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<h1 class="titolo_pagina_newsletter"><span style="color:rgb(204,0,0)">PAOLO FERRERO CHIARISCE DI FATTO LE RAGIONI DELLA NEGAZIONE DELLA PAROLA AL PCL IL 12 MAGGIO</span> </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter"><i>(10 Maggio 2012) </i></p>
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<p class="testo_newsletter">Il Segretario del PRC Paolo Ferrero ha
rilasciato una lunga intervista a il Manifesto che è davvero
chiarificatrice, se ve n'era bisogno, della strategia politica della
FDS: premere su Vendola e Di Pietro per formare insieme un'alleanza (
“federata o confederata”) che possa negoziare successivamente l'alleanza
nazionale col PD (“Insieme saremmo forti. Poi eventualmente sarà
diverso anche discutere di alleanze.. smettiamo di aspettare il PD,
iniziamo noi la partita”). Già, la “partita”. La partita è quella delle
elezioni del 2013, o addirittura anticipate, cui si potrebbe andare con
la legge elettorale attuale, dopo il terremoto del 6 Maggio. In questo
scenario il PRC è pronto a rispolverare quel canovaccio dell'”alleanza
democratica” col PD che potrebbe garantirgli la soglia agevolata del 2%
per rientrare in Parlamento. Una proposta su cui peraltro il PRC ha
celebrato il suo ultimo congresso. Il fatto che questo significhi
appoggiare il governo del centrosinistra ( come Diliberto ha il coraggio
di riconoscere apertamente) poco importa: l'essenziale sono i deputati,
non le misure che saranno chiamati a votare. Come del resto dimostra
l'esperienza tragica del sostegno delle sinistre “radicali” ai governi
di centrosinistra degli ultimi 15 anni.
<br>
<br>Ecco allora rivelato il senso ultimo attribuito alla manifestazione
del 12: mostrare l'argenteria di cui si dispone per rilanciare la
pressione su Vendola e Di Pietro, e indirettamente sul PD. L'appello
sotto traccia è uno solo:” Non scaricateci. Tanto più dopo che ci siamo
subordinati disciplinatamente al PD nelle amministrative di tutta
Italia”.
<br>
<br>E' per questo che i gruppi dirigenti della FDS hanno scelto (negli
ultimi giorni) di privare della parola in piazza il PCL, che avrebbe
avanzato pubblicamente, col massimo ascolto, una proposta politica
opposta: quella della più larga unità d'azione delle sinistre in
contrapposizione non solo a Monti, ma anche al PD che lo sostiene”.
<br>
<br>Tutto dunque ha una logica. Ma in questo caso è triste. Soprattutto
quando si nasconde dietro la retorica dell'”unità a sinistra”. </p>
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