne”. Uno sciopero nuovo, storico in Italia, che ha visto una
grande partecipazione, circa 20 mila lavoratrici, dalle fabbriche,
ai servizi, alle scuole, ecc. con una piattaforma che ha
intrecciato ragioni e bi/sogni di classe e di genere; questo
sciopero delle donne è stato anche una novità, una rottura di
concezioni sbagliate, maschiliste - presenti anche nel movimento
sindacale e tra i nostri compagni operai.<br>
<br>
Voi nel vostro racconto/denuncia dite: “<i>... Quando si avvicina
la pausa c'è il conto alla rovescia dei minuti... e ci chiediamo
cosa riusciamo a fare: andiamo al bagno, fumiamo o mangiamo
qualcosa?... I primi dieci giorni consecutivi di lavoro sono
stati devastanti, avevamo i polsi, i polpastrelli e e tutti i
muscoli indolenziti. I due giorni di riposo li avremmo dedicati
alle faccende di casa, in teoria, ma la stanchezza era tanta e
non siamo riuscite a fare tutto... e qualche capo, sempre più
spiritoso, ha suggerito di mettere “un aiuto in casa”. Magari
che si occupi anche dei nostri affetti? No grazie!</i><br>
<i>Seguire i bambini e aiutarli nei compiti è un’altra impresa:
durante il turno di pomeriggio non riusciamo quasi a vederli,
mentre con i turni di mattina e notte cerchiamo di recuperare e
di dare il massimo. A volte tentiamo di colmare l’assenza
facendo loro dei regali, oppure siamo eccessivamente tolleranti,
altre volte invece ci si arrabbia per poco o niente a causa del
nervosismo e della stanchezza. Sono molti i casi di coniugi che
si sono separati e lavorano in squadre diverse per far sì che
uno dei due sia a casa in assenza dell’altro, ma con la nuova
turnazione ci ritroviamo a fare anche due turni diversi nella
stessa settimana...</i>”.<br>
<br>
<b>Cosa c'è di più chiaro! Le donne sono colpite, non solo in
alcuni aspetti della loro vita, ma a 360° gradi!</b> Abbiamo non
una ma mille catene da spezzare. E per questo abbiamo doppie,
tante ragioni per lottare, alla Fca come in tutti i posti di
lavoro, contro chi ci nega diritti, salute, la stessa vita.<br>
<br>
<b>L’ASSEMBLEA HA DECISO DI LANCIARE UN NUOVO, SECONDO SCIOPERO
DELLE DONNE. Che la scintilla del 2013 cominci ad alimentare un
incendio.</b><br>
<br>
Un nuovo sciopero delle donne, in cui la condizione di voi operaie
di Melfi, la vostra forte denuncia sia al centro, sia un
riferimento e un esempio della necessità che le donne operaie
siano in prima fila contro i padroni e il governo fascisti e
maschilisti.<br>
<br>
<b>In preparazione di questo sciopero, l’assemblea ha deciso di
organizzare una delegazione alla Sata di Melfi per costruire
insieme a voi una nuova piattaforma per lo sciopero delle donne.
</b><br>
<br>
<b>Un forte saluto!</b><br>
<br>
Le lavoratrici del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario<br>
Slai cobas per il sindacato di classe<br>
<br>
29 giugno 2015<br>
<br>
</div>
<br>
</body>
</html>