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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 class=titolo-h1><FONT face="Times New Roman">Ultime “bordate” al processo
contro le aziende del polo chimico</FONT></H1>
<DIV class=occhiello-articolo><FONT face="Times New Roman">I difensori Solvay al
processo per inquinamento delle acque e omessa bonifica giocano le ultime carte
nelle arringhe finali con una formula ormai consolidata: smantellare l'accusa.
“Dagli impianti Sovay solo fuoriuscite di acqua pulita. Erano i terreni ad
essere inquinati da decenni”</FONT></DIV>
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<DIV class=testo-articolo>
<DIV align=justify><IMG hspace=4 alt="" vspace=4
src="http://www.alessandrianews.it/immagini_articoli/201406/167531565_rsz_20140611_100008.jpg"
width=250 align=left height=248><FONT face="Times New Roman">ALESSANDRIA –
Arringhe finali che ribadiscono le tesi dei difensori ormai note: acque potabile
nei parametri, nessun dolo, neppure eventuale, nessuna volontà di inquinare o di
tenere nascosti parametri e valori. Tutti da assolvere, secondo le difese,
ovviamente, gli otto imputati al processo per<B> omessa bonifica e inquinamento
delle acque delle falde che scorrono sotto lo stabilimento del polo chimico a
Spinetta Marengo. </B><BR>Per Solvay apre la serie di arringhe, che si
concluderanno nella prossima ed ultima udienza, il 29 giugno,<B> l'avvocato
Dinoia.</B> Parte con i toni alti, affermando che il pubblico ministero ha
“cambiato le norme in base alle sue esigenze”. Quindi, chi “avvelena” diventa
“chi contamina”; le acque ad uso potabile diventano “ad uso potenzialmente
potabile”. Conclude ipotizzando che l'accusa, sostenuta da Riccardo Ghio, non
abbia <B>neppure voluto rivolgersi ai giudici </B>nella sua tesi accusatoria, ma
“a chi, al di fuori dell'aula del tribunale, non ha accesso ai documenti,
per alimentare strumentalmente nella collettività l'aspettativa di un'ingiusta
condanna”.<BR>Il Pubblico ministero, secondo Dinoia, doveva <B>una risposta alla
cittadinanza, </B>cioè se la popolazione di Alessandria ha o meno bevuto per 20
anni acqua avvelenata."Il pm non ha voluto riconoscere che centinaia di
certificati di analisi hanno sempre riscontrato al potabilità di quelle acque
addirittura evitando di ricordare che questo procedimento nasce da una Cnr
- comunicazione di avviso di reato - completamente falsa visto che non erano mai
stati superati i limiti di legge sulla potabilità delle acque”.<BR>Solvay, poi
(è sempre Dinoia che parla in aula) <B>ha solo avuto perdite di "acqua
fresca"... l'inquinamento era nei terreni, ed era lì da decenni.
</B><BR><BR><IMG hspace=4 alt="" vspace=4
src="http://www.alessandrianews.it/immagini_articoli/201311/1880120918_rsz_20131125_094208.jpg"
width=250 align=right height=243>Sull'accusa di omessa bonifica, infine, Dinoia
ha rimarcato che non può esserci reato in assenza di un progetto di bonifica
approvato dagli Enti, e anche l'ipotesi di omessa comunicazione agli enti
sarebbe comunque prescritta già dallo scorso anno.<BR><BR><B>Tocca all'avvocato
Pulitanò </B>“terminare” il processo di demolizione dell'impianto accusatorio di
Ghio: “nei discorsi dell'accusa e' mancata qualsiasi considerazione relativa a
valori e principi fondanti dell'ordinamento giuridico e che l'orizzonte dei
principi fondanti della nostra civiltà giuridica non sia entrato nei discorsi
del l'accusa nemmeno in sede di replica”. Se la miglior difesa è l'attacco, ecco
che la esercitano i difensori di Solvay. <BR>Quindi, ancora una volta, l'acqua
inquinata (o contaminata) non era destinata ad uso umano e non vale se in futuro
potrebbe diventarlo: "solo l'attualità dell'uso dell'acqua avvelenata può
determinare quel concreto pericolo per la salute pubblica a fronte del quale è
previsto un trattamento sanzionatorio di estremo rigore".<BR>'Il rischio di un
uso potabile delle acque contaminate e' inesistente per le ragioni richiamate
dallo stesso PM: la bonifica in corso, divieti normative. Quelle acque non
sono mai state destinate ad uso potabile”.<BR>Tutto già detto, ieri ribadito.
E', o dovrebbe essere, la penultima udienza di un processo durato due anni, che
ha prodotto montagne di carte e documenti, valanghe di parole. <B>Il presidente
del collegio giudicante, il giudice Sandra Casacci, non si stanca di prendere
appunti, fino all fine.</B> A settembre ha annunciato la
sentenza.</FONT></DIV></DIV>
<DIV class=cont-data-art><BR><FONT face="Times New Roman">9/06/2015</FONT></DIV>
<DIV class=cont-firma-email><FONT face="Times New Roman"><B>Irene Navaro</B> -
</FONT><A title="Scrivi a Irene Navaro"
style='href: "mailto:irene.navaro@alessandrianews.it"'><FONT
face="Times New Roman">irene.navaro@alessandrianews.it</FONT></A><BR></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>