<div>Da svariati mesi ormai mi trovo sempre più spesso a scrivere, recitare, veicolare necrologi di compagni.</div>
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<div>Pezzi di storia, di vita personale, tanti, troppi.</div>
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<div>Claudio Rotondi, Franca Salerno, Leonardo Fortuna ( il “Daddo” del 1977), Caterina Terenzi ( la mamma di Mario Salvi).</div>
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<div>Lo scorso 1 Maggio, durante gli interventi alla festa dei contadini di Acquafredda che avevano appena sventato lo sfratto del Vaticano, mi trovai a recitare questo triste elenco.</div>
<div>A meno di un paio di metri, con la sua solita aria allegra, Valerio Panzironi infornava salsicce per il pranzo della festa. Chi poteva immaginare che il prossimo sarebbe stato lui ?</div>
<div>Ed invece è andata proprio così.</div>
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<div>Personalmente lo conoscevo da pochi mesi.</div>
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<div>Di vista invece no, la sua faccia allegra, quegli incredibili baffoni, mi erano familiari da decenni.</div>
<div>Il classico incontro alle manifestazioni ma anche il lontano ricordo di assemblee infuocate alla “Sala Fredda” della Cgil, negli anni ottanta, quando ancora si facevano le riunioni intercategoriali, lui tramviere, io bancario.</div>
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<div>Chissà perché, forse per un pregiudizio generazionale ( anche se non ci divideva più di un lustro), l’avevo sempre associato al Pci, ad un mondo che, seppure ho attraversato anche io velocemente proprio negli ottanta, mi rimaneva culturalmente alieno se non a tratti pure del tutto estraneo.</div>
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<div>Ed invece, quando qualche mese fa l’ho conosciuto personalmente nelle varie iniziative di quartiere ( era da poco diventato il segretario del circolo di Rifondazione di Primavalle), ho scoperto un’altra storia, molto più vicina alla mia.</div>
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<div>Certo, veniva da una famiglia di militanti del Pci, mi raccontava che Giancarlo Pajetta era spesso ospite a casa sua, ci aveva raccontato a tutti pubblicamente, durante l’iniziativa del 25 Aprile, la sua esperienza di adolescente negli scontri di Porta San Paolo nel luglio del 1960.</div>
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<div>Ma la sua militanza vera, quello che più l’aveva segnato, era stata in Potere Operaio, nell’intervento all’interno dei quartieri di Roma Sud.</div>
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<div>E in alcune lunghe chiacchierate dello scorso aprile, il 7 alla manifestazione per ricordare Mario Salvi ed il 16 al presidio davanti la sede del Collettivo Antagonista, mi aveva fatto capire, senza compiacimenti reducistici ma senza nemmeno pentimenti e prese di distanza che culturalmente non gli appartenevano, di aver vissuto direttamente anche una certa evoluzione che dall’ambiente di Potere Operaio di Roma Sud aveva poi portato ad altre cose.</div>
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<div>E poi mi raccontava del durissimo impegno sindacale all’Atac, dalla Cgil al Comitato di Lotta, e poi la Cnl, il Sult, l’Sdl fino al recente pensionamento, in quella continua ricerca organizzativa collettiva tesa a meglio rappresentare e difendere i tramvieri romani.</div>
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<div>Ed anche di alcuni scontri personali furibondi con Bertinotti, già nella Cgil e poi all’interno di Rifondazione Comunista.</div>
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<div>Era evidente che voleva riportarmi dentro Rifondazione, da cui ero uscito con furore nel 2008, ma non me l’ha mai chiesto apertamente, non era nel suo carattere e nel suo stile “pesare” troppo sui compagni ed in genere sul prossimo …</div>
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<div>Dava piacere ascoltarlo, un pezzo di storia vivente del proletariato romano ma al tempo stesso capace di ironia ed autoironia, in quel “restiamo umani” ripreso da Vittorio Arrigoni che spesso recentemente era portato a declinare.</div>
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<div>Un altro incontro intenso lo avevamo avuto pochi giorni prima dei recentissimi referendum, al metrò Battistini, tutti e due a cercare disperatamente di far funzionare un marchingegno/audio per trasmettere un po’ di musica tra una megafonata e l’altra, senza riuscirci. Ma anche tutti e due convintissimi che i referendum sarebbero andati bene, lo si capiva dalla gente che passava e veniva a parlarti, dai pischelli che ti chiedevano gli adesivi …</div>
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<div>Infine l’ultimo incontro, quasi muto, nel frastuono del Consiglio Municipale aperto sul contratto di quartiere, una mezz’ora seduti vicini. Era lunedì 20 Giugno, pochi giorni fa.</div>
<div>Va a sapere che era l’ultima volta …..</div>
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<div>Troppe cose avrei voluto ancora raccontarti e farmi raccontare da te ….</div>
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<div>Ma, senza retorica ( a te non sarebbe piaciuta), sono lusingato ed orgoglioso di averti conosciuto, sia pure per pochi mesi, e di aver conquistato la tua amicizia e la tua stima..</div>
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<div>Ciao, Valè, che la terra ti sia lieve ….</div>
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<div>Dario</div>
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<div>COMUNICATO STAMPA</div>
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<div>Il compagno Valerio Panzironi ci ha lasciati</div>
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<div>Oggi, nelle prime ore del pomeriggio, il compagno Valerio Panzironi si è spento nell’ospedale San Filippo Neri dove era stato ricoverato nella notte di sabato scorso per problemi cardiaci.</div>
<div>Valerio era il segretario del Circolo di Rifondazione Comunista "Guido Puletti" di Primavalle da appena sette mesi. Ma la sua generosità, il suo impegno politico e la sua grande umanità, che già lo avevano contraddistinto in tanti decenni spesi per sostenere le lotte dei lavoratori dell’Atac e di tutti gli oppressi, non erano mai venute meno neanche in questo ultimo anno in cui aveva ripreso a impegnarsi nuovamente a tempo pieno, per dare ancora una volta una mano e provare a "cambiare lo stato delle cose presenti".</div>
<div>Noi lo vogliamo ricordare ancora sorridente dietro ai suoi incredibili baffoni e con quel suo "restiamo umani" che è riuscito sempre a trasmettere a tutti noi, insieme a una umiltà nel fare le cose che troppo spesso non si trova più tra di noi che restiamo qui in silenzio.</div>
<div>Che la bandiera rossa, quella che hai alzato e sventolato tante volte nella tua vita, possa ricoprire con delicatezza il tuo corpo di uomo e di compagno.</div>
<div>Ciao Valerio.</div><br><div><font face=Verdana,Arial size=2>----<br>
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