Ringraziamo tutti i compagni che sono intervenuti sull'argomento anche da posizioni molto diverse se non contrastanti.<br>Intanto però abbiamo tutti un dovere: la solidarietà con il popolo greco in lotta (lotta che potrebbe essere anche la nostra tra non molto),<br>
Oggi alle ore 17 si terrà un presidio di protesta davanti al Consolato greco di via Indipendenza organizzato dal Comitato No debito.<br>Tutti i compagni sono invitati a diffondere il messaggio e a partecipare attivamente<br>
Buona Lotta,<br>per il PCL di Bologna<br>federico<br><br><div class="gmail_quote">Il giorno 15 febbraio 2012 12:01, rpk <span dir="ltr"><<a href="mailto:pol.rpk@gmail.com">pol.rpk@gmail.com</a>></span> ha scritto:<br>
<blockquote class="gmail_quote" style="margin:0pt 0pt 0pt 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex">Cari compagni del PCL, non sono d'accordo con parte della vostra analisi.<div>E' fuor di dubbio che in Grecia la situazione si dirige a tutta birra verso una rivolta popolare di dimensioni considerevoli, ma a mio avviso state invertendo i soggetti: non è il partito a determinare la rivoluzione muovendo le masse facendole diventare da riottose a rivoluzionarie, ma sono le masse divenute rivoluzionarie a istituire IL LORO partito. Il Partito Comunista è istituito dalle masse rivoluzionarie come la LORO organizzazione di classe nell'attacco contro il Capitale. Attualmente NON ESISTE il Partito Comunista formale, semplicemente perché attualmente non esiste il proletariato come classe in senso politico (non sociologico, ovviamente). Al massimo possono esistere ora associazioni di comunisti, ma non l'organizzazione di classe, il Partito Comunista.</div>
<div><br></div><div>Sindacati, KKE e tutti i servi del Capitale NON SONO gli stati maggiore del movimento, anzi, sono visti quasi sempre come un ostacolo (vedi gli scontri con il PAME); sono solo soggetti che godono ancora marginalmente di un qualche consenso tradizionalista della fetta più retrograda del movimento: ma sono certamente destinati alla cacciata e all'alleanza definitiva con il nemico, come storicamente è sempre stato fatto degli opportunisti e dai traditori socialdemocratici.</div>
<div><br></div><div>E' inoltre evidente che la parola d'ordine di "governo dei lavoratori" lascia molto perplessi. Oggi è tutto così intrecciato internazionalmente, che persino la rivoluzione è ormai palesemente un fatto mondiale; ciò che succede in Egitto e in Tunisia è fatto di interesse immediato dei compagni italiani e viceversa (vedi solidarietà ai notav). Idem per Oakland e qualsiasi altro paese in lotta. E altrimenti non potrebbe essere, aggravato dalle attuali armi nucleari in possesso di alcune potenze: se la rivoluzione accadesse in un solo paese, gli altri stati lo annienterebbero con un sol bottone. Per neutralizzare la loro forza militare specialistica è essenziale un conflitto globale su scala mondiale; se la loro guerra è totale, la nostra risposta non può che essere ancora più totale.</div>
<div><br></div><div>Il vero interesse per gli avvenimenti greci non sta tanto nelle battaglie di strada o nella caduta di questo o quel governo, ma nel vedere COME e QUANTO le battaglie del popolo greco influiscano e arricchiscano l'esperienza e le lotte del popolo rivoluzionario di tutto il mondo. In altri termini, come e quanto questi avvenimenti contribuiscano alla costituzione dell'organizzazione di classe, il Partito Comunista.</div>
<div><br></div><div>Ciao</div><div>(PS: invito i compagni a ignorare Stefano Franchi e a desistere dal "confronto" con lui, tipico del cretinismo parlamentare può becero. Questo individuo lo conosciamo tutti, è uno scarto di stalinismo putrefatto in socialdemocrazia. I dibattiti lasciamoli ai deputati e a Porta a Porta: nella vita reale quello che conta è lo scontro e chi vince.)</div>
<div><br></div><div><br></div><div><br></div><div><div class="gmail_quote"><div class="im">Il giorno 13 febbraio 2012 14:38, Partito Comunista dei Lavoratori <span dir="ltr"><<a href="mailto:pclavoratoribologna@gmail.com" target="_blank">pclavoratoribologna@gmail.com</a>></span> ha scritto:<br>
</div><blockquote class="gmail_quote" style="margin:0pt 0pt 0pt 0.8ex;border-left:1px solid rgb(204,204,204);padding-left:1ex">*I NOSTRI COMPAGNI DELL'EEK IN PRIMA FILA NEGLI SCONTRI DI MASSA<br>
IL KKE STALINISTA STA A GUARDARE IN DISPARTE *<div><div></div><div class="h5"><br>
<br>
In Grecia si concentrano tutti i sintomi classici di una situazione<br>
obiettivamente rivoluzionaria.<br>
<br>
1)Le classi dominanti non possono più governare come prima, coi vecchi<br>
schemi politici tradizionali ( alternanza tra Nuova Democrazia e Pasok):<br>
sono state costrette a ricorrere ad un governo d'emergenza di salute<br>
pubblica per cercare di imporre alle masse la ricetta massacrante della BCE<br>
. Ma oggi lo stesso governo d'emergenza è scosso da ripetute defezioni e<br>
contraddizioni ( abbandono di ministri, riduzione della sua base<br>
parlamentare, uscita dell'estrema destra del Laos). Non siamo alla<br>
disgregazione dell'esecutivo, che probabilmente terrà. Ma le nuove crepe<br>
scuotono una stabilità istituzionale che sembrava scontata e aprono varchi<br>
alla reazione popolare. Le prime contraddizioni apertesi nei corpi di<br>
polizia – dove un sindacato di categoria ha invocato l'”arresto della<br>
Troika”- indicano la profondità della crisi dello Stato greco.<br>
<br>
2)Le classi dominate non possono più vivere come prima, sotto il peso di<br>
misure finanziarie insostenibili e di una disperazione sociale dilagante<br>
.Il movimento operaio e popolare, dopo varie oscillazioni, riprende la<br>
propria ascesa, come dimostra la riuscita plebiscitaria dello sciopero<br>
generale del 10/11/2, sia nel settore pubblico che nel settore privato.<br>
Questa ascesa si carica, a sua volta, di una nuova radicalità di massa:<br>
gli scontri con la polizia davanti al Parlamento nella giornata di ieri non<br>
hanno impegnato, come a volte in passato, settori limitati e marginali, ma<br>
hanno coinvolto una massa grande di lavoratori, giovani, pensionati, che<br>
rivendicavano il proprio diritto ad occupare il Parlamento. Dentro la più<br>
grande manifestazione popolare che la Grecia abbia conosciuto dalla caduta<br>
della dittatura dei Colonnelli.<br>
<br>
3)Le classi medie delle città e della campagna, impoverite dalla crisi,<br>
mostrano segni di crescente inquietudine e disagio. Lo sciopero generale ha<br>
visto, come mai in precedenza, la partecipazione di numerose categorie<br>
professionali del commercio, dell'artigianato, come dell'intellettualità e<br>
della cultura. Ciò riduce la base del consenso sociale del governo in un<br>
momento cruciale. E contribuisce a spostare i rapporti di forza a favore<br>
dei lavoratori.<br>
<br>
Ma questa situazione non durerà a lungo. O sfocerà in una dinamica aperta<br>
di rivoluzione, con l'assalto al palazzo del governo e del Parlamento,<br>
sviluppando sino in fondo le potenzialità della giornata di ieri. O finirà<br>
col ripiegare nella rassegnazione e nell'abbandono, dopo un esaurimento<br>
infruttuoso di tante energie popolari. Questo è il bivio.<br>
<br>
Proprio per questo diventa decisivo, come sempre, il fattore soggettivo: la<br>
direzione politica e sindacale del movimento operaio e popolare.<br>
E qui vengono i problemi.<br>
Nessuno degli stati maggiori del movimento operaio greco si pone sul<br>
terreno della rivoluzione. Tutti gli stati maggiori del movimento si<br>
pongono CONTRO la rivoluzione greca.<br>
<br>
Le direzioni delle principali Confederazioni del settore pubblico e<br>
privato, di derivazione Pasok, e il sindacato controllato dal KKE<br>
stalinista ( Pame) hanno respinto la parola d'ordine dello “sciopero<br>
generale prolungato” sino al resa del governo, avanzata dai nostri compagni<br>
( EEK), a favore di scioperi generali intermittenti: nei fatti hanno<br>
lavorato e lavorano in una logica di pressione sul governo, non di<br>
rovesciamento del governo. I ripetuti scioperi generali degli ultimi anni<br>
hanno sicuramente raccolto e rappresentato la rabbia dei lavoratori: ma non<br>
l'hanno trasformata nella forza, leva risolutiva dello scontro ( col<br>
rischio alla lunga di esaurire e disperdere energie preziose , senza<br>
frutto).<br>
<br>
Sul piano politico gioca un ruolo disastroso e controrivoluzionario il KKE<br>
stalinista. Non ingannino i suoi striscioni di propaganda affissi<br>
sull'Acropoli o le sue parole d'ordine apparentemente radicali “contro i<br>
capitalisti e i banchieri”. Un conto è l' evocazione dell'immagine, un<br>
conto è l'azione concreta nella lotta di classe. Il KKE agisce contro la<br>
rivoluzione. Non solo si oppone alla sciopero prolungato, ma divide<br>
abitualmente il fronte degli scioperi e delle manifestazioni di massa,<br>
organizzando sistematicamente “proprie” iniziative separate. Non solo si<br>
sottrae ad ogni scontro di massa con l'apparato dello stato, ma è giunto a<br>
difendere con propri servizi d'ordine i palazzi del Parlamento contro la<br>
gioventù ribelle ( sempre calunniata come massa di “agenti provocatori”) e<br>
contro la rabbia popolare. Ieri, nella più grande battaglia di massa tra<br>
popolo e Stato degli ultimi 40 anni in Grecia, il KKE si è tenuto<br>
religiosamente lontano dagli scontri come osservatore distaccato:<br>
sottraendo alla forza d'urto della piazza energie potenzialmente decisive (<br>
Salvo appendere il solito striscione ad uso telecamere in cui invita a<br>
insorgere...gli altri popoli d'Europa).<br>
<br>
La nostra organizzazione del EEK- che ha raddoppiato i propri militanti<br>
negli ultimi due anni tra i lavoratori e i giovani – è l'unico partito che<br>
in Grecia si pone sul terreno della rivoluzione. L'unico che rivendica lo<br>
sciopero ad oltranza, pone la necessità dell'autorganizzazione democratica<br>
dei lavoratori e del popolo, indica il governo dei lavoratori quale unica<br>
reale alternativa. E soprattutto l'unico che agisce in questa direzione.<br>
Non a caso ieri, mentre il KKE guardava da lontano col binocolo, i nostri<br>
compagni erano in prima fila nella battaglia di strada e di piazza, al<br>
fianco di migliaia di giovani combattenti, con la parola d'ordine<br>
dell'assalto al Parlamento e del potere operaio. Certo, EEK è ancora<br>
lontano dal disporre della forza sufficiente per dirigere il movimento di<br>
massa. Ma è l'unico partito che la rabbia popolare oggi merita. L'unico su<br>
cui può contare il futuro della rivoluzione greca e la giovane generazione<br>
di Piazza Syntagma.<br>
<br>
Per questo,il PCL saluta con orgoglio i propri compagni greci. E farà del<br>
loro esempio una leva di costruzione del partito della rivoluzione in<br>
Italia.<br>
<br>
Marco Ferrando<br>
<br>
portavoce nazionale del<br>
<br></div></div>
*PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI*<div class="im"><br>
<br>
<a href="http://www.pclavoratori.it" target="_blank">http://www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it" target="_blank">info@pclavoratori.it</a><br>
<br>
SEZ. PROV. DI BOLOGNA<br>
<br>
<a href="http://sites.google.com/site/pclbologna" target="_blank">http://sites.google.com/site/pclbologna</a> - <a href="mailto:pcl.bologna@virgilio.it" target="_blank">pcl.bologna@virgilio.it</a><br>
<br>
<br></div><div class="im">
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