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<DIV><FONT size=2 face=Arial>non conosco Rapt, ma conosco Paolo. Se avessimo
avuto te,Paolo, come delegato sindacale quando io e altr* collegh* lavoravamo al
Comune di Milano come somministrat* e come co.co.pro., alla Moratti e alla
Moioli sarebbero caduti i capelli per la disperazione. </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Tu Paolo, sei un esempio fulgido di tutela
sindacale nei luoghi di lavoro. </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Rapt ha fatto un discorso più ampio, al quale ho
risposto di getto così nel sito:</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV>condivido parola per parola. In particolare mi piace evidenziare: …. “il
problema è la loro economia di mercato, basata sui profitti di pochi senza tener
conto dei bisogni dei molti, riducendoli alla fame e mettendoli gli uni contro
gli altri.”<BR>I paletti sull’età, e su ogni altra condizione particolare, sono
veramente insopportabili.<BR>Queste tue parole semplici per dirlo dovrebbero
arrivare dritte al cuore di chi si trova in mezzo al guado, e risultare monito a
chi pensa ancora di poter sguazzare.<BR>Il tono è lieve, non è da piazzarolo, e
facilissimo è sovrastarlo, ma questo non vuol dire che non possa essere
incisivo, se si riesce ad ottenere una diffusa convinzione nelle rivendicazioni
da portare ai palazzi del potere: prima le scialuppe ai bambini, e poi, senza
spingere, salvare il salvabile tutti insieme. Rimane da definire il COME e
QUANTO distribuire. Su questo occorre concentrazione, senza sfarfallare.
Stendere un Piano, alternativo al loro.</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Il Piano, imho, va fatto mettendo insieme
professionalità molto diverse e complementari. Ci sta il sindacalista, ci sta lo
psicologo del lavoro e dell'organizzazione, ma prima e sopra ogni cosa
economisti e responsabili politici guidati da una fede vera nell'uguaglianza dei
diritti di tutti gli esseri umani, prima ancora che lavoratori. Li abbiamo?
Credo di si, anche se pochi. Loro in prima fila. E poi, Paolo, tratteremo le
condizioni per il benessere nei luoghi di lavoro,compreso il controllo su
interposizioni fittizie di manodopera che sono una grande piaga. La difficoltà,
ora, è individuare le persone nuove da sostenere, economisti e
potici, perché facciano gli interessi di chi ha meno. Hai
idee?</FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
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<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=info@slaicobasmarghera.org
href="mailto:info@slaicobasmarghera.org">info@slaicobasmarghera.org</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=rapt@inventati.org
href="mailto:rapt@inventati.org">rapt@inventati.org</A> ; <A
title=redditolavoro@ecn.org
href="mailto:redditolavoro@ecn.org">redditolavoro@ecn.org</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Friday, February 17, 2012 11:11
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Redditolavoro] R: Lettera
aperta agli operai Fincantieri</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Faremo la guerra a Fincantieri, certamente sul
piano legale, e non solo se non basterà</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Fincantieri è responsabile non solo dei suoi
operai diretti, ma anche di tutti gli appalti</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>La mancanza di norme di tutela per i
metalmeccanici, i coibentatori-chimici, ed altri settori presenti in
Fincantieri come installatori di mobili e edilizia navale, nulla toglie
sia alla responsabilità solidale sia alla interposizione fittizia di
manodopera.</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Ci stiamo muovendo su tutte queste cose, a
Marghera e Monfalcone e anche su Genova a volte</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>ciao</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Di che fabbrica sei ?</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Paolo </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<BLOCKQUOTE
style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=rapt@inventati.org href="mailto:rapt@inventati.org">Rapt</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=destinatari-ignoti:
href="mailto:destinatari-ignoti:">destinatari-ignoti:</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Friday, February 17, 2012 2:45
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Redditolavoro] Lettera aperta
agli operai Fincantieri</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<H1 class=western align=center>Lettera aperta agli operai Fincantieri</H1>
<P align=center><BR><BR></P>
<P align=justify>Nel corso di questi ultimi anni, ogni volta che mi è stato
possibile, sono sceso in piazza per la difesa del posto come delle
condizioni di lavoro, al fianco vostro, ma anche di operai e lavoratori di
altre aziende. Questo perché ritengo che solo nella solidarietà fra
proletari si possano fronteggiare e risolvere i problemi che in questi tempi
si aggravano sempre più per noi.</P>
<P align=justify>Poco importa, di fronte alla grandezza dei problemi
attuali, l'accordo o disaccordo su questa o quella vertenza, ma ci sono
momenti in cui non si possono chiudere gli occhi di fronte a quello che
vogliono imporci di accettare, la resa incondizionata mascherata da mezza
vittoria.</P>
<P align=justify>Mi riferisco ad alcuni aspetti dell'accordo raggiunto in
questi giorni per la 'sopravvivenza' del cantiere di Sestri Ponente. Uso le
virgolette perché sei mesi di lavoro, fra sei mesi, per metà degli operai,
non possono essere considerati una garanzia di sopravvivenza. Certo, come
alcuni di voi hanno detto, meglio questo che il buio assoluto, ma vorrei
invitarvi a riflettere su quanto accade anche in altre aziende, molto grosse
e molto importanti. Esempio classico, la FIAT. Lotte anche lì ce ne sono
state parecchie, pagate con denunce, sospensioni e altro. Ma alla fine dei
conti, il padrone è quello che decide dei mezzi di produzione, ed ha detto
chiaramente, 'o così o fuori', e decido io se si chiude o no. Questo non per
sminuire le vostre lotte, ma solo per dire che alla fine, quello che viene
fuori è sempre e solo l'interesse del padrone. Di fatto da aprile a
settembre lo stabilimento rimarrà chiuso. Da settembre ad aprile 2013
lavorerà solo la metà degli operai. Nel frattempo 330 rimarranno a casa, fra
mobilità (che è sinonimo di esubero) e cassa integrazione. E poi? Nuovi
incontri e nuovi accordi. Ovvero, nessuna garanzia di rientro, che come
sottolineano i quotidiani, l'azienda 'non può e non vuole dare', dato che ha
più volte dichiarato fra l'altro che non le conviene, e quindi non intende,
mantenere una struttura produttiva di otto stabilimenti.</P>
<P align=justify>Inoltre, la cassa integrazione, come insegnano le
esperienze non solo mie, ma anche di altri lavoratori in tempi odierni, non
è affatto uno strumento che va a favore dell'operaio, ma il più delle volte
è l'anticamera del licenziamento, o 'esubero', come adesso lo chiamano per
non turbare gli animi. Tra le altre cose, il governo sta discutendo
attualmente sul modo per eliminare la cassa integrazione in quanto costo che
grava sulle casse dello stato. Facile capire dove vogliano andare a parare.
D'altra parte, il confronto 'con le parti sociali' in questi giorni , è
centrato sulla riforma del mondo del lavoro, per dare maggiore
'flessibilità', 'mobilità' e minori costi alla forza lavoro. In questo
senso, giocare sulle parole è abbastanza di cattivo gusto, dato che esubero
o eccedenza hanno alla fine lo stesso significato, e che l'aggiungere il
termine 'congiunturale' significa abbastanza poco, date fra l'altro le
previsioni relative all'andamento dell'economia per l'anno prossimo.</P>
<P align=justify>Un altro aspetto da chiarire a questo punto, è quello
relativo alla crisi, che molti sintetizzano con la frase 'non c'è lavoro'.
Questa è una delle bugie più grandi che si possano raccontare. Perché su
questo, i punti di vista dei lavoratori e dei padroni non possono essere
uguali. Per chi lavora, per una società in generale, il lavoro serve a
produrre quanto serve alla comunità per vivere e progredire. Di conseguenza
si dovrebbe produrre, in termini di beni di consumo come di servizi, solo
quello, e quanto, serve alla comunità per vivere. Per i padroni invece il
lavoro è il mezzo per aumentare a spese dei lavoratori il loro capitale, e
per questo producono quello che conviene loro e nella quantità massima
possibile, per ingrossare con la vendita i loro capitali e ricominciare
daccapo. Ma arrivati ad un certo punto, il potenziale produttivo è troppo,
ridurre il costo della forza lavoro fa restare ancora ad un certo livello i
loro profitti, ma così si finisce per produrre troppo, mentre sempre meno
possono permettersi di acquistare tutta questa merce. Serve a poco anche il
sistema del credito, dell'indebitarsi perché costretti a comprare. </P>
<P align=justify>Un'infermiera cubana, qualche anno fa, quando cercai di
spiegarle il sistema dei mutui e degli acquisti a credito, mi rispose 'ma
così sarete sempre costretti a lavorare per pagare loro i debiti, così
diventate schiavi': E questa di fatto è la realtà. In più, questa vendita
per denaro che non esiste e che nessuno è in grado di pagare realmente,
porta a scoppiare quella che chiamano ora 'bolla finanziaria'. Tanti soldi
virtuali che a questo punto valgono quanto quelli del Monopoli.</P>
<P align=justify>E questa è la crisi, che come al solito vogliono far pagare
a noi, togliendoci il posto di lavoro, in un modo o nell'altro,
costringendoci a lavorare per salari sempre più bassi, con sempre meno
servizi pubblici,sempre meno possibilità di discutere e obiettare; ma non
basta, ci convincono addirittura del fatto che per campare dobbiamo andare a
colpire gli interessi di altri operai come noi.</P>
<P align=justify>Mi riferisco ad esempio sia al tipo di produzioni, sia alle
condizioni poste per far andare avanti uno stabilimento. Nel vostro caso, vi
convincono che per sopravvivere avete bisogno di costruire fregate militari
e carceri galleggianti. Intanto, se l'interesse non fosse sempre l'ingrasso
di pochi padroni, nel settore navale lavoro ce ne sarebbe eccome, senza
sguinzagliare per il mondo altre armi. Basti pensare a quante carrette del
mare vengono fatte circolare senza riparazioni né manutenzione, con le
conseguenze che derivano. O al business dello smantellamento e recupero
materiali. È una ipocrisia tremenda far scendere in piazza dei lavoratori
per reclamare la produzione di una nave da guerra che servirà, oggi a
sterminare altri lavoratori in un'altra parte del mondo, ma domani magari
proprio quelli stessi che l'hanno fabbricata, visto che gli eserciti, non da
oggi, quando si mette male servono a 'domare' i lavoratori che non si
sottomettono. Idem per le carceri, che normalmente rinchiudono per lo più
proletari con problemi di sopravvivenza, ma non dimentichiamo che spesso
rinchiudono anche chi lotta per migliori condizioni di vita, inclusi
sindacalisti ed operai. Voi stessi avete ricevuto denunce per le lotte che
avete portato avanti.</P>
<P align=justify>Stesso discorso per quanto riguarda Terzo Valico e Gronda.
Premetto che non ho interessi a favore di nessun candidato, sindaco o
imperatore che sia. Ormai dovremmo averlo capito che le poltrone servono
solo a fare gli interessi di chi ha i soldi. Il punto è che, per voler
credere in una promessa di lavoro futuro, che non è detto verrà mantenuta,
per quanto sopra, non si può volere il male di altri lavoratori che si
vedrebbero in alcuni casi espropriati della casa, nel generale comunque
esposti a gravissimi rischi della salute, sia per il traffico ingente di
mezzi, sia perché il famoso 'smarino' è costituito in gran parte da amianto,
che fra le altre cose finirete per respirarvi anche voi. Il tutto in nome di
due opere che sono assolutamente inutili, perché come ampiamente dimostrato
da vari tecnici, non risolverebbero alcun problema di traffico, perché,
vista anche la crisi che fa rallentare la produzione, non si capisce dove
sia questa mole immensa di merci che dovrebbero circolare più velocemente
per fare incassare più velocemente i padroni. È chiaro che lo scopo è il
lavoro per sé, il giro di milioni che verranno intascati per la semplice
realizzazione dell'opera. Possiamo noi in nome di questo farci rifilare
opere di questo genere? Perché no allora il ponte sullo Stretto di Messina?
O magari una bella centrale nucleare davanti alla porta di casa.</P>
<P align=justify>Quello che voglio dire in definitiva, è che non possiamo
farci convincere da chi ci lascia in mezzo ad una strada da un giorno
all'altro, o nella migliore delle ipotesi ci spreme come un limone per
quattro soldi, che è nostro interesse farci ridurre sempre più a schiavi ed
in più farlo mettendoci contro altri operai e lavoratori come noi. Come
potremmo lamentarci allora se alcuni di questi facessero lo stesso con noi?
A qualcuno potrebbero promettere di fare delle belle case popolari in riva
al mare se gli da una mano a buttare fuori gli operai Fincantieri dopo il
famoso 'ribaltamento a mare'. Ma questo è cannibalismo, mangiarci fra di
noi, anziché renderci conto del fatto che il lavoro c'è, serve e va
suddiviso fra tutti, per creare le condizioni di vita necessarie alla
comunità. Gli unici che non servono a un bel niente sono i padroni, e molti
esempi lo testimoniano. Gli operai ed i lavoratori della INNSE hanno
lavorato in autogestione per un periodo; in Argentina ci sono 330 fabbriche
recuperate in autogestione dai lavoratori, quando i padroni volevano
chiuderle. E gli esempi potrebbero essere molti di più. Questo significa che
per il lavoro, l'unica cosa che non serve è il padrone. Semmai il problema è
la loro economia di mercato, basata sui profitti di pochi senza tener conto
dei bisogni dei molti, riducendoli alla fame e mettendoli gli uni contro gli
altri.</P>
<P align=justify>Con questo ovviamente non voglio dire che mi dispiace che
la metà di voi abbia una seppur minima prospettiva di poter lavorare per
qualche mese ancora. Vorrei solo che aprissimo gli occhi tutti, me compreso,
che lavoro in un settore, l'edilizia, in cui purtroppo l'ognun per sé è la
regola del giorno. Noi siamo quelli che producono tutto ciò che c'è e non
esiste già in natura, ma ci mordiamo alla gola e ai garretti per contenderci
le briciole che i padroni fanno cadere dalla loro tavola. L'unica nostra
speranza di sopravvivenza, prima che questo sistema ci butti dentro un'altra
guerra generalizzata e disastrosa come nessuna altra visto il potenziale
bellico, è quella di capire, o meglio, ricordarci, che siamo una classe,
quella che manda avanti tutto, e solo facendo i nostri interessi, tutti
uniti, potremmo scongiurare la catastrofe a cui ci stanno portando.</P>
<P align=justify>Sarò ancora e sempre al fianco delle lotte vostre, come di
tutti gli operai, per sconfiggere la logica del cannibalismo e permettere
alle generazioni prossime di vivere senza doversi scannare per un pezzo di
pane.</P>
<P align=justify>Un abbraccio da operaio e da comunista,</P>
<P align=justify>Stefano Alias.</P>
<P align=justify>17/12/2012</P>
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<P></P>_______________________________________________<BR>Redditolavoro
mailing
list<BR>Redditolavoro@lists.ecn.org<BR>http://lists.ecn.org/mailman/listinfo/redditolavoro<BR></BLOCKQUOTE>
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