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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">LE ELEZIONI DEL 17 GIUGNO IN GRECIA
<br>Polarizzazione ed impasse: crescita della Sinistra, vittoria di Pirro per la
Destra </h1></div>
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<h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter"><i><span style="color:rgb(0,0,0)">di Savas Michael-Matsas - dirigente EEK (Partito operaio rivoluzionario greco)</span></i><br></h1></div>
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<p class="data_notizia_newsletter">(21 Giugno 2012) </p></div>
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<p class="testo_newsletter">La destra di Nuova Democrazia ha riportato, nelle
elezioni greche del 17 giugno, una vittoria di Pirro, con un vantaggio molto
ristretto rispetto al secondo partito, la riformista Syriza: la Destra ha
ottenuto circa il 30% (che non gli permette di formare da sola una maggioranza
di governo) e la sinistra riformista circa il 27% (dal 17% del 6 maggio). Questo
“successo” estremamente limitato e non incoraggiante della Destra giunge
nonostante una gigantesca campagna nazionale ed internazionale di intimidazione
del popolo greco ed a favore di Nuova Democrazia, condotta da tutti i media
borghesi internazionali e nazionali così come dall’FMI e Lagarde, dalla Germani
della Merkel e Schaeuble, da Baroso, Oli Ren e Commissione UE, da Junker, il
presidente dell’Eurogruppo, dallo stesso Obama e dalla sua amministrazione.
Sebbene i partiti pro-memorandum (Nuova Democrazia, PASOK, la Sinistra
liberaldemocratica) possano formare una coalizione di governo sostenuta da una
maggioranza parlamentare (grazie anche all’antidemocratica legge elettorale che
da al primo partito un premio di 50 seggi), la maggioranza degli stessi elettori
ha votato per i partiti anti-Memorandum. <br>La svolta a sinistra della classe
operaia e delle masse popolari nella loro opposizione alla draconiana austerità
imposta dall’odiata troika dell’UE/BCE/FMI, che si era già espressa il 6 maggio,
continua ancora proiettando SYRIZA al secondo posto raggiunto dall’Opposizione
Ufficiale con, questa volta, una percentuale molto più alta. <br>La
polarizzazione delle forze di sinistra anti-Memorandum si è concentrata intorno
a SYRIZA. Lo stalinista KKE che ha condotto una campagna elettorale isterica,
chiamando il popolo greco a “correggere i propri errori ed il suo voto del 6
maggio” e facendo di SYRIZA il proprio obiettivo principale, se non esclusivo, è
stato abbattuto dai risultati elettorali, perdendo metà dei propri voti e
precipitando all’ultima posizione tra i partiti parlamentari, con un pessimo
4.5% (ottenuto solo nel 1994, nel periodo immediatamente successivo al collasso
dell’URSS e dopo due scissione del KKE nell’1989 e nel 1991). Il fronte
centrista ANTARSYA è stato letteralmente polverizzato precipitando dall’1.2% del
6 maggio allo 0.3% del 17 giugno! <br>In quest’ultimo caso, le ragioni sono
politiche e non limitate alla pressione della travolgente ondata in direzione di
SYRIZA. Durante le discussioni che l’EEK ha avuto con ANTARSYA prima delle
elezioni del 17 giugno, esplorando le possibilità di un blocco elettorale,
abbiamo insistito su una valutazione obbiettiva della nuova situazione politica
dopo il 6 maggio, sulla necessità di evitare tanto una capitolazione
opportunistica nei confronti di SYRIZA quanto una cecità settaria verso il
processo politico tra le masse che ha portato alla sua ascesa; su tali basi
ponemmo solo tre condizioni: abbiamo proposto di includere nel programma due
punti cruciali – quello sulla lotta per un governo dei lavoratori, e sulla
necessità di contrapporre all’UE imperialista la lotta per gli Stati Socialisti
Uniti d’Europa – e, terzo, di poter mantenere la nostra identità politica e la
nostra indipendenza citando il nostro nome a fianco a quello di ANTARSYA nelle
schede elettorali. I leader di ANTARSYA hanno risposto che erano generalmente
d’accordo con i punti politico-programmatici ma rifiutavano per “ragioni
tecniche e politiche” di apporre il nostro nome nelle schede. Così le trattative
sono fallite. Malgrado ciò, l’EEK decise di dare un voto critico ad ANTARSYA,
facendo fronte unico con coloro che nelle sue file si opponevano alla
capitolazione opportunistica nei confronti di SYRIZA ed accettavano i nostri
punti programmatici. <br>Ma in realtà ANTARSYA ha fatto l’esatto opposto di ciò
che avevamo discusso durante le trattative. Sono divisi al loro interno e
paralizzati tra forze apertamente pro-SYRIZA e anti-SYRIZA; le forze pro SYRIZA
(che hanno fatto naufragare il blocco con l’EEK) non hanno nascosto il loro
opportunismo verso i riformisti, e le forze anti-SYRIZA hanno seguito piuttosto
una linea settaria, non molto differente da quella dello stalinista KKE. Da un
punto di vista programmatico, si dichiaravano per “l’accettazione” dei punti
programmatici dell’EEK sul potere dei lavoratori e l’unione socialista
dell’Europa in alternativa alla dissoluzione dell’UE: nel materiale elettorale e
nei principali comizi, con qualche eccezione individuale in alcuni articoli e
discorsi, l’urgenza della lotta per il potere dei lavoratori è stata ignorata
mentre la linea dell’uscita dall’UE e dell’abbandono dell’euro, senza
l’alternativa degli Stati Socialisti Uniti d’Europa, era indistinguibile da
quella del KKE. <br>L’appello ad una rottura dell’euro e al ritorno ad una
dracma (svalutata), all’interno del sistema capitalista, sia nel caso del KKE
che di ANTARSYA, si scontra totalmente con la volontà della grande maggioranza
del popolo greco, che è ostile all’UE a causa delle sue misure d’austerità che
distruggono i propri standard di vita ma ciononostante vede il ritorno ad una
dracma svalutata come il culmine dell’attuale catastrofe. Un programma per una
soluzione rivoluzionaria socialista alla bancarotta del sistema capitalista e
per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa non è astratto propagandismo ma un
compito urgente che deve essere agitato dall’avanguardia tra le masse in lotta.
<br>L’assenza di tale prospettiva è stata usata dalla classe dominante nella sua
campagna d’intimidazione non solo contro il KKE e ANTARSYA ma anche contro la
stessa SYRIZA. Tsipras e SYRIZA cercano un compromesso impossibile, il rigetto
del Memorandum senza una rottura con l’UE e l’euro, e senza rompere la struttura
del sistema capitalista. Le borghesie greca ed europea ed il loro personale
politico sostenuti da una violenta campagna dei mass media hanno presentato la
possibile vittoria elettorale di SYRIZA e la formazione di un Governo della
Sinistra ad Atene come il preludio della famosa “Grexit”, l’automatica
espulsione dall’UE e l’uscita dall’euro. A dispetto di ogni protesta di Tsipras
e SYRIZA per affermare l’opposto, per affermare la loro fedeltà all’UE e
all’euro, il loro conciliazionismo, sempre più marcato nel corso della campagna
elettorale, codificato anche nel loro programma elettorale rinnovato, che
rispettava il capitalismo, l’euro, l’UE, e persino l’appartenenza alla NATO
della Grecia, è stato percepito da sempre più persone perlomeno come una vaga
aggiunta esacerbandone la loro insicurezza. Così il fatto che SYRIZA non abbia
conquistato la posizione di primo partito alle elezioni di giugno come sperava,
non si può spiegare solo con le enormi pressioni che certamente l’imperialismo e
la classe dominante greca hanno esercitato. In una situazione di crisi sistemica
senza soluzione e di approfondimento della polarizzazione sociale, più un polo
politico diviene conciliante e più si indebolisce quando il polo contrapposto
diventa più radicale ed estremamente violento nella sua opposizione. <br>Questa
è una lezione politica sfruttata dagli stessi fascisti. La nazista “Alba Dorata”
è riuscita a conservare la sua elevata percentuale del 7% non malgrado, ma
grazie al suo comportamento estremamente provocatorio dopo il 6 maggio,
l’escalation dei suoi pogrom criminali contro gli immigrati, e la dimostrazione
di violenza predeterminata da parte di un membro dirigente dei Nazi contro due
deputate di sinistra durante la trasmissione della stazione televisiva ANTENNA
TV. Naturalmente, tutta questa violenza nazista resta impunita grazie alla
protezione della polizia e dei servizi di sicurezza che lavorano insieme in
armoniosa cooperazione con questi gangster. I partiti borghesi ed i media li
coprono “condannando ugualmente entrambi gli estremisti, di destra e di
sinistra”, malgrado la sinistra sia, anzi, estremamente legalista e rispettosa
del sistema democratico parlamentare borghese. <br>La rapida disintegrazione
della piccola borghesia, la disoccupazione di massa di una gioventù senza un
futuro e dal miserabile presente, lo screditato parlamentarismo, la politica
conciliatrice della Sinistra di sistema, e l’assenza di una Sinistra
rivoluzionaria antisistema, irreconciliabile, forte, profondamente radicata tra
le masse della classe lavoratrice, aiuta i controrivoluzionari a camuffarsi da
“antisistema”. <br>La mobilitazione di simili reparti d’assalto da parte della
classe dominante è un chiaro segnale d’allerta che si avvicina in Grecia il
momento della verità: lo storico scontro tra rivoluzione sociale e
controrivoluzione. <br>La crisi di potere politico, che è emersa nelle
precedenti elezioni di maggio, quando entrambi i partiti borghesi che hanno
governato la Grecia dal 1974, Nuova Democrazia e il PASOK, sono collassati e si
è manifesta una poderosa ascesa della sinistra con la crescita di SYRIZA al
secondo posto, non è stata risolta, benché il vuoto di governo sarà colmato,
ora, da una coalizione dei ruderi del vecchio sistema borghese bipartisan più i
“volenterosi alleati” di una (non tanto) Sinistra (non tanto) Democratica.
<br>Sarà un governo borghese molto debole ed eterogeneo, nel mezzo di una
bancarotta capitalistica generalizzata che si sta ora estendendo a Spagna,
Italia, a tutta l’Europa ed internazionalmente. Dovrà affrontare una forte
Opposizione Ufficiale di Sinistra, e soprattutto un popolo devastato, che è
totalmente ostile all’attuazione del memorandum che è il vero programma su cui è
servilmente impegnato il nuovo governo, come Samaras, leader di Nuova
Democrazia, ha detto per prima cosa nella sua prima dichiarazione immediatamente
dopo la sua “vittoria” elettorale … Non c’è dubbio che cercheranno di attuare
tutti i loro impegni con l’UE e l’FMI, cioè nuovi enormi tagli da 11.5 miliardi
di euro, nuove privatizzazioni ecc. E lo faranno con la forza, attraverso la
repressione statale e parastatale. Un governo debole può essere molto brutale e
pericoloso proprio per la sua debolezza e le sue caratteristiche
semi-bonapartiste. <br>Nessuno crede che sarà un governo molto duraturo. La
crisi del potere politico ha come sua origine la bancarotta del capitalismo e la
crescente incapacità di governare delle classi dominanti. Con o senza un governo
borghese, la Grecia resta ingovernabile. I lavoratori ed il movimento polare
devono prepararsi politicamente, programmaticamente, organizzativamente:
autorganizzazione delle masse in assemblee popolari, Centri di Lotta dei
Lavoratori, Squadre Operaie di Difesa contro i fascisti, per un Fronte Unico che
schiacci il Memorandum ed il governo capitalista del Memorandum dei sostenitori
della Troika, per il ripudio del debito, la nazionalizzazione delle banche e dei
settori chiave dell’economia senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori,
per un Piano di Emergenza di salvataggio del popolo, che solo un governo dei
lavoratori ed il potere dei lavoratori possono attuare, alleati con i lavoratori
europei che lottano per distruggere l’UE imperialista e costituire gli Stati
Socialisti Uniti d’Europa. <br>Dobbiamo rivolgere questo programma in ogni lotta
a tutta la sinistra, compresa la base di SYRIZA, per raggruppare gli elementi
più combattivi della classe operaia e della gioventù. <br>Questa è la linea
generale per i militanti dell’EEK, e dell’intera avanguardia rivoluzionaria.
<br><br><br>18 giugno 2012 </p></div>
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<p class="firma_newsletter">trad. a cura di G.S. - Pcl Sassari <br></p><ul><li class="menu_media_newsletter"><a href="mailto:pcl_sezioneozieri@yahoo.it">pcl_sezioneozieri@yahoo.it</a></li></ul><p><font size="4"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a></font><br>
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