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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">UNIFICARE LA LOTTA
<br>OCCUPARE GLI STABILIMENTI FINCANTIERI </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(25 Maggio 2011) </p>
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<p class="info_o_sintesi_newsletter"><i>testo volantino </i></p>
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<p class="testo_newsletter">        
<br>La Fincantieri, dopo mesi di annunci e smentite sul futuro degli
stabilimenti, ha annunciato il suo piano aziendale. Il tutto dopo aver
messo migliaia di lavoratori diretti in cassa integrazione ed estromesso
migliaia di lavoratori delle ditte di appalto dagli stabilimenti,
spesso senza il riconoscimento degli ammortizzatori sociali.
L'amministratore delegato Giuseppe Bono ha avuto l'ardire di definire
“piano anticrisi” quella che è con tutta evidenza una dichiarazione di
guerra sociale contro i lavoratori di Fincantieri.
<br>
<br>Il piano aziendale prevede la chiusura degli stabilimenti di
Castellammare di Stabia, di Sestri Ponente e di Riva Trigoso, tre su
otto stabilimenti presenti nel Paese; il licenziamento di 2.551 su 8500
lavoratori diretti. Di questi oltre un migliaio di esuberi (1125)
verranno spalmati nei rimanenti stabilimenti del gruppo (Palermo,
Muggiano, Marghera, Ancona, Monfalcone). E' evidente che se questo piano
verrà attuato, migliaia saranno i lavoratori delle ditte di appalto in
tutto il paese che perderanno il posto di lavoro.
<br>
<br>Il piano aziendale, oltre alle chiusure degli stabilimenti e al
licenziamento dei lavoratori, prevede un drastico ridimensionamento dei
diritti ed aumento dello sfruttamento dei lavoratori. Questo attraverso
una riorganizzazione del lavoro in linea con quanto applicato da
Marcchionne nel gruppo Fiat.
<br>
<br>Questo piano aziendale va respinto integralmente, non c'è nulla da
trattare. Non può esservi negoziato su un piano di annientamento di
questa portata. Non si può scaricare sui lavoratori la crisi
capitalistica di sovrapproduzione che investe il settore, ne i
lavoratori della cantieristica italiana possono accettare la loro messa
in concorrenza con i lavoratori della cantieristica di altri paesi del
mondo (Stati Uniti d'America, Germania, Francia, Polonia, Corea del
Sud).
<br>
<br>I lavoratori dello stabilimento di Ancona già il 22 aprile hanno
occupato, in segno di protesta, i binari della stazione ferroviaria per
rivendicare la certezza del posto di lavoro. Dopo l'annuncio del piano
aziendale i lavoratori di Genova e di Castellammare hanno dato una prima
risposta. Ora si tratta di svilupparla ed estenderla, il piano
aziendale può essere respinto solo unificando la forza di mobilitazione
dei lavoratori di tutti gli stabilimenti.
<br>
<br>I lavoratori giustamente stanno rivolgendo la loro rabbia e
indignazione contro la direzione aziendale e contro il governo, a Genova
il corteo operaio si è rivolto verso la Prefettura, a Castellammare è
stato occupato il Municipio.
<br>
<br>Proprio a partire da questa consapevolezza operaia, riteniamo
necessario superare l'attuale frammentazione delle vertenze azienda per
azienda, fabbrica per fabbrica. Per questo chiediamo alla Fiom di
creare un vero coordinamento dei lavoratori della Fincantieri, di
unificare ed estendere la mobilitazione, con l'occupazione immediata di
tutti gli stabilimenti minacciati.
<br>
<br>In ogni caso il Partito Comunista dei Lavoratori interverrà con
questa proposta di lotta radicale tra i lavoratori. Solo la forza
operaia può strappare risultati.
<br>Nessun stabilimento deve essere chiuso, nessun lavoratore deve
essere licenziato. Il lavoro deve essere ridistribuito tra tutti i
lavoratori, anche attraverso la riduzione, a parità di salario,
dell'orario di lavoro. </p>
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<p class="firma_newsletter"><font size="4"><b>Partito Comunista dei Lavoratori <br></b></font></p><p class="firma_newsletter"><font size="4"><b><a href="http://www.pclavoratori.it">http://www.pclavoratori.it</a> - <a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a><br>
</b></font></p>
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