<div class="colbox">
<h1 class="titolo_pagina_newsletter">Il Partito Comunista dei Lavoratori
<br>al fianco dei lavoratori e giovani di Tunisia
<br>e Algeria, per la vittoria rivoluzionaria della loro lotta. </h1>
</div>
<div class="colbox">
<p class="data_notizia_newsletter">(16 Gennaio 2011) </p>
</div>
<div class="colbox">
<p class="testo_newsletter">Riportiamo qui di seguito il comunicato
emesso il 12 gennaio dal nostro partito sugli avvenimenti in corso in
Tunisia. Due giorni dopo il dittatore Ben Alì era costretto dalla
mobilitazione delle masse a fuggire precipitosamente.
<br>La rivoluzione tunisina ha conosciuto la sua prima vittoria. Ora è
necessario che non si arresti, continui fino allo smantellamento di
tutte le istituzioni della dittatura, alla convocazione di una vera
assemblea costituente. Ma è al contempo necessario che si sviluppino
strutture di potere operaio e popolare. La liberazione del popolo
tunisino dalla fame e dallo sfruttamento è infatti possibile solo con
uno sviluppo senza interruzione della rivoluzione, dagli obbiettivi
democratici a quelli sociali di liberazione dal capitale imperialistico e
dal suo partner minore, la borghesia tunisina, che la dittatura di Ben
Alì rappresentava.
<br>Una Tunisia realmente libera può essere solo una Tunisia rossa in
cui il potere sia nelle mani dei consigli (o comitati)di lavoratori,
contadini e masse povere delle città e delle campagne e di un governo
espressione di essi.
<br>Il successo iniziale della rivoluzione in Tunisia conforta in ogni
modo le nostre prospettive rivoluzionarie e contrasta con il pessimismo
del falso “realismo” riformista. Pochi, o forse nessuno, avrebbe potuto
pensare, anche un solo mese fa,che l’apparentemente stabile dittatura
tunisina sarebbe crollata come un castello di carte sotto la pressione
di una mobilitazione rivoluzionaria di massa. La lezione che ne viene ha
valenza internazionale. Di fronte alle contraddizioni lancinanti del
capitalismo ci possono essere sconfitte e arretramenti, ma
<br>anche improvvise esplosione rivoluzionarie. E’ a queste che si
devono preparare i marxisti e l’avanguardia di classe, senza facilonerie
ottimiste, ma in piena coscienza e… sapendo osare.
<br>
<br>FG 15 gennaio 2011
<br>
<br>Il Partito Comunista dei Lavoratori al fianco dei lavoratori e giovani di Tunisia
<br>e Algeria, per la vittoria rivoluzionaria della loro lotta.
<br>
<br>I lavoratori e i giovani e l’insieme delle masse popolari di Tunisia
e Algeria sono oggi in lotta contro le drammatiche conseguenze della
crisi mondiale del sistema capitalistico nei loro paesi; conseguenze
aggravate dalla disastrosa politica dei loro governi corrotti e
proimperialisti.
<br>Il Partito Comunista dei Lavoratori saluta, sostiene e partecipa
pienamente alla eroica battaglia del proletariato e della gioventù del
Magreb.
<br>In Tunisia lo scontro ha ormai raggiunto il livello di una
situazione rivoluzionaria. Il criminale regime fantoccio del bonaparte
sanguinario Ben Alì è posto in questione.
<br>Questo è evidenziato -oltre che dalla reazione stragista del regime-
dalla preoccupazione con cui seguono lo sviluppo degli avvenimenti le
potenze imperialistiche; in primo luogo l’imperialismo italiano di cui
Ben Alì è stato storicamente uno strumento, a partire dalla sua presa
del potere nel 1987 con un colpo di stato, organizzato in diretto
collegamento con i servizi segreti italiani e l’allora Primo ministro
Craxi, il famigerato delinquente politico morto latitante in Tunisia per
sfuggire alle condanne emesse contro di lui dalla magistratura
italiana.
<br>I prossimi giorni possono essere quelli decisivi. La lotta va
portata avanti fino alla cacciata di Ben Alì. Ma l’unica soluzione per
uscire dalla situazione di fame e disastro economico è che il movimento
di massa non si limiti a ciò, dando il potere ad un qualche “governo
democratico” o “demo-islamico”, legato ancora all’imperialiasmo e alle
forze reazionarie del mondo arabo.
<br>Quello che è necessario è che il movimento di massa si autoorganizzi
in comitati e consigli nei luoghi di lavoro, di studio e nei quartieri e
che sulla loro base nasca, con il rovesciamento rivoluzionario del
regime, un governo operaio e popolare, che rompa con l’imperialismo,
espropri senza indennizzi le sue proprietà e quelle della parassitaria
borghesia tunisina e, in congiunzione con gli sviluppi della lotta in
Algeria contro il regime di Butflika, inizi la transizione al
socialismo.
<br>Un tale sviluppo avrebbe rapide e importanti ripercussioni, non solo
in tutto il Nord Africa, ma nel mondo e in particolare nell’Europa
meridionale.
<br>
<br>Viva l’eroica lotta dei lavoratori e giovani di Tunisia e Algeria.
<br>Abbattere il regime sanguinario del dittatore Ben Alì
<br>Per una Assemblea Costituente Democratica
<br>Processare e punire i boia e i corrotti del regime
<br>Espropriare senza indennizzo le proprietà imperialiste e quelle della borghesia tunisina
<br>Per un governo operaio e popolare, basato sui consigli di lavoratori, studenti e popolo
<br>Per gli stati uniti socialisti del Magreb. </p>
</div>
<div class="colbox">
<p class="firma_newsletter">Partito Comunista dei Lavoratori (per la Quarta Internazionale) <br></p><p class="firma_newsletter"><a href="http://www.pclavoratori.it">http://www.pclavoratori.it</a></p><p class="firma_newsletter">
<a href="mailto:info@pclavoratori.it">info@pclavoratori.it</a></p><p class="firma_newsletter"><br></p>
</div>