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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">SFIDO BEPPE GRILLO AD UN CONFRONTO PUBBLICO </h1>
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<p class="testo_newsletter"><i>(4 Settembre 2012)</i><br>
<br>Caro Beppe Grillo,
<br>
<br>dichiari di respingere ogni occasione di confronto pubblico con gli
avversari politici, preferendo il monologo. Capisco: il monologo
consente una cornice ieratica e l'esercizio scenico. E monologhi che
hanno goduto di finestre televisive aperte su milioni di persone, sono
stati indubbiamente efficaci: tanto più se diretti contro il facile
bersaglio di partiti di potere screditati e corrotti, impegnati in una
rapina quotidiana della popolazione povera per conto degli industriali e
dei banchieri. Mi verrebbe da dire: troppo facile, caro Grillo.
<br>
<br>Ti propongo di fare una eccezione. Ti propongo un pubblico
contraddittorio con l'unico partito della sinistra italiana che si è
opposto a tutti i governi dei poteri forti, di centrodestra come di
centrosinistra: il Partito Comunista dei lavoratori, di cui mi onoro di
essere portavoce. Un partito che certo non gode delle attenzioni
televisive, ma si conquista quotidianamente la stima dei lavoratori più
combattivi nei loro luoghi di lavoro e nelle loro lotte. Un partito che
non prende un euro dallo Stato, che non ambisce a ministri o assessori a
fianco del PD, che non ha altro interesse che la lotta per una
rivoluzione sociale e un governo dei lavoratori.
<br>
<br>Certo, in un contraddittorio con il PCL dovresti cambiare
repertorio. Non potresti inveire in discesa contro i “partiti ladri e
corrotti”. Dovresti spiegare in salita, ad esempio, perchè difendi i
ricchi evasori di Cortina, perchè chiedi l'abolizione del valore legale
del titolo di studio, perchè rivendichi la privatizzazione delle
ferrovie, perchè chiedi la chiusura delle frontiere dall'”invasione dei
romeni”, perchè la tua “rivoluzione” si arresta di fronte ai diritti di
proprietà delle grandi imprese e delle banche nel nome dell'illusione un
po' truffaldina di un possibile “capitalismo popolare” in cui i piccoli
azionisti diventano i re di un mercato finalmente “libero”. E molto
altro ancora: inclusi i tuoi rapporti con l'impresa Casaleggio.
<br>
<br>Ma l'onere di un contraddittorio è anche questo: scendere dal comodo
Olimpo del soliloquio. Ed è oltretutto un servizio di verità e di
democrazia agli occhi di chi ti segue: che ha diritto non solo di
apprezzare le tue indubbie doti teatrali ma anche di conoscere le tue
capacità di replica alle obiezioni. Non quelle interessate e false del
potere, ma quelle autentiche di chi lo combatte per rovesciarlo, su un
programma coerentemente anticapitalista.
<br>
<br>Attendo risposta. </p>
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