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<b><span style="font-family: Calibri;"></span></b><b><span
style="font-family: Calibri;">Giovedì, 10 febbraio 2011, h.
18.00 presso il San Precario Space e BOOKLET MILANO</span></b>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: Calibri;">Via
Mario Pichi, 3, Milano, Zona Ticinese, M2 (P.ta Genova o
Romolo), Tram 3.</span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: Calibri;">Presentazione
del primo numero dei QUADERNI DI SAN PRECARIO. Saranno
presenti molti degli autori e dei cospiratori. Aperitivo e
buffet Ingresso libero.</span></b></p>
<p style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt;"><span style="font-family:
Calibri;"> <br>
</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;">QUADERNI DI
SAN PRECARIO</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> Critica
del diritto, dell’economia, della società</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> I Quaderni
di San Precario sono frutto della collaborazione di una tribù
assai eterogenea, composta da singoli soggetti e realtà di
attivisti e ricercatori che si muovono tra Milano, Torino,
Genova con sconfinamenti verso Brescia, Bergamo e Pavia. Essi
rappresentano, in particolare, la gemmazione spontanea nata
dall’incontro della rete di Intelligence Precaria e della
MayDay, che da anni anima le lotte sul precariato a Milano, con
alcuni componenti del collettivo di UniNomade 2.0.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> Si
propongono un lavoro di ricerca, analisi, progetto per
contribuire a una necessaria, e non più rinviabile, “rivoluzione
copernicana”: rovesciare l’interpretazione sottomessa e passiva
dei codici e delle leggi, così come la visione antiquata del
ciclo produttivo e della composizione di classe, rivendicando
con orgoglio - nella pratica e nell’elaborazione teorica -<span
style=""> </span>le innovazioni politiche che possono
derivare da “un punto di vista precario”.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> Siamo
partiti dalla constatazione la precarietà oggi informa di sé
l’esistente, rappresentando l’unico vero elemento unificante,
nella molteplicità delle casistiche e nella diversità delle
esperienze, al di sopra di ruoli, incarichi, mansioni, norme
arcaiche. Tale cognizione ci affranca da rituali tentativi di
ripetizione delle lotte del passato. Essa è invece propedeutica
all’invenzione di forme alternative, contemporanee, di
organizzazione e di rivendicazione. Questa è l’essenza del
lavoro politico-culturale che la rivista si propone, centrando
completamente il proprio focus sul tema della precarietà: essere
un momento di discussione e di costruzione collettiva di tale
prospettiva che va pensata come agency - ovvero come azione,
auto-posizionamento del soggetto agente e assunzione di
responsabilità insieme.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> In questo
senso circolare, la prima parte della rivista (diritti) è
dedicata alla descrizione di vertenze legali esemplari, compresa
la loro gestione processuale. Una messa in comune di esperienze
(precedenti) che va intesa come realizzazione e trasmissione di
un sapere precario che diventa forma conflittuale adeguata alla
contemporaneità. La seconda parte (soggetti) indaga le
soggettività precarie - come si ricompongono e si scompongono
bisogni e desideri all’interno della frammentarietà e della
contrattazione individuale? La terza parte (territori) è
dedicata alla proposta politica e alle forme della
rivendicazione e della lotta - sul posto di lavoro come nella
vita.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: Calibri;"> </span></p>
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