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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">TUNISIA ED EGITTO INDICANO LA VIA. </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(30 Gennaio 2011) </p>
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<p class="testo_newsletter">TUNISIA ED EGITTO INDICANO LA VIA.
<br>
<br>SOLO UNA SOLLEVAZIONE OPERAIA E POPOLARE PUO' SPAZZARE VIA
BERLUSCONI NELL'INTERESSE DEL LAVORO, E APRIRE UNO SCENARIO POLITICO
NUOVO
<br>
<br>
<br>La crisi politica e istituzionale dell'Italia precipita.
<br>
<br>La seconda Repubblica è in piena decomposizione. La sua crisi ormai
trascina con sé la guerra senza tregua tra tutti i poteri dello Stato.
Mentre il decantato “bipolarismo” si riduce alla contrapposizione tra un
sultanato decadente da basso impero, sorretto da deputati corrotti e
dagli avvocati personali del sultano, e un'opposizione parlamentare
fallita che si affida a Bankitalia,a Confindustria, alla Magistratura,
al Papa. Senza che né il berlusconismo reazionario, né
l'antiberlusconismo liberale, possano tracciare una via d'uscita dalla
crisi istituzionale e dalla propria stessa crisi.
<br>
<br>Tanto più in questo quadro, il movimento operaio non può limitarsi
all'iniziativa sindacale, ma deve battersi per una propria soluzione
della crisi politica italiana. Con la consapevolezza che tutte le
rivendicazioni sociali delle proprie lotte quotidiane riconducono alla
necessità di una alternativa politica radicale.
<br>
<br>La nostra opinione è molto semplice. C'è una sola via per liberarsi
di Berlusconi senza affidarsi agli amici “democratici” di Marchionne: la
via della rivolta di massa. Prima la Tunisia, poi l'Egitto, hanno
dimostrato una volta di più che ciò che si riteneva impensabile è
possibile; che quando il popolo cessa di avere paura e si scrolla di
dosso la rassegnazione, si trasforma in una forza enorme capace di
rovesciare regimi apparentemente inespugnabili; che solo il
rovesciamento rivoluzionario di un governo può aprire uno scenario
politico nuovo per gli oppressi. E' una lezione preziosa per i
lavoratori e le masse popolari italiane.
<br>
<br>Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio sia allora
l'inizio di una vera prova di forza: di una mobilitazione generale,
continuativa, radicale, che si proponga di bloccare l'Italia sino alla
cacciata del governo e alla sconfitta di Fiat e Confindustria; che punti
a processare non solo Berlusconi ma le classi dirigenti del Paese; che
miri a unificare attorno a sé le ragioni di tutti gli sfruttati, nella
prospettiva di un governo dei lavoratori.
<br>
<br> Non si tratta di porsi alla coda delle Procure o dei partiti
borghesi liberali. Si tratta di porsi alla testa della rabbia sociale,
dell'indignazione morale, di ogni protesta democratica, per dar loro uno
sbocco rivoluzionario. Questa e solo questa è la via dell'alternativa.
Ed è possibile. Non c'è alcuna forza “oggettivamente” superiore alla
forza di milioni di lavoratori e di sfruttati. Quando le masse sapranno
essere tanto radicali quanto lo sono i loro nemici, nessun muro reggerà
il loro urto. E' l'insegnamento della storia, di ieri e di oggi.
<br>
<br>Sviluppare tra le masse, controcorrente e in ogni lotta, la
coscienza di questa verità è il lavoro quotidiano del Partito Comunista
dei Lavoratori. Contro tutti i predicatori di un “realismo” che ignora
esattamente la realtà. </p>
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<p class="firma_newsletter">MARCO FERRANDO </p>
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