<h1 style="color:rgb(204,0,0)" class="titolo_pagina_newsletter">ELEZIONI FRANCESI: REALTA ED ILLUSIONI </h1><div class="colbox">
<p class="data_notizia_newsletter"><i>(23 Aprile 2012) </i></p></div>
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<p class="testo_newsletter"><br>La sconfitta di Sarkosy e del suo governo
reazionario è un fatto positivo, e va completata senza incertezze al secondo
turno. Ma la soluzione della crisi sociale della Francia non verrà da Hollande,
né da un nuovo Bertinotti alla Melanchon: ma solo da una sollevazione
anticapitalista della classe operaia e delle masse sfruttate, capace di
rovesciare la dittatura dei capitalisti e dei banchieri e di imporre in Francia
un governo dei lavoratori, quale unica vera alternativa. <br>Più tarderà a
maturare questa soluzione, più aumenterà il rischio che settori sempre maggiori
delle masse popolari francesi, colpite dalla crisi, cerchino l'”alternativa” nel
partito fascista di Le Pen: la cui avanzata minacciosa, nel bacino sociale delle
classi subalterne, è la misura del drammatico fallimento delle direzioni
tradizionali della sinistra francese. <br><br>La classe operaia francese, negli
ultimi dieci anni, ha espresso tentativi ripetuti di ribellione sociale: dalla
grande rivolta contro il governo Yuppè del 1995 a difesa della previdenza
pubblica, alla straordinaria mobilitazione contro le leggi di precarizzazione
del lavoro del governo Villepin nel 2005( che costrinse il governo alla
ritirata), sino alla dinamica prolungata della lotta di massa della primavera
2010 contro la “riforma” delle pensioni voluta da Sarkosy. Ma tutti gli atti di
ribellione di massa, di piazza e di strada, sono stati traditi, sabotati o non
raccolti dalle direzioni politiche e sindacali del movimento operaio francese,
per responsabilità decisiva del PS e del PCF. Il risultato è stato la
disillusione, la demoralizzazione, il ripiegamento di ampie fasce popolari,
anche operaie, nella disperazione sociale passiva e atomizzata. Brodo di coltura
ideale per ogni forma di populismo reazionario, anche fascista. <br><br>Per
questo la costruzione del partito della rivoluzione francese, della “sinistra
che non tradisce”, è in ultima analisi, l'unica risposta reale e progressiva
alla crisi sociale e politica della Francia. <br>Sta ai marxisti rivoluzionari
francesi cimentarsi seriamente con questa sfida, superando ogni vecchio
conservatorismo settario ( Lutte ouvriere) ed ogni eterna illusione
“movimentista” ( NPA): che hanno disperso negli anni potenzialità enormi, come
emerge dai loro stessi risultati elettorali. <br>Nonostante tutto, le centinaia
di migliaia di voti proletari e giovanili indirizzati alle liste “trotskiste”
sono la prima base di partenza della costruzione del partito rivoluzionario: che
dovrà mirare a coinvolgere i più ampi settori di classe raggruppati attorno al
polo riformista del Fronte de Gauche, le cui contraddizioni interne non
tarderanno ad esplodere, tanto più a fronte di un eventuale governo Hollande.
<br><br>I Vendola e i Ferrero di casa nostra esultino pure, rispettivamente, per
le effimere affermazioni di Hollande e Melanchon, come esultarono ieri
all'unisono per Prodi, Zapatero e Bertinotti. Ma la realtà non tarderà a
presentare il conto ad ogni illusione, in Francia come in Italia, come sempre è
avvenuto. Quanto a noi, lavoreremo, assieme alle altre sezioni del Coordinamento
per la Rifondazione della Quarta Internazionale, per lo sviluppo del partito
della rivoluzione in Francia, come in Italia. L'unica risposta vera alla crisi
del movimento operaio. </p></div>
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