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<b class="RecordTitle">
Il Cittadino - Quotidiano del Lodigiano - 09/02/2011 </b><br><br><table align="left" border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" width="100%"><tbody><tr style="font-family: georgia,serif;">
<td class="occhiello" colspan="2"><font size="6"><b>I Cobas invitano a incrociare le braccia venerdì </b></font></td>
</tr>
<tr style="font-family: georgia,serif;">
<td class="titolo" colspan="2"><font size="6"><b>Agi, autisti in sciopero: «Dateci almeno i bagni» </b></font></td>
</tr>
<tr style="font-family: georgia,serif;">
<td class="sommario" colspan="2"> </td>
</tr>
<tr style="font-family: georgia,serif;">
<td class="testo" colspan="2">
<p style="float: left;">
<img src="http://edicola.ilcittadino.it/edicola/2011/02/09/Foto/img_4436-120.jpg" border="0" height="394" hspace="6" vspace="3" width="353"></p>
<p style="display: inline;"><font size="4">Gli autisti del gruppo Guidovie
scioperano venerdì anche per avere servizi igienici decenti ai
capolinea. C’è anche questa motivazione, anche se non è l’unica, a
portare il Sindacato intercategoriale Cobas a indire per l’11 febbraio
una giornata intera di sciopero per operai e impiegati e l'astensione
dal lavoro dalle 8.30 alle 15 e dalle 18 a fine servizio per il
personale viaggiante, salvaguardate quindi le fasce garantite per legge
perché considerate di punta per gli spostamenti dei pendolari. La
procedura “di raffreddamento” che aveva portato al confronto tra vertici
aziendali e rappresentanti sindacali il 13 gennaio scorso, presso la
prefettura di Milano, non ha portato, secondo i Cobas, risultati
concreti. «A mio parere il sindacato, di fatto, nel gruppo Agi oggi non
esiste, se lo intendiamo come presenza capace di rivendicare diritti
fondamentali dei lavoratori - commenta Fulvio Di Giorgio, uno dei
leader del sindacato intercategoriale -. Le rsu sono scadute da un anno,
mi risulta una pioggia di richiami disciplinari che mi sembra
colpiscano i lavoratori che hanno il coraggio di alzare la voce. Bene, è
il momento di alzarla tutti insieme. Per il rispetto della legge, non
perché vogliamo fare i “rivoluzionari”». Alla questione dei servizi
igienici si affianca quella della sicurezza dei depositi: «Ci chiediamo a
che punto siano le procedure per la certificazione di agibilità delle
varie sedi - aggiunge Daniele Todaro, che per Si Cobas si occupa delle
problematiche del trasporto in Lombardia -. E poi c’è la questione
salariale: ci sono lavoratori costretti a impegnare anche 12 ore della
loro giornata per l’azienda, fermi in capolinea lontani ad attendere la
corsa successiva, con pause non pagate, ma a fronte di questo la
contrattazione aziendale è ferma da lustri. Teniamo conto che il
contratto collettivo di settore è scaduto da tre anni, che i giovani
percepiscono stipendi molto più bassi dei loro colleghi con anni di
anzianità, che il costo della vita è salito e che si tratta di un
lavoro che deve garantire la sicurezza di migliaia di viaggiatori. Per
non parlare dei problemi tecnici, con i bus che rimangono freddi nella
stagione invernale». Secondo Todaro «la situazione nel gruppo Agi,
riguardo al contratto integrativo, non è purtroppo l'unica, la
situazione in generale è sempre più difficile anche nel nostro
settore».Un’altra questione sollevata dai Cobas è quella dei tempi di
percorrenza: secondo il sindacato gli orari di alcune corse, nei momenti
di congestione del traffico, sono impossibili da rispettare, «ma le
colpe dei ritardi poi sembrano cadere sempre sugli autisti». <b>Carlo Catena</b></font></p></td></tr></tbody></table><br>-- <br>-------------------------------------------------------------------<br>Questa mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una corrispondenza personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I tuoi dati non saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone. Serviranno solo ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati di interesse politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi sul diritto alla privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da questo indirizzo, o in realtà non lo sei mai stato - anche se ciò è sintomo di arida non curanza - ti preghiamo di risponderci con una mail di insulti. Sempre meglio l'odio che l'indifferenza. Oppure puoi farlo direttamente rispondendo a questa mail con la parola CANCELLAMI. ;-)<br>