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<body bgcolor="#FFFFFF" text="#000000">
<font face="Arial">L'equità a cui si riferiva il ministro o
sottosegretario o il robot di risposta automatica del sito , era
l'equità intra generazionale! Qualsiasi fosse stato il sistema
esso sarebbe stato equalitario ( cioè con le stesse regole) sia
per chi era giovanissimo sia per chi meno giovane. </font>Non lo
diventa più se utilizzi ad alcuni una regola ed al altri delle altre
regole( sistema misto retributivo e/o contributivo) <br>
<br>
Il sistema pensionistico era pensato in senso solidaristico e non in
termini assicurativi. Garantiva cioè a tutti lo stesso tenore di
vita che si aveva negli ultimi anni di vita lavorativa. Non a tutti
la stessa pensione,, ma lo stesso tenore di vita. ( il sistema
prevedeva la media ponderata su tutto l'arco di vita lavorativa,poi
con Dini portata solo agli ultimi dieci anni) <br>
Il sistema pensionistico pensato porterà alla scomparsa dell'INPS
in quanto in concorrenza con le forme assicurativa private. Tanto
paghi tanto il tuo capitale sarà valutato alla fine del periodo
contributivo. E' questo la vera natura dell'intervento sulle
pensioni. <br>
Naturalmente quando è la fretta a condizionare , ma sopratutto è lo
spirito capitalistico a comandare poi si fanno i gattini ciechi. Mi
spiego<br>
Tutto è saltato quando hanno lasciato in vigore la regola dei
contributi minimi all'anno versati e contemporaneamente anche la
legge sul precariato. E' chiaro che se per definizione devi lavorare
solo alcuni periodo dell'anno , e con uno stipendio di fame e per
giunta i contributi che versi si perdono, il senso solidaristico va
a farsi benedire. <br>
Ma la soluzione non era nel togliere a tutti , tutto. Come la falce
in un prato. E' certo che così tutti i fili dell'erba sono uguali!
Peccato che però sono tutti anche ( sopratutto)più corti!<br>
La soluzione era intervenire ( e le risorse vi sono nell'INPS , se
si tiene conto solo il rapporto contributi/spesa previdenziale) , là
dove il sistema si era inceppato. Cioè far pagare di più il lavoro
precario sia in termini di contributi da parte del datore di lavoro
, sia in termini puri di salario e sopratutto far valere tutti i
contributi versati indipendentemente dalla quota minima annuale. <br>
Per quanto riguarda il periodo di non-lavoro ( senza toccare il un
salario di cittadinanza che ci porterebbe su un altro piano) L'INPS
doveva garantire i contributi figurativi a quei lavoratori precari
in attesa di nuova occupazione. Dove prendere i soldi?<br>
<br>
Ma per esempio togliendo i vitalizi parlamentari e trasformandoli in
puri contributi riferiti però allo stipendio ultimo percepito prima
dell'entrata in politica , mettendo un tetto al calcolo delle
pensione durante il periodo di doppi/tripli incarichi . Mettendo un
tetto massimo alle pensioni Ma qui basterebbe un pò di fantasia in
senso classista e di risorse se ne troverebbero. <br>
<br>
<br>
Il 14/02/2012 16.25, matilde ha scritto:
<blockquote
cite="mid:0036D93683CC440B944CA1029B6CCFEB@acera0bad218bd"
type="cite">Attento czingc ! tu dici: L'equità sarebbe stata
altresì raggiunto estendendo a tutti il sistema retributivo</blockquote>
</body>
</html>