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<h1 class="titolo_pagina_newsletter">L'ONDA RIVOLUZIONARIA DELLA TUNISIA CONTAGIA L'EGITTO </h1>
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<p class="data_notizia_newsletter">(27 Gennaio 2011) </p>
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<p class="testo_newsletter"> Esplode anche in Egitto dopo la Tunisia la
protesta antigovernativa. Oltre 200mila sono i manifestanti che scendono
nelle strade egiziane per urlare il proprio dissenso contro il regime
del Cairo; un movimento composto da studenti, lavoratori e disoccupati.
<br>La reazione non ha atteso molto per usare la violenza, Mubarak ha,
già, in pochi giorni effettuato oltre 1000 arresti. Le forze reazionarie
del governo egiziano non si sono fermati neanche di fronte ai media,
fobia della reazione: 8 giornalisti che avevano inscenato una protesta
davanti alla sede del loro sindacato- secondo la tv araba Al jazera-
sono stati arrestati.
<br>Per il regime le manifestazioni popolari rappresentano "una sfida
spudorata" all'autorità dello Stato. E' quanto ha sottolineato in una
nota il ministero dell'Interno egiziano, stando a quanto ha riportato il
sito web del quotidiano 'al-Masry al-Youm'. Nella nota, il ministero ha
invocato la fine delle proteste per evitare "ripercussioni negative
sulla sicurezza pubblica". Insomma finitela o sarà un massacro!
<br>
<br> "Speriamo che il presidente egiziano Mubarak continui, come ha
sempre fatto, a governare il suo paese con saggezza e lungimiranza". A
dichiararlo, intervenendo a “Radio anch'io” su Radio 1, è stato il
ministro degli Esteri Franco Frattini, sottolineando come “tutto il
mondo” consideri l'Egitto "punto di riferimento per il processo di pace
che non può venire meno". Insomma il governo Berlusconi non ha lesinato
il sostegno al regime di Mubarak. In più Frattini da illuminato
diplomatico ha espresso il suo giudizio politico : "La situazione
egiziana - ha dichiarato - non è comparabile a quella tunisina: in
Egitto vi sono delle pulsioni del fondamentalismo islamico,
dell'estremismo radicale..." Dunque non manifestate per il pane e il
lavoro, perchè il regime teocratico è dietro l'angolo...
<br>
<br>L’ascesa rivoluzionaria dunque, nonostante il giudizio del ministro
Frattini, sta avendo un evoluzione particolare. Sia sotto il profilo
della evoluzione delle parole d’ordine e dei sentimenti di massa, " Pane
e libertà" sia per ciò che riguarda il processo di critica del regime,
una critica ad oggi laica e radicale. Lo scontro frontale con la
repressione poliziesca, sin dai primi giorni della rivolta, ha
rapidamente posto in primo piano nelle manifestazioni di massa le parole
d’ordine direttamente politiche. La richiesta iniziale del pane e del
lavoro si sta mutando progressivamente nella rivendicazione della
cacciata del governo.
<br>
<br>La rivoluzione egiziana, la struttura sociale del paese, la natura
delle forze in campo, dicono che solo una rivoluzione socialista, solo
un governo degli operai, dei contadini, delle masse povere della
popolazione, può portare sino in fondo gli stessi obiettivi democratici
della rivoluzione. Questo è il punto decisivo.
<br>La rivendicazione di una libera Assemblea Costituente, dello
scioglimento dei corpi repressivi dello Stato, della formazione dei
consigli dei lavoratori e dell’arresto della casta dei militari complici
di questo regime pluridecennale, richiedono uno scontro frontale con la
borghesia Egiziana.
<br>
<br>Per il rovesciamento del Regime di Mubarak
<br>Per un governo operaio, contadino e delle masse povere egiziane
<br>Per un medioriente unificato, laico e socialista </p>
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