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<DIV style="font-color: black"><B>From:</B> <A title=slaicobasta@gmail.com
href="mailto:slaicobasta@gmail.com">SlaiCobas per ilSindacato doi classe</A>
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<DIV><B>Sent:</B> Tuesday, May 26, 2015 8:22 AM</DIV>
<DIV><B>To:</B> <A title=redditolavoro@lists.ecn.org
href="mailto:redditolavoro@lists.ecn.org">redditolavoro@lists.ecn.org</A> </DIV>
<DIV><B>Subject:</B> Fw: Ilva - i padroni chiedono il conto al governo
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<H3 class="post-title entry-title" itemprop="name"><A
style='href: "http://tarantocontro.blogspot.it/2015/05/ilva-i-padroni-chiedono-il-conto-al.html"'><FONT
face="Times New Roman">Ilva - i padroni chiedono il conto al
governo</FONT></A><FONT face="Times New Roman"> </FONT></H3>
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color=#393939 face=Georgia>N<B>ell'assemblea della Federacciai, i padroni hanno
fatto sentire forte la loro voce per pretendere che l'Ilva di Taranto torni
presto a loro. </B><BR>Hanno sciorinato i dati sul calo dell'acciaio (del 10%
nei primi quattro mesi dell’anno che, secondo le previsioni del centro studi di
Siderweb, a fine anno si assesterà al 4%, e che segue il pesante rallentamento
degli ultimi anni (nel 2012 la frenata è stata del 5,2, nel 2013 è stata
dell’11,6%, l’anno scorso si è perso un ulteriore 1,6 per cento), per concludere
che una delle responsabilità principali di questa crisi è dovuta al
"rallentamento degli impianti di Taranto". </FONT></DIV>
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color=#393939 face=Georgia>Quindi - ha aggiunto il presidente della
Confindustria Giorgio Squinzi - "per questo motivo appare irrazionale e
incomprensibile quanto avvenuto all’Ilva, sia sul piano industriale che
proprietario... all’Ilva «siamo in presenza di un <I>esproprio di un’azienda</I>
da parte della magistratura, senza che la proprietà sia stata consultata, senza
che sia potuta intervenire in alcun modo. Da sostenitore del principio della
libera impresa non sono d’accordo».<BR>E il presidente della Federacciaio,
Gozzi, ha rincarato la dose: «Questo esproprio è una macchia sulla reputazione
internazionale del paese... Abbiamo combattuto con forza fin dall'inizio la
scelta dei commissariamenti, decisione che si è trasformata in un <I>esproprio
senza indenizzo</I> ai danni della proprietà Riva" Occorre "Ridefinire la
prospettiva di un ritorno dell'azienda in mani private".<BR><BR>Suona quantomeno
bizzarro sentire in bocca a Squinzi e Gozzi la frase "esproprio senza
indennizzo". Visto che questa frase era ed è detta da operai, dagli abitanti dei
quartieri inquinati, ma proprio perchè non è mai stata attuata da parte dello
Stato e nè lo sarà in futuro.<BR>Non c'è stato nessun "esproprio"! C'è stato
solo la dichiarazione di uno stato di insolvenza, operazione-truffa che ha
permesso al governo di fare il 7° decreto salva-Ilva aggirando la legge Marzano
e le norme europee contri gli accessi di aiuti di Stato, e di tener fuori l'Ilva
dai risarcimenti nel processo. E i Riva continuano a non pagare per tutti le
morti, le malattie, l'inquinamento che hanno causato.<BR>Ben che vada, verrà
loro tolto appena circa 2 miliardi - ma su questo è lo stesso Gozzi che ricorda
che il famoso 1,3 miliardi non sarà sbloccato finchè non ci sarà una sentenza, e
ciò vuol dire anni - a fronte dei lauti fondi fatti sullo sfruttamento e sul
sangue degli operai Ilva che restano tranquilli nei paradisi fiscali.<BR>Il
Commissariamento dell'Ilva da parte del governo è stato quindi solo per salvare
l'Ilva, proprio come vogliono i padroni.<BR>Tant'è che alle critiche,
sollecitazioni di Squinzi e Gozzi, il ministro Federica Guidi ha spiegato che il
commissariamento dell’azienda ha l’obiettivo di rivitalizzarla attraverso una
newco a controllo statale, probabilmente entro l'estate, (alla quale saranno
veduti gli asset) <B>per poi rimetterla sul mercato</B>. "Il nostro obiettivo -
ha rassicurato Guidi - non è trasformare Ilva in un’azienda pubblica Al
contrario, l'intervento del Governo va nella direzione di garantire un
risanamento che permetta all'Ilva di continuare ad operare".<BR><BR>Ma questi
appunti dei principali rappresentanti del padronato italiano sicuramente non
rimarranno senza effetto. I soldi verranno soprattutto impiegati per sostenere
la produzione, il risanamento verrà fatto solo per quel poco necessario a non
scontentare i nuovi padroni acquirenti, e i tempi del passaggio potranno essere
ridotti. I padroni (italiani o stranieri) saranno accontentati; i lavoratori e
le masse popolari di Taranto saranno ulteriormente danneggiate.
</FONT></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></DIV></BODY></HTML>