<div style="color:rgb(204,0,0)" class="colbox">
<h1 class="titolo_pagina_newsletter">CARA CAMUSSO, LA CONCERTAZIONE E' FINITA. E' L'ORA DI UNA LOTTA VERA </h1>
</div>
<div class="colbox">
<h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter">Lettera aperta a Susanna Camusso </h1>
</div>
<div class="colbox">
<p class="data_notizia_newsletter">(4 Gennaio 2012) </p>
</div>
<div class="colbox">
<p class="testo_newsletter">Cara Susanna Camusso, la ripresa della concertazione è stata un fallimento ed ora in ogni caso non vi è più nulla da concertare.
<br>
<br>Dopo lo “storico” accordo da te firmato con Confindustria il 28
Giugno, hai incassato l'articolo 8 e tre finanziarie Berlusconiane
contro il lavoro. Dopo la tua apertura di credito al governo Monti, alla
coda del PD, hai incassato una nuova finanziaria di massacro sociale-
cui non hai opposto alcuna reale resistenza- ed oggi l'annuncio di un
nuovo attacco all'articolo 18 senza neppure la parvenza di un reale
negoziato.
<br>
<br>La verità è che il governo Monti ha abrogato di fatto il tavolo di
concertazione, e che in ogni caso la sua politica sociale, dettata da
banche e Confindustria, non ha nulla da offrire ma solo da togliere al
mondo del lavoro.
<br>
<br>Sei invitata dai fatti a prenderne atto ,evitando illusioni , nuove umiliazioni, e nuove sudditanze al PD.
<br>
<br>La CGIL è nuovamente di fronte a un bivio. O una capitolazione a
Monti, Bersani, Napolitano e alla loro predicazione della responsabilità
nazionale, a favore di industriali e banchieri. Oppure finalmente una
lotta vera per arrestare la valanga: ciò che implica opporsi al governo
Monti, rompere con il PD e con Napolitano, promuovere un'azione di
massa continuativa: un'azione tanto radicale quanto radicale è l'attacco
portato ai lavoratori.
<br>
<br>Queste sono le due vie possibili. Una terza possibilità non esiste.
<br>
<br>La svolta di lotta è tanto necessaria quanto possibile. Nonostante
l'enorme disorientamento tra le fila dei lavoratori, dovuto anche a
tanti anni di speranze deluse e tradite, esiste e si allarga una domanda
di reazione ad un'offensiva senza precedenti nell'intero dopoguerra. Le
stesse lotte di fabbrica di queste ore ne sono testimonianza.
<br>
<br>La CGIL è oggi la principale organizzazione del mondo del lavoro in
Italia. La disgregazione della sinistra la carica oltretutto di un ruolo
obiettivo di supplenza politica. Se la CGIL rompesse gli indugi, si
liberasse dei riflessi concertativi, chiamasse i lavoratori ad una lotta
vera per vincere, richiamerebbe perciò stesso tante energie e
disponibilità oggi sopite. E potrebbe riaprire la partita.
<br>
<br>Se la CGIL varasse una piattaforma di lotta unificante per il blocco
dei licenziamenti, l'abrogazione di tutte le leggi di precarizzazione
del lavoro, la ripartizione tra tutti del lavoro esistente a parità di
salario, un vero salario sociale ai disoccupati, un piano di opere
sociali finanziato da grandi patrimoni, rendite, profitti; se la CGIL
preparasse su questa piattaforma uno sciopero generale prolungato , con
l'occupazione di tutte le aziende che licenziano, con la precisa volontà
di piegare l'avversario e strappare risultati, essa diverrebbe il
punto di riferimento dell'enorme malcontento sociale e un possibile
fattore politico di svolta.
<br>
<br>Molto dipende dalla tua volontà e dalle scelte del gruppo dirigente
della tua organizzazione. Di certo un rifiuto della svolta, la
continuità del piccolo cabotaggio, aprirebbero la via a una disfatta
storica del mondo del lavoro. Di cui saresti pienamente responsabile, e
senza alibi. </p>
</div>
<div style="background-color:rgb(255,255,255);color:rgb(255,0,0)" class="colbox">
<p class="firma_newsletter"><font size="4"><b>Partito Comunista dei Lavoratori <br></b></font></p><p class="firma_newsletter"><font size="4"><b><a href="http://www.pclavoratori.it">http://www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></b></font></p>
<p class="firma_newsletter"><font size="4"><b>SEZ. PROV. DI BOLOGNA</b></font></p><p class="firma_newsletter"><font size="4"><b><a href="http://sites.google.com/site/pclbologna">http://sites.google.com/site/pclbologna</a> - <a href="mailto:pcl-bologna@virgilio.it">pcl-bologna@virgilio.it</a></b></font></p>
<p class="firma_newsletter"><br></p><div style="color:rgb(204,0,0)" class="colbox">
<h1 class="titolo_pagina_newsletter">GLI OPERAI FINCANTIERI CHIEDONO CONTO A MONTI </h1>
</div>
<div class="colbox">
<p class="data_notizia_newsletter">(2 Gennaio 2012) </p>
</div>
<div class="colbox">
<p class="testo_newsletter">
<br>
<br><span style="background-color:rgb(255,255,255);color:rgb(0,0,0)">La decisione assunta stamane dai lavoratori della Fincantieri di
Sestri Ponente di promuovere uno sciopero a oltranza e il presidio degli
stabilimenti costituisce un riferimento esemplare per centinaia di
vertenze in corso a difesa del lavoro. Ha ragione Mario Monti a temere
la diffusione di “tensioni sociali”. Di fronte all'annuncio di una nuova
valanga di licenziamenti, il movimento operaio può rispondere solamente
con la unificazione del fronte di resistenza. Peraltro solamente
l'esplosione di un conflitto sociale radicale può mettere in discussione
il governo dei banchieri, scompaginare la politica italiana, e aprire
dal basso uno scenario nuovo. La decisione degli operai di Sestri è una
buona inaugurazione del nuovo anno. Il PCL si impegnerà in ogni lotta
per generalizzare il loro esempio. </span></p>
</div>
<div class="colbox">
<p class="firma_newsletter">
<br> <b>PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI </b></p>
</div><p class="firma_newsletter"><font size="4"><b><br></b></font></p>
</div>
<h2 class="titolo_menu_media_newsletter"><br></h2>