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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>eh lo so che sono contro vento, ma che volete
farci? E' dal secolo scorso che lo vado dicendo che il posto fisso,dopo i primi
entusiasmi, può diventare una galera insopportabile che deve
sopportarsi per non perdere i benefici del licenziamento. Un fronte unico di
dipendenti piatti non mi entusiasmerebbe per niente. Dico ...ebbe perché ormai
sono vecchia. Sarà che mio padre passò attraverso la prima guerra del 15-18, la
spagnola, il brigantaggio, a Melilli, poi la seconda, i bombardamenti, gli
sfollamenti, la tbc, i familiari stretti persi, a Milano, ma fu sempre autonomo
nella frutta e verdura, riverito e ricercato persino dai tedeschi, e seppe
risollevarsi. E io, che sono tutta mio padre, non mi ci sono mai vista sempre
fissa in un posto, a dipendere dagli umori e convenienze di un altro
essere, piccolo o grande che fosse. Il fronte unico, internazionalista, da
libretto rosso per intenderci, lo vedo garantendo la distribuzione delle
ricchezze, questa si fissa, e il lavoro variabile nel contesto in cui sia
possibile e utile a tutti, non solo a se stessi o a modesti gruppi. Quindi
il fornaio dove e quando serve, il sarto, il carpentiere, il tubista, tutti
riciclabili nei villaggi, grazie agli insegnamenti dei più vecchi nei mestieri e
arti. </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Ecco perché alla manifesta mi sentirei un pesce
fuor d'acqua. </FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Laura</FONT></DIV></BODY></HTML>