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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">LE CARTE IN TAVOLA DI NICHI VENDOLA, UN CANDIDATO “ALLA PARI” </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(8 Giugno 2011) </p>
</div>L'intervista odierna di
Nichi Vendola al Corriere della Sera è uno squarcio di luce sulla realtà
del vendolismo, che fa giustizia di tanti abbagli a sinistra. Cosa dice
pubblicamente il governatore della Puglia? Che “ Sel e PD debbono
unificarsi in un nuovo soggetto”; che “ anche la sinistra radicale deve
accorgersi che non si può tenere in piedi il vecchio Welfare”; che
chiunque vinca le primarie “ha come compito primario quello di allargare
la coalizione alla UDC”; che “il rapporto molto buono con la UDC in
Puglia” così come “l'apertura di Pisapia a Tabacci a Milano” dimostrano
“che possiamo tutti impegnarci per lo stesso obiettivo..perchè tutti
sono in gioco alla pari” ( Corriere della Sera - 8/6- pag.11)
<br>
<br>Bene. Chi ha creduto che Vendola fosse la “nuova” sinistra italiana,
è servito. Vendola in persona gli comunica pubblicamente che pur di
concorrere “alla pari” con Bersani per candidarsi a premier del
centrosinistra, è disposto non solo a sciogliere Sel in un abbraccio
mortale con un partito liberale come il PD, ma anche ad assumere in
prima persona tutti gli oneri che ne conseguono: aprire ad un partito
confessionale come la UDC ( alla faccia delle rivendicazioni laiche e
libertarie) e negoziare i sacrifici sociali col padronato e la finanza
europea ( alla faccia dei lavoratori e della stessa Fiom). Sullo Stato
di Israele “che ha trasformato il deserto in Eden” il Nichi nazionale ha
già avuto occasione di pronunciarsi: per rassicurare a futura memoria
la potente ambasciata sionista.
<br>
<br>Tranquillo, compagno Vendola: sei davvero un candidato “alla pari”.
Nel senso che sei indistinguibile da un'intera generazione di politici
borghesi che hanno solleticato voti a sinistra per candidarsi a gestire
le politiche dominanti. Sempre preoccupati di legittimarsi agli occhi
degli industriali, dei banchieri, del Vaticano,del Sionismo, per
ottenere il loro viatico. Sempre disponibili al più spregiudicato
trasformismo pur di far carriera nei salotti istituzionali. La stessa
storia del PRC, come sappiamo, è lastricata di questi tristi esempi.
<br>
<br>Lasciamo allora che la Federazione della Sinistra ti chieda di
costruire insieme “la sinistra” del centrosinistra, prendendo in mano
quella bandiera di Sel che tu lasci cadere. O che ti annunci il proprio
sostegno in eventuali primarie.
<br>
<br><b>Noi siamo e resteremo fuori da questo gioco (governista) di caselle.
Noi continueremo a batterci per costruire “ la sinistra che non
tradisce”: su un programma di indipendenza di classe e di rivoluzione
sociale. E di certo la tua intervista confessione spiega le ragioni del
Partito Comunista dei Lavoratori meglio di quanto noi avremmo saputo
fare. </b>
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