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<h1 class="titolo_pagina_newsletter"> <span style="color:rgb(204,0,0)">L'OdG finale 'L'OPPOSIZIONE SINDACALE SI ORGANIZZA'</span> </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter"><i>(27 Maggio 2012) </i></p>
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<p class="info_o_sintesi_newsletter"><i>Roma, 26/05/2012
<br>Si è conclusa l’assemblea nazionale indetta oggi a Roma, presso il
Teatro Ambra Jovinelli, da lavoratori e lavoratrici, eletti RSU, ed RSA,
delegati di diverse organizzazioni sindacali conflittuali.
<br>L'assemblea ha ha visto la partecipazione di oltre 500 delegati, in
<br>prevalenza aderenti alla USB ed alla Rete 28 aprile nella Cgil,
provenienti da tutta Italia e da tutti i settori del mondo del lavoro
<br>Ben 28 gli Interventi, fa cui quello di Pierpaolo Leonardi per la USB e
<br>Giorgio Cremaschi della Rete 28 aprile nella Cgil, che hanno dato il
pieno sostegno da parte delle loro organizzazioni alle iniziative
assunte dall'assemblea.
<br>L'assemblea ha approvato all'unanimità l’ordine del giorno in cui si
delibera una piattaforma che vede nel 8 e 9 giugno prossimi i primi
momenti di forte mobilitazione, con scioperi, presidi, manifestazioni e
blocchi in tutta Italia. </i></p>
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<p class="testo_newsletter"><b>L'Ordine del Giorno approvato:
</b><br>
<br>
<br>
<br>L' assemblea convocata da RSU e RSA a Roma il 26 maggio ha raccolto
la spinta di chi sta lottando contro l'aggressione scatenata dal governo
verso il mondo del lavoro. Ma siamo soprattutto indignati per la
rassegnazione o, perfino, l’assenso con cui le direzioni confederali
CGIL, CISL e UIL hanno accompagnato e favorito questa aggressione.
<br>
<br>L'Assemblea condivide quanto proposto nella relazione e raccoglie le
<br>indicazioni e i contributi emersi dal dibattito.
<br>
<br>Le pensioni sono in via di essere ridotte a sussidi di sopravvivenza
e l’età di quiescenza è stata portata a livelli inediti in Europa.
<br>
<br>Centinaia di migliaia di lavoratori messi fuori dalle aziende con
accordi spesso ricattatori vengono messi in condizione di non avere più
né un salario, né una pensione, né un ammortizzatore sociale.
<br>
<br>I salari sono fermi da almeno 20 anni, mentre i prezzi galoppano. I
<br>contratti nazionali sanciscono la riduzione delle retribuzioni, l’aumento degli orari di fatto e la regola delle deroghe.
<br>
<br>La precarietà è diventata la forma generalizzata di assunzione: un
esercito di milioni di giovani vive quotidianamente senza diritti e
nell’incertezza più totale sul proprio futuro.
<br>
<br>La disoccupazione tocca livelli inediti ed è destinata a crescere
<br>ulteriormente, per la chiusura di tante fabbriche ma anche
attraverso la drastica riduzione dell’occupazione nel pubblico impiego.
<br>
<br>I servizi sono stati privatizzati, peggiorandone la qualità e
aumentandone i costi per l’utenza, mentre si faceva cassa sui diritti e
sulle retribuzioni degli addetti.
<br>
<br>Il padrone sceglie i sindacati da legittimare, mentre gli altri in
<br>particolare FIOM e sindacati di base, vengono cacciati dalla porta delle aziende.
<br>
<br>Infine l’articolo 18, quella norma che giusto 42 anni fa ha posto un
limite all’arbitrio e all’autoritarismo padronali, è in procinto di
essere cancellata, sopprimendo la funzione deterrente della reintegra e
ripristinando l’effetto intimidatorio della minaccia di licenziamento
contro chi si attiva politicamente o sindacalmente o contro chi,
comunque, ha un comportamento non gradito al padrone e ai capi.
<br>
<br>In queste settimane in molte aziende c’è stata una massiccia
reazione contro questo stravolgimento dell’articolo 18, con fermate,
scioperi, picchettaggi, blocchi stradali e manifestazioni. Ma se
stessimo all’azione del sindacalismo confederale di CGIL CISL e UIL
tutto ciò sta passando senza una resistenza degna di questo nome o
addirittura con un vero e proprio consenso, in nome della governabilità e
della nuova “unità nazionale” che sostiene il governo dei “tecnici”
diretta emanazione della Bce, dell' Unione Europea e del Fondo monetario
internazionale, della Confindustria e del
<br>sistema bancario italiano. Noi non ci riconosciamo in questa unita'
<br>nazionale ma anzi ci battiamo per cacciare il governo Monti Fornero.
<br>
<br>Il movimento di lotta nelle fabbriche e nei posti di lavoro a cui
anche molti dei delegati e delle delegate qui presenti hanno dato vita
nei giorni scorsi deve continuare, con l’obiettivo di impedire la
trasformazione in legge del disegno Fornero. Siamo disponibili a
valutare e sostenere ogni iniziativa di mobilitazione che persegua gli
stessi obiettivi.
<br>
<br>Ma questa mobilitazione dovrà rimettere in campo non solo la difesa
dell’articolo 18 e la sua estensione ai milioni di lavoratrici e di
lavoratori che non ne sono tutelati (i precari e i dipendenti delle
piccole aziende), ma anche una piattaforma complessiva, per invertire la
tendenza a far pagare la crisi ai lavoratori e alle classi popolari.
intendiamo elaborare questa piattaforma in maniera compiuta in un
prossimo appuntamento assembleare analogo a
<br>questo. In ogni caso gia' da oggi proponiamo alcuni punti irrinunciabili:
<br>
<br>> Il blocco dei licenziamenti;
<br>
<br>> Il rinnovo di tutti i contratti attraverso piattaforme costruite con la
<br>> partecipazione democratica dei lavoratori;
<br>
<br>> La riduzione degli orari di lavoro a parità di salario;
<br>
<br>> Un aumento dei salari e delle pensioni generalizzato e consistente;
<br>
<br>> Il ripristino di una scala mobile dei salari e delle pensioni per
<br>> tutelarli dalla nuova inflazione;
<br>
<br>> La riconquista del pensionamento di vecchiaia a 60 anni di importo
<br>> adeguato;
<br>
<br>> No ai fondi pensione privati;
<br>
<br>> La definitiva abolizione di tutte le forme contrattuali precarie;
<br>
<br>> Il blocco delle privatizzazioni e la ripubblicizzazione dei servizi gia'
<br>> privatizzati;
<br>
<br>> Una politica fiscale di forti sgravi sul lavoro dipendente e sulle
<br>> pensioni compensati dall'aumento della progressività delle aliquote e da
<br>> una patrimoniale sulle rendite e sulle ricchezze;
<br>
<br>> Il diritto al reddito, alla casa e alla gratuita' di tutti i servizi
<br>> pubblici per precari e disoccupati;
<br>
<br>> La elezione libera dei propri rappresentanti sindacali, senza alcuna
<br>> limitazione da parte del padrone e senza riserva per nessuno;
<br>
<br>> L'abolizione della Bossi/Fini e uguali diritti per i migranti.
<br>
<br>Si tratta delle rivendicazioni minime e essenziali per preservare
livelli di vita e di dignità basilari in un paese civile. Se sembrano
incompatibili con il pagamento del debito, diciamo: è il debito che non
va pagato.
<br>
<br>Per questi motivi, e per difendere l’articolo 18 nel suo valore di
fondo e nella sua essenza simbolica, noi invitiamo tutte le RSU, le RSA,
le organizzazioni e le aree sindacali che condividono queste esigenze a
organizzare nelle prossime giornate dell’8 e del 9 giugno momenti di
lotta:
<br>fermate, scioperi, azioni di protesta, presidi.
<br>
<br>Indiciamo per il pomeriggio dell’8 maggio, a partire dalle 16,00 a
piazza Montecitorio un presidio della Camera dei deputati che sta
dibattendo del futuro dei nostri diritti
<br>
<br>Invitiamo tutte e tutti, RSU, RSA, organizzazioni e aree sindacali a
rendere permanente la lotta anche nei giorni successivi, fino
all’ultimo giorno utile per impedire l’approvazione parlamentare della
controriforma Fornero e ancora oltre nei prossimi mesi. <br></p><p class="testo_newsletter"><font size="4"><b style="color:rgb(255,0,0)"><a href="http://www.pclavoratori.it">www.pclavoratori.it</a></b></font><br></p>
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