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<h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter"><span style="color:rgb(153,0,0)">I VERI RESPONSABILI: NON IL TERREMOTO, MA I CAPITALISTI </span><br></h1></div>
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<p class="data_notizia_newsletter"><i>(30 Maggio 2012) </i></p></div>
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<p class="info_o_sintesi_newsletter"><b><i>Nota di Marco Ferrando </i></b></p></div>
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<p class="testo_newsletter"><br>“Una strage di operai”, così titola la stessa
stampa borghese, a proposito del terremoto in Emilia. Quanta ipocrisia! Mai come
in questo caso le ricadute del terremoto sono riconducibili alla leggi del
profitto: le stesse che la stampa borghese magnifica ogni giorno. <br> <br><b>I
VERI RESPONSABILI: NON IL TERREMOTO, MA I CAPITALISTI </b><br> <br>Sono morti
operai costretti ad andare al lavoro per non perderlo sotto il ricatto del
padrone: magari operai migranti, più deboli e ricattabili di altri. Sono rimasti
seppelliti sotto capannoni di carta pesta, comprati a centinaia dopo il 2001 per
incassare gli incentivi previsti per chi investiva in “beni strumentali”;
edificati con la logica del massimo ribasso da costruttori cinici, spesso in
odore di camorra, in concorrenza feroce gli uni con gli altri su chi praticava
il prezzo più “conveniente”. E senza che nessuno controllasse nulla: né lo Stato
che da decenni, sotto ogni governo, ha risparmiato sui “controlli” sulla
sicurezza ( di ogni tipo) per trovare i soldi da regalare a grandi industrie e
banche; né i Comuni cui industrie e banche hanno imposto negli anni un taglio
massiccio di trasferimenti pubblici, magari indebitati coi banchieri loro
stessi, e in ogni caso amministrati da comitati d'affari dei poteri forti del
territorio; né infine dalle imprese che semmai si compravano con qualche
mazzetta un certificato di “agibilità” del capannone presso un funzionario
compiacente o ditta amica. <br> <br><b>Questi sono gli assassini degli operai.
Non il terremoto, ma i capitalisti. E coloro che li hanno coperti.</b> <br> <br>Lo
stesso vale per decine di migliaia di famiglie costrette ad abbandonare
abitazioni lesionate o crollate perchè prive di ogni requisito antisismico. La
gran parte del patrimonio edilizio in Italia è privo di sicurezza antisismica. O
perchè costruito negli anni del boom edilizio, segnati da un vero e proprio
saccheggio delle città, fuori da ogni regola o piano regolatore, in cui persino
formalmente il profitto dei costruttori era l'unica legge; o perchè i poteri
forti locali hanno cercato e ottenuto dai loro governi di riferimento
l'esenzione del proprio territorio dalla mappa delle zone sismiche in funzione
dei propri interessi di mercato ( come è avvenuto nella Emilia Romagna
“progressista” sino al 2003); o perchè le norme antisismiche, formalmente
previste, sono state ignorate dai costruttori, con la copertura bipartisan di
tutti i partiti borghesi ( e le solite mazzette di contorno). <br> <br>Anche in
questo caso la disperazione di persone che hanno lavorato una vita per comprarsi
casa, accendendo un mutuo, e improvvisamente hanno perso tutto, non è l'effetto
del destino cinico e baro di una natura crudele. E' il prodotto sociale di un
sistema odioso in cui l'unico valore reale è l'arricchimento del profitto,
contro ogni umanità. <br> <br>Ora Mario Monti, uomo delle banche, ha il
coraggio di dichiarare testualmente: “ Le popolazioni colpite si rendano conto
che il terremoto non è responsabilità dello Stato..”. Vero... Ma lo Stato degli
industriali e delle banche ha invece responsabilità decisive per gli effetti del
terremoto. Perchè protegge, a monte e a valle, i responsabili di un omicidio
sociale. Perchè l'intera organizzazione della società che questo Stato
amministra e su cui si fonda, è funzionale a quell'omicidio. Questa è la verità
che l'uomo delle banche non può che nascondere dietro parole vergognose. <br>
<br><b>PER UN PIANO DI MISURE ANTICAPITALISTE </b><br> <br>Per questa stessa ragione
la risposta al crimine compiuto non può limitarsi al terreno del soccorso e
della solidarietà con le popolazioni colpite, che naturalmente è prioritario e
indispensabile. Ma deve necessariamente rompere con le regole del gioco della
società borghese e della dittatura del profitto. <br> <br>1)I costi
dell'emergenza non possono essere scaricati sulle vittime sociali del crimine,
né localmente, né nazionalmente. Né in Emilia, né in Abruzzo, né altrove. Via
l'aumento di prezzo della benzina! Si rivendichi un prelievo straordinario dai
portafogli rigonfi dei banchieri, che hanno realizzato nell'ultimo trimestre
profitti da capogiro , mentre la popolazione povera è alla fame. E con quei
soldi si provveda all'immediato sostentamento delle popolazioni colpite, a
partire dal pagamento di salari e stipendi delle persone che hanno perso il
lavoro o che hanno il diritto di non arrischiare la pelle sotto capannoni
pericolanti. Paghi chi non ha mai pagato. <br> <br>2)Nessuna fiducia nello
Stato. Le istituzioni che hanno coperto i criminali, non hanno alcuna
credibilità nello scovarli. Solo una commissione popolare d'inchiesta basata sul
coinvolgimento diretto delle organizzazioni operaie e popolari e delle
popolazioni colpite può fare l'inventario autentico delle responsabilità
specifiche del crimine compiuto. Costruttori senza scrupoli, funzionari
compiacenti, padroni ricattatori vanno individuati, processati, e puniti. Ogni
copertura, imboscamento o lungaggine, va denunciata e stroncata. <br> <br>3)La
ricostruzione del patrimonio abitativo e pubblico non può essere affidata a
quelle stesse lobbies dei costruttori responsabili del disastro. Vale per
l'Emilia, come per l'Abruzzo, come per ogni zona colpita. La grande industria
edilizia va nazionalizzata, senza indennizzo e sotto il controllo dei
lavoratori. E con essa va nazionalizzata l'industria del cemento, oggi
presidiata dalla criminalità organizzata. <br> <br>4)Non si possono attendere
passivamente altri crimini annunciati. Va realizzato un grande piano nazionale
per la messa in sicurezza dell'intero patrimonio edilizio. Questa è la “grande
opera” di cui c'è bisogno ed urgenza. Il suo costo è stimato in 100 miliardi: e
per questo è incompatibile col fiscal compact, con tutti i patti di stabilità
ordinati dalle banche nei loro propri interessi, con le leggi del capitalismo in
crisi. Ma nella scelta tra la vita e il crimine non può esservi dubbio. Le
risorse vengano prese là dove sono: nelle grandi ricchezze possedute dal 10%
della popolazione italiana. Quelle che nessuno tocca perchè dettano legge a
tutti i governi. <br> <br>Peraltro la sola nazionalizzazione delle banche,
senza indennizzo per i grandi azionisti, e con la piena tutela dei piccoli
risparmiatori, garantirebbe assieme all'abolizione del debito pubblico verso i
banchieri, una leva straordinaria di riorganizzazione dell'intera economia, in
funzione delle urgenze sociali. E poter vivere sotto un tetto sicuro è
sicuramente una di queste. <br> <br><b>PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI, CONTRO IL
CINISMO DEL PROFITTO </b><br> <br>Queste misure elementari non saranno mai
realizzate da un governo degli industriali e dei banchieri. (E certo neppure..
da Beppe Grillo). Possono essere solamente imposte da una mobilitazione
straordinaria di milioni di lavoratori e lavoratrici, decisi finamente a dire
basta allo sfruttamento e al cinismo del profitto. Una mobilitazione capace di
rovesciare le classi dirigenti e di portare al posto di comando chi non ha mai
comandato: la classe operaia e la popolazione povera. Il governo dei lavoratori
è l'unica alternativa a classi dirigenti che hanno fatto fallimento: politico,
sociale, morale. <br> <br></p></div>
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<p class="firma_newsletter"><b><font size="4">Marco Ferrando <br></font></b></p><p class="firma_newsletter"><b><font size="4">portavoce nazionale</font></b></p><p style="color:rgb(255,0,0)" class="firma_newsletter"><b><font size="4">PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI</font></b></p>
<p class="firma_newsletter"><b><font size="4"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a><br></font></b></p></div>