<html>
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<meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=UTF-8">
</head>
<body bgcolor="#FFFFFF" text="#000000">
<table bgcolor="#f1f1f1" cellpadding="0" cellspacing="0"
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<tbody>
<tr>
<td align="center" valign="top">
<table bgcolor="#f1f1f1" cellpadding="0" cellspacing="0"
width="700">
<tbody>
<tr>
<td colspan="3" class="hbnr" bgcolor="#ffffff"><img
alt="e Newsletter"
src="cid:part1.03010507.00090907@mclink.it"
height="66" border="0" width="460"></td>
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<td colspan="3" bgcolor="#ffffff"><img alt="."
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<tr>
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valign="top" width="15"><img alt="1"
src="cid:part3.08000601.01020806@mclink.it"
height="1" border="0" width="15"></td>
<!-- gutter /// -->
<!-- /// content cell --> <td bgcolor="#ffffff"
valign="top" width="500">
<div class="contentpaneopen_nws"><span
class="contentheading_nws">Sergio Cesaratto: Le
giornate nere del debito italiano</span> <br>
<p><img
src="cid:part4.03090609.06010906@mclink.it"
alt="" height="74" width="460"></p>
<h1>Le giornate nere del debito italiano</h1>
<h3><span style="color: rgb(128, 0, 0);">di Sergio
Cesaratto</span></h3>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm
0pt; text-indent: 35.45pt;" class="MsoNormal"><img
src="cid:part5.07050803.06000304@mclink.it"
alt="" height="173" hspace="6" align="left"
width="255">I lettori sono sicuramente
attoniti di fronte a ciò che accade. <a
href="http://www.economiaepolitica.it/index.php/europa-e-mondo/le-agenzie-di-rating-e-la-politica-europea/"><span
style="color: purple;">Antonella Stirati</span></a>
ha spiegato benissimo come sia un gioco sin
troppo facile prendersela con la speculazione
internazionale guidata dalle agenzie di rating.
E’ invece l’Europa che con <a
href="http://www.melogranorosso.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=359:riflessioni-sullattuale-situazione-europea-di-un-economista-qindignadoq&catid=48:politica-a-economia-">politiche
sbagliate</a> si espone a questi attacchi. Se
la prenda con se<span style=""> </span>stessa.
<br>
</div>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm
0pt; text-indent: 35.45pt;" class="MsoNormal">Che
fare dunque? Per capirlo, muoviamo da cosa è
accaduto nella giornata di martedì 12 luglio,
dopo il venerdì e lunedì neri che l’han
preceduta. La <a
href="http://www.economiaepolitica.it/index.php/primo-piano/per-una-nuova-politica-economica-in-europa/"><span
style="color: purple;">scarsa credibilità</span></a>
delle politiche europee, basate sulla mera
austerity dei paesi periferici, ha contagiato la
valutazione del nostro debito pubblico
accrescendo il differenziale (il famoso <i
style="">spread</i>) fra i tassi sui BTP
decennali e quelli sui corrispondenti <i
style="">Bund</i> tedeschi. Martedì è andata
meglio, a sentire i TG. Ho personalmente
ascoltato RAI News dove un eccitatissimo
Corradino Mineo ha raccontato di una giornata in
cui il Presidente Napolitano ha guidato le
sbandate compagini politiche italiane verso una
vittoria campale, mentre il generale Tremonti
lasciava il quartier generale europeo per
raggiungere la prima linea e il suo Presidente.
La borsa riprendeva, in particolare i titoli
bancari italiani. Fatto è che le banche hanno la
pancia piena di titoli del Tesoro, e che questi
aveva oggi un’asta di oltre 6 miliardi di titoli
in scadenza.<a title="" style="" name="_ftnref1"
href="http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=1390668221976889558#_ftn1"><span
class="MsoFootnoteReference"><span style=""><span
class="MsoFootnoteReference"><span
style="" times="" new="" roman=""
font-size:="">[1]</span></span></span></span></a>
A quale tasso avrebbe il Tesoro collocato tali
titoli? Poiché il mercato aveva segnalato i
giorni precedenti che i titoli italiani valevano
poco, si rischiava un tasso così alto che, così
continuando, la solvibilità dello stato italiano
sarebbe stata seriamente in forse, e così quella
delle banche (non solo italiane) che hanno il
ventre pieno di titoli del Tesoro. Non so
precisamente come siano andate le cose.<br>
<a
href="http://www.sinistrainrete.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1472&Itemid=64"><span
class="readon_nws">Read more...</span></a></div>
<div class="contentpaneopen_nws"><span
class="contentheading_nws">Antonella Stirati:
Le agenzie di rating e la politica europea</span>
<br>
<img alt=""
src="cid:part6.06020902.09040709@mclink.it"
height="87" width="460">
<h1>Le agenzie di rating e la politica europea</h1>
<h3><span style="color: rgb(128, 0, 0);">Antonella
Stirati</span></h3>
<img alt=""
src="cid:part7.03030301.01080502@mclink.it"
height="160" hspace="6" align="left"
width="270">La domanda se siano giustificate
le valutazioni delle agenzie di rating sul
debito pubblico portoghese o sulle banche
italiane che si affaccia in questi giorni sulla
stampa è una domanda in realtà malposta.
<p style="text-align: justify; line-height:
normal; margin: 0cm 0cm 6pt;"
class="MsoNormal" align="center"><br>
Se le valutazioni delle agenzie siano davvero
corrette alla fine non è assolutamente
rilevante. Di fatto, la funzione di quelle
agenzie è quella di coordinare e indirizzare
l’attività speculativa verso obiettivi
profittevoli. La domanda che ci si deve allora
porre è un’altra: un attacco speculativo
coordinato e ripetuto nel tempo è in grado di
portare Portogallo e poi Spagna e Italia nella
stessa situazione di insostenibilità del
debito pubblico in cui versa oggi la Grecia?
La risposta, su cui concordano tutti gli
osservatori autorevoli, che si tratti dei
commentatori del <em>Financial Times </em>Martin
Wolf e del Wall Street Journal Simon Nixon (ma
si veda anche sul <em>Sole 24 Ore</em> del
9/7 l’intervista a Alessandro Guzzini), del
‘guru’ della finanza George Soros, o di noti
economisti di diverso orientamento (ad esempio
A. Sen e Brad De Long) è: <em>CERTAMENTE SI,
a meno che, e questa è l’unica possibilità
di salvezza, la BCE non compia una svolta
radicale nella propria politica e intervenga
in modo tale da garantire bassi tassi di
interesse sui titoli del debito sovrano di
tutti i paesi europei</em>, non diversamente
di quanto ha sinora fatto la Federal Reserve
nei confronti del debito pubblico americano.
Gli strumenti tecnici e le proposte in tal
senso non mancano, non ultima quella circa la
creazione di eurobonds recentemente
sottoscritta da firme molto autorevoli, tra
cui quella di Giuliano Amato.</p>
<br>
<a
href="http://www.sinistrainrete.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1470&Itemid=64"><span
class="readon_nws">Read more...</span></a></div>
<div class="contentpaneopen_nws"><span
class="contentheading_nws">S.Cesaratto e
L.Turci: Manovre più eque? Prima cambi la
politica europea</span> <br>
<img alt=""
src="cid:part4.03090609.06010906@mclink.it"
height="74" width="460">
<h1>Manovre più eque? Prima cambi la politica
europea</h1>
<h3><span style="color: rgb(128, 0, 0);">Sergio
Cesaratto e Lanfranco Turci</span></h3>
<img alt=""
src="cid:part9.07010105.07010701@mclink.it"
height="217" hspace="6" align="left"
width="196">Su <i style="">Il Riformista</i>
di qualche giorno fa Roberto Gualtieri aveva
criticato Enrico Morando per la sua difesa dell’<i
style="">entità</i> della manovra del governo.
Le motivazioni più pregnanti di difesa della
manovra Morando le trovava nella necessità di
rendere credibile ai mercati la sostenibilità
del nostro debito pubblico, sì da non essere
ulteriormente penalizzati sui tassi di
interesse. L’abbarbicamento al governo di una
compagine ormai allo sbando, persino col suo
timoniere economico indebolito, ha fatto balzare
all’insù gli <i style="">spread</i> dei BPT
rispetto ai Bund tedeschi, e questo ha ieri
rinvigorito Morando nella sua richiesta di una
manovra ancora più rigorosa per entità e
contenuti. Ma gli spread, a ben vedere, erano
già saliti nelle scorse settimane, e
indipendentemente dal rigore o meno della
manovra in discussione. Gualtieri aveva infatti
perfettamente ragione: è la poca credibilità
delle politiche economiche europee per gli
stessi mercati a causare quegli aumenti, come il
declassamento del debito portoghese da parte di
Moody ha ulteriormente dimostrato. L’aumento
degli <i style="">spread</i> sui nostri tassi è
frutto di questa scarsa credibilità, dovuta alla
natura di “fatica di Sisifo” dei piani nazionali
di rientro dal debito (una vera “mission
impossible” in queste condizioni). L’Europa sta
applicando infatti le catastrofiche ricette
seguite dopo la grande crisi del 1929, i mercati
lo sanno e fiutano sangue. Noi siamo molto
preoccupati. A nostro avviso: <br>
<br>
<div style="line-height: 150%; margin: 0cm 0cm
0pt; text-indent: 35.45pt;" class="MsoNormal"><span
style="color: black;"><span style=""> </span>(a)
non è vero che rigore e crescita vadano
assieme, come sostiene Morando. La
sostenibilità di lungo periodo dei debiti
pubblici (e privati) è solo ottenibile se
l’Unione, nel suo insieme, persegue un
cammino di crescita e di riequilibrio della
competitività fra i paesi membri. Questo
implica sostegno alla domanda aggregata
soprattutto nei paesi forti, attraverso
l’abbandono delle loro politiche
neomercantiliste di moderazione salariale.
Implica inoltre una politica di investimenti
industriali, infrastrutturali e ambientali
su base comunitaria .</span><br>
<a
href="http://www.sinistrainrete.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1469&Itemid=64"><span
class="readon_nws">Read more...</span></a></div>
<div class="contentpaneopen_nws"><span
class="contentheading_nws">Andrea Fumagalli:
La crisi greca, ovvero il biopotere dei
mercati finanziari</span> <br>
<img alt=""
src="cid:part10.06070005.07060605@mclink.it"
height="99" width="460">
<h1>La crisi greca, ovvero il biopotere dei
mercati finanziari</h1>
<h3><span style="color: rgb(128, 0, 0);">di
Andrea Fumagalli</span></h3>
<img
src="cid:part11.00000303.07040904@mclink.it"
alt="" height="184" hspace="6" align="left"
width="245">Circa un anno fa, il ministro
Tremonti era impegnato in una frenetica
attività per garantire la solidità dei conti
pubblici italiani e tranquillizzare i mercati
finanziari. Due erano le ragioni che venivano
adottate dal commercialista per dichiarare che
mai l’Italia avrebbe potuto fare la fine della
Grecia e dell’Irlanda: la solidità delle
nostro sistema bancario, che solo
tangenzialmente era stato toccato dalla crisi
finanziaria, e il fatto che i conti pubblici
erano sotto totale controllo grazie alle
manovre di contenimento promulgate dal governo
(?).<br>
<br>
Oggi la situazione si presenta alquanto
diversa.<br>
<br>
Moody’s in questi giorni ha declassato a
spazzatura (<em>junk</em>) i titoli di stato
portoghesi. Si sta ripetendo la ”farsa” della
Grecia. Nell’ultimo anno, come è noto, la
Grecia ha adottato <em>obtorto collo</em>,
dietro imposizione della troika: FMI, BCE,
ECOFIN, misure draconiane di riduzione del
deficit pubblico, già a partire dalla seconda
metà del 2010: riduzione del 15% degli
stipendi pubblici, blocco delle assunzioni,
aumento dell’imposizione fiscale, in
particolare dell’Iva, programma di
privatizzazioni senza precedenti per un valore
di circa 50 miliardi di euro. Il risultato è
al momento il seguente: secondo i dati
Eurostat, resi noti nell’aprile scorso, a fine
2010, il rapporto deficit pubblico/Pil è
aumentato sino al 10,5%, rispetto al valore di
9,4% previsto dal governo greco sulla base
della manovra effettuata (contro il 32%
dell’Irlanda, il 10,4 del Regno Unito, il 9,2%
della Spagna e del Portogallo, il 7% della
Francia). <br>
<a
href="http://www.sinistrainrete.info/index.php?option=com_content&view=article&id=1468&Itemid=57"><span
class="readon_nws">Read more...</span></a></div>
<p> </p>
<p> </p>
</div>
</div>
</td>
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src="cid:part3.08000601.01020806@mclink.it"
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<p class="footerText"><a
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</tbody>
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