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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">UNA RISPOSTA GENERALE ALLA FIAT </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(23 Novembre 2011) </p>
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<br>La Fiat punta a cancellare la Fiom dai propri stabilimenti per avere
mano libera contro i lavoratori. Non è “il ritorno agli anni 50”, come
spesso si dice. E' peggio. Negli anni 50 la Fiom, pur discriminata,
aveva formalmente una presenza legittima in fabbrica e nella
rappresentanza sindacale ( Commissione interna). Ciò che la Fiat oggi
vorrebbe assomiglia di più al regime aziendale degli anni 30, con la
cancellazione ex lege di ogni presenza sindacale indipendente dal
padrone. E' una provocazione gravissima non solo contro i lavoratori
della Fiat, ma contro tutti i lavoratori italiani. Una provocazione
coperta e avallata dal nuovo governo dei banchieri, sostenuto da
Bersani, Di Pietro, Berlusconi.
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<br>Contro questa provocazione non bastano iniziative giudiziarie né
puri scioperi simbolici. E' necessaria una risposta tanto radicale
quanto radicale è l'attacco del padrone: una mobilitazione straordinaria
e continuativa, che, partendo dal gruppo Fiat, punti a coinvolgere
l'intero mondo del lavoro, collegando la difesa intransigente dei
diritti sindacali ad una piattaforma generale e unificante di
rivendicazioni sociali. Alla spallata della Fiat deve rispondere una
spallata operaia. L'unica che può ribaltare la china discendente degli
arretramenti. L'unica che può fermare la valanga avversaria. L'unica che
può imporre al centro dello scenario sindacale e politico le esigenze
degli operai, non quelle dei padroni.
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<br>Parallelamente la natura particolarmente reazionaria dell'attacco
Fiat, il suo carattere provocatorio ed extralegale, ripropone la
nazionalizzazione del gruppo, senza indennizzo e sotto controllo dei
lavoratori, come rivendicazione centrale del movimento operaio. Se una
Fiat fuorilegge rivendica l'esproprio dei diritti sindacali dei
lavoratori, i lavoratori hanno diritto a rivendicare l'esproprio della
Fiat. Il PCL propone a tutte le sinistre politiche e sindacali una
campagna nazionale attorno a questo obiettivo. Nella prospettiva di
fondo di un governo dei lavoratori che liberi la società dalla dittatura
del padronato. </p>
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