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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">Veolià in fuga? Evviva! È l’occasione per ripubblicizzare il ciclo dei rifiuti. </h1>
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<h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter"><font size="4">Appello ai lavoratori: non fatevi ricattare. </font></h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(7 Febbraio 2012) </p>
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<p class="testo_newsletter">Ci risiamo: non appena la popolazione è
distratta dai guai causati da Monti e colleghi, speculatori senza
scrupoli provano ad approfittarne per depredare soldi pubblici e
territorio. Non si potrebbe spiegare altrimenti la sceneggiata messa in
piedi da Veolià in questi giorni: si tratta di un ricatto verso la
Regione e le altre istituzioni pubbliche. Si vuole far leva sui posti di
lavoro, in un periodo di drammatica crisi occupazionale, per ottenere
nuovi privilegi e finanziamenti nel settore dei rifiuti e dell’acqua.
<br>
<br>Veolià gestisce l’acqua regionale con pessimi risultati: da quando è
entrata in società con la Regione, le tariffe sono vertiginosamente
aumentate ed i servizi sono rimasti scadenti, mentre si sono verificati
per la prima volta episodi di taglio dell’acqua ad interi paesi. Sembra
di essere tornati al medioevo. Inoltre Veolìa gestisce gli inceneritori
di Gioia Tauro ed alcune discariche di rifiuti speciali, ovvero
discariche in cui, tra le altre cose, vanno le ceneri residue
dell’incenerimento.
<br>
<br>Guarda caso qualche giorno fa il Commissario per l’Emergenza
Ambientale, Speranza, ha annunciato la costruzione di un nuovo
inceneritore nella provincia di Cosenza: un impianto inutile che serve
solo alla ‘ndrangheta ed agli speculatori privati per continuare a
gestire i rifiuti in maniera scellerata, seppure il problema sarebbe
facilmente risolvibile realizzando un sistema di raccolta differenziata
finalizzata al riciclo ed al riutilizzo.
<br>
<br>Questo sistema non solo costerebbe molto di meno alla pubblica
amministrazione, ma creerebbe anche decine di posti di lavoro in più
rispetto all’attuale binomio discarica-inceneritore. Ecco perché
invitiamo i lavoratori a non farsi ricattare. Questa è l’occasione per
cacciare saccheggiatori locali ed internazionali e ripubblicizzare
l’intero ciclo dei rifiuti calabrese. Rivendicando un ciclo dei rifiuti
completamente pubblico e finalizzato al riciclo e riutilizzo, col
conseguente riassorbimento di tutti i lavoratori del settore nella
pubblica gestione, non si perderebbe un solo posto di lavoro, anzi, se
ne guadagnerebbero a decine mentre si risparmierebbero milioni di euro
spesi oggi per l’accantonamento e l’incenerimento.
<br>
<br>Inoltre risolveremmo finalmente il problema delle discariche che ci
costringe a vedere continuamente le nostre terre scavate e riempite di
monnezza ed i bordi delle nostre strade colmi di rifiuti, con
conseguente impatto enorme sia da un punto di vista ambientale, sia
economico su turismo ed agricoltura. Se la soluzione c’è, è economica e
non si applica, c’è una sola spiegazione: interessi privati i cui costi
vengono scaricati sulla collettività. Come ci dimostra l’operato della
Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti in Calabria,
tra questi privati il più importante si chiama ‘ndrangheta.
<br>
<br>Gli interessi dei lavoratori del settore corrispondono a quelli di
tutti i calabresi: meno soldi pubblici depredati, più occupazione,
migliori condizioni lavorative e bonifica del territorio. Gli interessi
di speculatori, multinazionali e ‘ndrangheta sono esattamente opposti.</p><p class="testo_newsletter"><b style="color:rgb(255,0,0)">PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI</b><br> </p>
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