<div class="colbox"><h1 class="titolo_pagina_newsletter">Fuori la polizia dalle Università</h1></div><div class="colbox"><h1 class="sottotitolo_pagina_newsletter">Il
gravissimo atto repressivo perpetrato dal rettore dell'Università della
Calabria, in collaborazione con accondiscendenti apparati dello Stato,
ai danni della comunità universitaria e del movimento studentesco,
merita una dura condanna.</h1></div><div class="colbox"><p class="data_notizia_newsletter">(18 Gennaio 2011)</p></div><div class="colbox"><p class="testo_newsletter">Il
gravissimo atto repressivo perpetrato dal rettore dell'Università della
Calabria, in collaborazione con accondiscendenti apparati dello Stato,
ai danni della comunità universitaria e del movimento studentesco,
merita una dura condanna.<br>Impedire lo svolgimento di un'assemblea
pubblica convocata dagli studenti nella loro aula magna, attraverso un
cordone di forze dell'ordine, è esemplificativo delle condizioni di
agibilità democratica all'interno dell'ateneo ed in generale rispecchia a
pieno la deriva autoritaria che contagia da tempo le istituzioni di
questo paese, a tutti i livelli.<br>Non esistono motivazioni plausibili
per giustificare lo schieramento del reparto celere della polizia di
stato, affiancato da carabinieri e digos, all'interno del campus
universitario.<br>È inammissibile impedire lo svolgimento di una
discussione tra studenti, ricercatori e docenti all'interno dell'ateneo
che essi vivono quotidianamente e di cui sono la linfa vitale.<br>Non si tratta di un caso isolato.<br>Già
il 15 gennaio di due anni fa, in occasione dell'inaugurazione dell'anno
accademico, il nostro "longevo" rettore-padrone ebbe modo di riempire
l'ateneo di forze dell'ordine, tramutandolo di fatto in un campo di
battaglia con tanto di cecchini sui tetti. Una militarizzazione che
aveva lo scopo di svilire l'università, ridotta a vetrina del consueto
carosello politico-istituzionale (alla presenza eccezionale dal
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), e di oscurare
l'opposizione al governo e la forte mobilitazione presente all'Unical.<br>Ma
il dispiegamento delle forze dello stato all'interno di un campus non
rappresenta certo una vicenda circoscritta al solo contesto calabrese e
universitario.<br>Dall'Università ai rifiuti, dalle fabbriche alle zone
terremotate, la spinta di opposizione e resistenza sociale, proveniente
da ampie fasce di popolazione, sta inducendo le istituzioni italiane ad
una netta capitolazione autoritaria tesa a preservare i privilegi della
casta economica del paese e dell'intero occidente.<br>Lo smantellamento
progressivo e sistematico dello stato sociale, la distruzione del
diritto al sapere e l'asservimento della libera conoscenza al mercato
del lavoro, la precarietà e la ricattabilità sistemica di cui sono
vittime intere generazioni, rendono la situazione ormai insostenibile.<br>Il
Partito Comunista dei Lavoratori appoggia e sostiene
l'autodeterminazione e l'autodifesa degli studenti nei confronti degli
attacchi di un governo reazionario e dei suoi apparati repressivi: solo
una mobilitazione ad oltranza, che riesca ad unire le ragioni degli
studenti alle istanze di lotta dei movimenti territoriali e di tutto il
mondo del lavoro, permetterà il riscatto sociale necessario ad impedire
la riproposizione di simili, deprecabili, episodi.</p></div><div class="colbox"><p class="firma_newsletter">Partito Comunista dei Lavoratori - Sezione di Cosenza</p><p class="firma_newsletter"><a href="http://www.pclavoratori.it">http://www.pclavoratori.it</a></p>
<p class="firma_newsletter"><a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></p><p class="firma_newsletter"><a href="http://www.pclcalabria.it">http://www.pclcalabria.it</a><br></p></div>