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<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: 'Calibri'; COLOR: #000000">
<H1 class=titolo-h1><FONT face="Times New Roman"></FONT> </H1>
<DIV class=occhiello-articolo><FONT face="Times New Roman">Continuano le
arringhe finali dei difensori. Per l'avvocato Ponzanelli, difensore responsabile
civile Solvay, “nessun risarcimento può essere concesso” in quanto
“inammissibile e infondato, contrario alla normativa europea e italiana.
Presupporrebbe un danno ambientale che non è stato provato”. L'8 giugno si
concluderanno le repliche. A settembre annunciata la sentenza</FONT></DIV>
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<DIV align=justify><IMG hspace=4 alt="" vspace=4
src="http://www.alessandrianews.it/immagini_articoli/201305/2652123466_rsz_tribunale_solvay_corte_assise_2.jpg"
width=250 align=left height=232><FONT face="Times New Roman">ALESSANDRIA -
Ultime battute al processo contro otto dirigenti delle aziende che si sono
succedute alla guida del polo chimico di Spinetta Marengo, Ausimont / Montedison
/ Solvay. <BR>Ieri, davanti <STRONG>alla Corte d'Assise</STRONG> del tribunale
di Alessandria hanno concluso<STRONG> le arringe finali gli avvocati difensori
Giulio Ponzanelli per il responsabile civile Solvay e gli avvocati di due uomini
Ausimont, Giulio Tommasi e Carlo Cogliati. </STRONG></FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Times New Roman">"Nessun reato dimotrato",
ovviamente, secondo le difese. Se non c'è reato, non ci deve essere neppure
<STRONG>nessun risarcimento</STRONG>. Cento milioni di euro è quanto
l'avvocatura di Stato ha chiesto per riparare il danno ambientale causato
dall'inquinamento delle acque da parte delle aziende. Una richiesta senza
precedenti, afferma l'avvocato Ponzanelli. <BR>Anzi, un procedente ci fu: il
caso Seveso "ma c'era un reato consumato". Invece, sempre secondo l'avvocato, ad
Alessandria non ci sarebbe reato. "Non è stata dimostrata una responsabilità
penale degli imputati da parte del pubblico ministero. Responsabilità che è
personale e parziale e non può essere generica". <BR>"Nessun risarcimento è
dovuto - insiste l'avvocato - per qualsiasi voce, neppure per l'asserito danno
ambientale, potrà essere concesso, o anche solo ipotizzato in favore delle parti
civili". <BR>La richiesta di risarcimento per il danno ambientale chiesto dal
ministero dell'Ambiente, in particolare, "è inammissione ancor prima che
infondata, in quanto contraria alla <STRONG>normativa europea e
italiana</STRONG>, che ormai ha escluso i risarcimenti pecuniari <STRONG>in
favore di misure di riparazione del danno</STRONG>". <BR>Secondo l'avvocato,
quindi, lo Stato avrebbe dovuto limitarsi a chiedere una bonifica e il
ripristino delle condizioni iniziali del sito, e non un risalcimento. <BR>E, in
ogni caso, Ponzanelli evidenzia come "all'epoca dell'acquisizione di Ausimont,
<STRONG>Montedison aveva offerto una rappresentazione completamente inesatta e
inveritiera sulla situazione ambientale dei sito di Spinetta
Marengo".</STRONG><BR><BR>"Nessun reato dimostrato" è il concetto filo
conduttore delle requisitorie degli avvocati della difesa di Tommasi e Cogliati,
ripetuto ormai dalle prime battute del procedimento. "Non è stata dimostrata
l'insufficienza nella manutenzione degli impianti (avvocato De Luca per
Tommasi)", fatto che invece avrebbe determinato, secondo quanto sosteneva il
publico ministero, le ingenti perdite d'acqua, causa dell'alto piezometrico e
del dilavamento dei terreni inquinati. <BR>"Basata su ipotesi", secondo
l'avvocato Accini (per Cogliati) lo perizia dell'accusa, "sostituendo un dato
reale con un dato ipotetico", ossia la potenzialità dell'utilizzo a scopi
potabili di acque che, all'epoca dei fatti contestati, non lo erano. <BR>Si
torna in aula l'8 giugno per le ultime arringhe. Poi la Corte di ritirerà per la
sentenza, subito dopo l'estate. </FONT></DIV></DIV>
<DIV class=cont-data-art><BR><FONT
face="Times New Roman">26/05/2015</FONT></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>