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<h1 class="titolo_pagina_newsletter"><span style="color:rgb(153,0,0)">UN DECRETO A VANTAGGIO DI BANCHE , INDUSTRIALI, ASSICURAZIONI</span> </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(21 Gennaio 2012) </p>
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<p class="testo_newsletter">Le cosiddette “liberalizzazioni” di Monti
hanno il plauso entusiasta della stessa stampa borghese che chiede la
licenziabilità degli operai. Non è un caso.
<br>
<br>Il decreto liberalizzazioni risponde agli interessi del capitale
finanziario. Da un lato bastona i tassisti aprendo il mercato dei taxi a
speculatori faccendieri. Dall'altro premia le banche, le assicurazioni,
le imprese. Le banche incassano il nuovo business dell'obbligo di
contocorrente di milioni di pensionati poveri e delle relative
commissioni, l'ingresso più libero nella partita delle infrastrutture (
proiect financing) e dei servizi locali, la tranquilla continuità
dell'abbinamento ricattatorio tra mutui e polizze. Le assicurazioni
incassano un più rigido “controllo” dei propri clienti a vantaggio dei
propri profitti ( riparazione diretta con proprie officine senza
controllo sui pezzi di ricambio, o riduzione del risarcimento al
cliente). Le imprese incassano addirittura una magistratura speciale e
più rapida per le proprie controversie ( i comuni cittadini possono
aspettare in coda), e il libero ingresso, assieme alle banche, nel nuovo
mercato delle ferrovie senza rispetto del contratto nazionale
ferrovieri.
<br>
<br>Altro che “fase due”: continua l'eterna fase uno dell'ingrassamento dei banchieri e degli industriali a spese del lavoro.
<br>Altro che “sviluppo e crescita”: l'unica crescita prevista e
programmata è quella dei profitti del capitale, mentre FMI annuncia due
anni di nuova recessione con la distruzione di altri milioni di posti di
lavoro.
<br>Altro che “difesa dei consumatori”: si difendono gli interessi del capitale contro i consumatori e i lavoratori.
<br>
<br>Si conferma la necessità di una risposta di lotta generale al
governo dei banchieri, che unifichi attorno al mondo del lavoro
l'insofferenza sociale degli strati inferiori delle classi medie e della
popolazione povera. E' ora che sia il movimento operaio a impugnare i
forconi mettendosi alla testa delle protesta popolare e sottraendola al
rischio di egemonie reazionarie. Altrimenti, se la CGIL si subordina al
PD e dunque al governo, se la FIOM si subordina alla CGIL ( limitandosi
ad una manifestazione), se le sinistre si subordinano alla CGIL per non
rompere col PD, il rischio si va grosso. Sia socialmente, sia
politicamente.
<br>
<br>Per questo il PCL rilancia a tutte le sinistre, politiche,
sindacali, di movimento, la necessità di un vero sciopero generale dei
lavoratori contro governo e Confindustria e su un programma di lotta
indipendente. </p>
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<b style="color:rgb(255,0,0)">PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI<br><a href="http://www.pclavoratori.it">http://www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a><br>SEZ. PROVINCIALE DI BOLOGNA<br>
<a href="http://sites.google.com/site/pclbologna">http://sites.google.com/site/pclbologna</a> - <a href="mailto:pcl.bologna@virgilio.it">pcl.bologna@virgilio.it</a><br></b>