<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
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<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">
<P align=left>Nel volantino sembra risuonare lo spirito radicale di Ludd;
poi, un ottimo commento di Dino Erba; infine, un comunicato dei lavoratori della
Bocconi in sciopero, dal tenore sicuramente più prosaico e sindacale.</P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P align=left>e</P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </P>
<P align=left> </P>
<P align=left>Volantino distribuito durante il corteo del 14 a Milano</P>
<P align=left> </P>
<P align=left><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT><BR> <BR><FONT
color=#ff0000 size=6><STRONG>BRACI ARDENTI NELL'INVERNO</STRONG></FONT></P><FONT
color=#ff0000 size=6><STRONG></STRONG></FONT></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=4><STRONG>ovvero, cos'è
stato questo strano movimento
studentesco?<BR></STRONG></FONT><BR><BR><BR><BR><BR><BR>Da un lato, è stata
un'altra ondata di freddo.<BR><BR><BR>Si poteva sentire qualcosa di troppo
finto, troppo tarocco, nell'aria che si respirava queste ultime settimane, negli
slogan che si cantavano in corteo, tra le righe degli articoli dei giornali.
<BR><BR><BR>Se leggevi La Repubblica senza uscire di casa, senza sapere cosa
stava succedendo in piazza, potevi avere l'impressione che stesse scoppiando
l'insurrezione in Italia. Scontri dappertutto, il paese bloccato, il governo
pronto a cadere. Poi c'era la realtà della piazza, delle occupazioni. Bella, ma
non aveva nulla a che vedere con ciò che si poteva leggere nella
stampa.<BR><BR><BR>Questo ci insegna che la sinistra, per quanto appaia morta,
sa ancora usare i suoi vecchi trucchi. L'hanno proprio pompato questo
“movimento”! La Repubblica, la CGIL, i partiti di sinistra e anche non di
sinistra che hanno tutti una stessa ossessione: far cadere
Berlusconi.<BR><BR><BR>Hanno voluto rifarci l'Onda. L'Onda: una perfezione fino
ad ora inedita nel marketing della contestazione. Una truffa su scala
generazionale. Dovrebbe essere insegnata nei corsi di formazione politica di
ogni partito: un nome bello come un surfer sulla spiaggia, canzoni che suonano
bene, delle azioni riproducibili, un nemico ben definito. E poi, il niente.
Crolla il castello di carte, l'operazione è fallita, si proverà di nuovo tra due
anni. E l'hanno fatta ripartire quella macchina! La metafora questa volta non è
più il mare ma il cielo: tutti sui tetti, tutti sui monumenti!<BR><BR><BR>Gli
studenti e i ricercatori sui tetti, i monumenti occupati, i cortei enormi:
questo è stato il lato spettacolare di questi giorni. Di questo si è parlato,
scritto, dibattuto tanto e ancora tanto. Tutto questo teatro ha sopratutto
permesso di nascondere l'altro lato del movimento. I sinistroidi, tutti
esaltati, si felicitavano: non si parla più delle minorenni che si scopa
Berlusconi, si parla della legge Gelmini, dei tagli, della politica. Un altro
velo per nascondere l'ovvio, per ritardare ancora un po' l'inevitabile, per
continuare a credere nel sogno, anche se siamo ora tutti svegli.<BR><BR><BR>Le
forze dell'ordine hanno giocato la loro parte: qualche manganellata, un po' di
sangue qua e là per far tornare l'indignazione che sembrava sparita insieme alla
sinistra. I “radicali” hanno indossato i caschi e hanno fatto partire qualche
fumogeno, che fa sempre bella scena sulle foto. Allo scontro nessuno ci voleva
andare. Il G8 di Genova è ancora nelle teste di tutti, da entrambi le
parti.<BR><BR><BR>Il movimento si è dunque giocato sopratutto sul piano
virtuale, perché andare su quello reale aprirebbe la porta a una potenza che
farebbe cadere molto più del governo, che potrebbe metter fine a ogni forma di
governo. La sinistra lo sa, perché questa porta si aprì già trent'anni fa e il
prezzo per richiuderla fu altissimo. Tanti l'hanno pagato con la propria vita.
La sinistra sarà sempre il miglior guardiano di questa porta, evitando ad ogni
costo che la lotta si porti sul piano reale. <BR><BR><BR>Dall'estate in Italia
si vive un'atmosfera di fine regno. Su tutti i canali dello spettacolo si parla
solo del re-buffone, sia per difenderlo che per linciarlo. Si parla sopratutto
della sua fine, di come andrà a chiudersi questa parentesi politica. L'unico
contenuto della sinistra durante questi ultimi anni è stato l'antiberlusconismo.
Un'opposizione morale al personaggio, al posto di un'opposizione politica allo
stato delle cose di cui lui è solo l'emanazione più caricaturale. Ecco come il
discorso della legalità è diventato l'alfa e l'omega della sinistra italiana,
l'ostacolo che si incontra sempre quando si prova ad incidere sul presente, e
che non si riesce a superare da tanti anni.<BR><BR><BR>E' così, è la fine di un
regno. Ma questa fine, quest'apocalisse, non c'entra niente con Berlusconi. Si
tratta della fine di un mondo.<BR><BR><BR><BR><BR>Da un altro lato, è stato un
fuoco capace di scaldarci.<BR><BR><BR>Il sentimento della fine di questo mondo,
lo si rivive ogni tanto. Non tutti i giorni. Lo si rivive quando si fa troppo
ovvia la distanza fra il vissuto e la sua immagine, fra ciò che si vive e ciò
che si vede. Questo sentimento l'abbiamo provato spesso questi giorni. Si fa
sempre più pressante. Ci chiama all'azione.<BR><BR><BR>Nelle occupazioni delle
scuole e delle facoltà tutti i discorsi sul “movimento” – sia quelli che lo
sostenevano, sia quelli che lo denunciavano – sembravano molto spesso fuori
luogo. La Gelmini, la sua fottuta riforma, l'università pubblica, il governo,
gli scazzi tra i politici... Tutto questo suonava ogni giorno più assurdo, più
lontano da ciò che si stava vivendo, roba di un altro mondo. <BR><BR><BR>Le
parole d'ordine che escono dalle casse dei furgoni durante i cortei non si
capiscono più. Ma di che cazzo stanno parlando? <BR>Ci parlano di diritti, ma
questi diritti che enumerano le costituzioni di ogni paese del mondo, questi
milioni di pagine di leggi, contratti, codici che regolano ogni aspetto
dell'esistenza, non ci renderanno mai felici. Ma che senso ha questa vita sotto
garanzia?<BR>Ci parlano di dare più soldi alla scuola mentre dappertutto il
denaro non porta che distruzione e desolazione. Ma soldi per fare cosa?
Ricercatori, ma per ricercare cosa? Come sfruttare di più questa terra e i suoi
abitanti? Come produrre più merda ad un prezzo più basso? Come vivere di più
rinunciando a tutto ciò che rende una vita degna di essere vissuta?<BR>Ci
parlano di fare fuori tal dirigente e rimpiazzarlo con un altro meno stronzo. Ma
porco dio perché diamine dovremmo aver bisogno di essere governati?
<BR><BR><BR>Nelle occupazioni, nelle strade, nelle assemblee, si ponevano
questioni di tutt'altro genere. Questioni politiche. Tipo: Come organizzare il
pranzo per tutti nella facoltà occupata? Come bloccare effettivamente la
stazione? Come trovarsi con gli altri che lottano altrove? Come sbarazzarsi
della polizia? Da questo punto di vista, questo movimento è stato sopratutto un
momento d'incontro. E ogni vero incontro è un evento. L'incontro è ciò di cui è
tessuta la storia. Tanti ragazzi e ragazze che prima si incrociavano nei
corridoi delle scuole ignorandosi sono diventati una potenza reale. Capace del
meglio e del peggio. Questi vari percorsi si sono incontrati spazzando via il
regno dell'indifferenza. E quando la stampa e la televisione non parleranno più
del movimento, quando i contestatori spettacolari saranno scesi dei tetti, cosa
rimarrà? Rimarrà questa potenza. Ecco dov'era la bellezza di questo strano
autunno italiano. Ecco dov'era la luce nelle tenebre. Riconoscendo e
raccogliendo questa luce si costruisce irreversibilmente il movimento che
seppellirà il vecchio mondo.<BR><BR><BR>Durante i blocchi, le occupazioni, le
fughe dalla polizia, le città hanno cambiato volto, come se una nuova
cartografia si sovrapponesse a quella esistente. Durante le azioni di questi
giorni, si sono appresi quali sono i punti chiave che fanno funzionare
l'economia della metropoli. Anche questo rimarrà. <BR><BR><BR>Finora spostarsi
nella metropoli voleva dire andare da casa a scuola, dal lavoro all'aperitivo.
Questi giorni invece, sapersi spostare nella metropoli voleva dire saper
stravolgere la funzione dei suoi dispositivi, trasformandoli in mezzi al nostro
scopo. La velocità della metropolitana ha permesso di essere ovunque alla faccia
degli sbirri. Gli spazi delle università occupate sono diventati un rifugio e
una base di attacco.<BR><BR><BR>Una stazione occupata a Milano, un'autostrada
bloccata a Bologna, un esproprio a Genova: da una città all'altra si passa la
parola, si diffondono le pratiche. Un'emulazione senza centro, senza direzione.
Una staffetta che passa per Londra e per Atene. Queste immagini che riusciamo a
scorgere rafforzano la certezza che il momento che stiamo vivendo non c'entra
niente con la legge Gelmini ma fa parte di qualcosa di molto più profondo. Non
sono da vedere come degli esempi da seguire, ma come i frammenti per ora
dispersi dello stesso incendio che non si spegnerà mai.</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT> </DIV></FONT>
<P align=left><FONT color=#ff0000 size=7 face="Microsoft Sans Serif"><STRONG>No
future!</STRONG></FONT></P>
<P align=left><FONT size=4
face="Microsoft Sans Serif"><STRONG></STRONG></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=4 face="Microsoft Sans Serif"><STRONG>Uno strano
movimento di strani studenti</STRONG></FONT></P>
<P align=left><FONT size=4
face="Microsoft Sans Serif"><STRONG></STRONG></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=4
face="Microsoft Sans Serif"><STRONG></STRONG></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=4
face="Microsoft Sans Serif"><STRONG></STRONG> </P></FONT><I>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
lavorare per 40 anni prendendo una paga</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">misera e chiedersi se
riuscirai mai ad andare in pensione ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa buoni
del tesoro, fondi pensione rubati e la</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">frode della borsa
...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa essere
costretti a sottoscrivere mutui per la casa,</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">che alla resa dei conti
paghi a peso d’oro...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa il
diritto dei dirigenti di licenziarti quando</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">vogliono...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
disoccupazione, lavoro temporaneo, paghe da</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">400 euro con o senza
previdenza sociale ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
“incidenti” sul lavoro mentre i padroni</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">diminuiscono i costi
sulla sicurezza ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
ammalarsi a causa del lavoro troppo duro ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
consumare psicofarmaci e vitamine per far</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">fronte a orari di lavoro
estenuanti ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa
lavorare per i soldi che servono a comprare</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">medicine, per mantenere
il tuo potenziale lavorativo ...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">VIOLENZA significa morire
su letti belli e pronti in orribili ospedali,</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">se non ti puoi permettere
la bustarella.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Proletari dal GSEE
occupato, Atene, dicembre 2008.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P></I>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Sono sempre di più gli
studenti consapevoli che la riforma Gelmini non ha alternative. E se
alternative</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">ci fossero, sarebbero
peggio del male.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">La causa apparente della
riforma Gelimini è il taglio alla spesa pubblica. Ma i conti non
tornano,</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">perché i quattrini, per
la scuola privata, ci sono.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">La causa vera è che il
futuro offre molto poco, anzi pochissimo, a chi, nei prossimi anni,
uscirà</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">dalla scuola, e
soprattutto dall’università. E allora, per i padroni, tanto vale ridurre le
spese. Ai livelli</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">superiori, basta tenere
in piedi una struttura, in grado di accogliere un numero ridotto di
privilegiati.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Ai livelli inferiori, a
partire dalle elementari, prevale il fai da te. Sulle spalle delle famiglie
e</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">degli insegnanti. Per i
ricchi, c’è sempre la scuola privata.</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>La scuola non è
altro che il </FONT><B><FONT size=2>banco di prova </FONT></B><FONT size=2>di un
sistema in bancarotta, che non è in grado di assicurare</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">alcun futuro alla
stragrande maggioranza della popolazione. Nella migliore delle ipotesi,
il</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">domani sarà come il
presente. Salvo qualche brusco scossone che, all’improvviso, precipita verso
il</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">basso le nostre
condizioni di vita e di lavoro. Al peggio non c’è fine.</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>In Italia i
</FONT><B><FONT size=2>disoccupati </FONT></B><FONT size=2>REALI sono circa
quattro milioni. La cassa integrazione sta terminando e,</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">nel 2011, i licenziamenti
saranno circa mezzo milione. Secondo la Caritas, i poveri sono
8.370.000;</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">altre 800mila persone
hanno visto peggiorare le loro condizioni di vita. Questo significa che un
italiano</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">su sette fatica a mettere
insieme il pranzo con la cena, a pagare il mutuo, a mandare i figli a</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">scuola, a curarsi
...</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Questi dati desolanti
potrebbero essere confortati da una possibile uscita dal tunnel della
crisi.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Ma le cronache economiche
non alimentano illusioni: i timidi accenni di ottimismo sono subito</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">smentiti, da nuove e più
gravi preoccupazioni.</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>Dopo il
</FONT><B><FONT size=2>crash </FONT></B><FONT size=2>di Grecia e Irlanda ... è
l’ora della Spagna? L’Italia è in pole position. Ma il gioco</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">al massacro non è finito.
Tutti i Paesi della UE versano in condizioni difficili. Negli ultimi due
anni,</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>la </FONT><B><FONT
size=2>produzione industriale </FONT></B><FONT size=2>è caduta del 12% (UK), del
15% (Francia) e del 20% (Italia, Germania e</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Spagna). Di Romania e
Bulgaria non se ne parla neanche. Sono in fondo al pozzo.</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>Con le misure
anti-crisi, i </FONT><B><FONT size=2>sacrifici</FONT></B><FONT size=2>, i
padroni non fanno altro che estorcere quattrini ai proletari,</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">per salvare se stessi e i
loro servi, politicanti e sbirri. Questi quattrini non danno fiato alla
produzione,</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">ma finiscono subito nel
calderone della speculazione, preparando nuovi e più gravi dissesti
economici.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Né più né meno di quanto
avviene negli Stati Uniti d’America, dove, lo scorso novembre, il</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">governo ha regalato 600
miliardi di dollari alle banche, con la scusa di sostenere le imprese. Ma
le</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">uniche imprese che ne
approfittano sono quelle finanziarie, per nuove speculazioni. Le altre
imprese,</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">le industrie, hanno
l’acqua alla gola, affogano nel mare della stagnazione (il crollo della
produzione</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">industriale è stato più
del 10%); e non attirano certo i quattrini. Altro che investimenti
produttivi!</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Nelle fabbriche, l’unica
via praticata è il maggiore sfruttamento degli operai, come avviene
alla</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Chrysler di Marchionne, a
Detroit, come nelle altre fabbriche della FIAT, e di tutti gli altri
padroni</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">del mondo. Senza
eccezione. In Italia come in Brasile, negli USA come in Cina.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Intanto, intorno alla
«fortezza Europa», le acque si fanno assai agitate. I pescecani
dell’economia</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">mondiale stanno rovinando
un numero crescente di Paesi, gettando nella miseria e nel terrore
milioni</FONT></P>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>di proletari. Di
pari passo, </FONT><B><FONT size=2>crescono i flussi migratori</FONT></B><FONT
size=2>: 700 milioni nei prossimi anni (MOISÉS</P></FONT></FONT>
<P align=left><FONT face="Microsoft Sans Serif"><FONT size=2>N</FONT><FONT
size=2>AIM, <I>700 milioni la migrazione del secolo</I></FONT><FONT size=2>, «Il
Sole 24 Ore», 23 febbraio 2010). Molti di quei milioni</FONT></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">di proletari in fuga sono
cinesi, quei cinesi che, secondo i preti del capitale, dovrebbero
vivere</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">una nuova primavera di
crescita e sviluppo. In realtà, vivono in un inferno, di sfruttamento e
repressione;</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">che i padroni europei
vorrebbero imporre anche a noi.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Di fronte a questo
scenario, i ritocchi alla riforma Gelmini servono a ben poco. Anzi, a
nulla.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Come a nulla servono i
ritocchi al governo Berlusconi. È il sistema che è da cambiare, e da
buttare.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Tutto il sistema è da
buttare. Molti studenti lo hanno capito. Il 14 dicembre 2010.</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"><STRONG>Dino
Erba</STRONG></FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Milano, 17 dicembre
2010</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Il GSEE è la
Confederazione Generale del Lavoro della Grecia (affiliata alla CSI). Il 17
dicembre</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">2008, molti lavoratori
occuparono la sede del GSEE di Atene, e diffusero un comunicato in
cui</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">affermavano che la loro
azione aveva lo scopo di «sfatare il mito generato dai media che i
lavoratori</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">non avrebbero partecipato
agli scontri e che la rabbia di questi giorni sarebbe dovuta a qualche
centinaia</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">di “mascherati”,
“teppisti” ed altre favole simili». Gli striscioni appesi davanti al palazzo
dicono:</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">«Dagli “incidenti” sul
lavoro agli assassini a sangue freddo - lo Stato/Capitale uccide»;
«Nessuna</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">persecuzione! Rilascio
immediato di tutti gli arrestati!»; «Sciopero Generale!»;
«L’autorganizzazione</FONT></P>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">dei lavoratori sarà la
tomba dei padroni!».</FONT></P>
<P align=left> </P><I>
<P align=left><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Come un inverno fatto di
mille dicembre</FONT></I><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">,
TPTG-Blaumachen, 4 febbraio 2009, in</FONT></P>
<P><A
href="http://www.tapaidiatisgalarias.org/wp-content/uploads/2009/12/inverno.pdf"><FONT
size=1
face="Microsoft Sans Serif">http://www.tapaidiatisgalarias.org/wp-content/uploads/2009/12/inverno.pdf</FONT></A><FONT
size=1 face="Microsoft Sans Serif">.</FONT></P>
<P><FONT size=1 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><FONT size=1 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><A href="http://www.operaicontro.it/index.php?id=5b94b5b70"><FONT size=1
face="Microsoft Sans Serif">http://www.operaicontro.it/index.php?id=5b94b5b70</FONT></A></P>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P><FONT size=2
face="Microsoft Sans Serif">
<H2 class=contentheading><FONT color=#ff0000>Lavoratori della Bocconi in
sciopero. Non accadeva dal 1992! </FONT></H2>
<DIV class=contentheading><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV class=contentheading><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV class=contentheading><FONT size=3
face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV class="article-tools clearfix">
<DIV class=article-meta><SPAN class=createdate>Sabato 18 Dicembre
2010 </SPAN><SPAN><A title=E-mail
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href="http://www.caunapoli.org/index.php?option=com_mailto&tmpl=component&link=aHR0cDovL3d3dy5jYXVuYXBvbGkub3JnL2luZGV4LnBocD9vcHRpb249Y29tX2NvbnRlbnQmdmlldz1hcnRpY2xlJmlkPTc4MjpsYXZvcmF0b3JpLWRlbGxhLWJvY2NvbmktaW4tc2Npb3Blcm8tbm9uLWFjY2FkZXZhLWRhbC0xOTkyJmNhdGlkPTM2Omxhdm9ybyZJdGVtaWQ9NTc="></A> </SPAN><SPAN><A
title=Stampa
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rel=nofollow></A> </SPAN><SPAN><A title=PDF
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rel=nofollow></A> </SPAN></DIV></DIV>
<DIV class=article-content>
<P align=left>In Italia, la scuola privata è una finzione giuridica. Le scuole
private prendono i quattrini dallo Stato (ossia dai contribuenti), e poi fanno
quello che vogliono. Nelle scuole cattoliche divulgano il verbo del papa; alla
Bocconi insegnano la finanza creativa, quella di Madoff, che frega gli allocchi
e fa diventar ricchi i furbi. Ma non solo. </P>
<P align=left><FONT color=#ffffff></FONT>Ai lavoratori impongono le loro regole.
Alla Bocconi, la direzione vuole tagliare gli scatti di anzianità.<STRONG> Il 15
dicembre, 400 tecnici e impiegati, su 650, sono scesi in sciopero. Non avveniva
dal 1992.</STRONG> In tutti questi anni, la Bocconi è stata un’oasi di pace
sociale. Anche con il contributo dei sindacati confederali. </P>
<P align=left>Benché l’azienda Bocconi macina profitti su profitti, <A
href="http://www.c6.tv/video/10999-milano-in-piazza-i-lavoratori-della-bocconi-"
target=_blank><STRONG>in questa intervista</STRONG></A>, il rappresentante della
CGIL afferma che nell’ultimo contratto non erano stati chiesti aumenti
salariali. La sua dichiarazione svela la perversa logica della concertazione,
attraverso la quale, i sindacati chiedono ai lavoratori sacrifici, ancor prima
che il padrone li imponga. Ma in questo modo, come si vede, si apre solo la
strada a ulteriori sacrifici.</P>
<DIV align=left><STRONG><A
href="http://lavbocconi.wordpress.com/2010/12/17/una-giornata-storica-e-indimenticabile/"
target=_blank>Comunicato sullo sciopero del 15
dicembre</A></STRONG></DIV></DIV></FONT>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
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<P><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </P>
<H2 class=title><FONT color=#ff0000 face="Microsoft Sans Serif">16 dicembre
2010, una giornata storica e indimenticabile</FONT></H2>
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<DIV class="postbody entry clearfix">
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><A
href="http://lavbocconi.files.wordpress.com/2010/12/corteo1.jpg"><FONT size=2
face="Microsoft Sans Serif"><IMG class="alignleft size-medium wp-image-275"
title=Corteo alt=""
src="http://lavbocconi.files.wordpress.com/2010/12/corteo1.jpg?w=300&h=117"
width=300 height=117></FONT></A><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Stamane
il termometro segnava 8 gradi sotto zero. Il gelo mordeva con denti aguzzi,
intenso e penetrante. Eppure quelle prime facce, tirate e intirizzite di
colleghe e colleghi, ritrovate davanti alla Bocconi, andavano lentamente, ma
inesorabilmente, moltiplicandosi. Lentamente ed inesorabilmente, nelle prime ore
del mattino, andava materializzandosi quell’essere massiccio, dalle dimensioni
tanto estese quanto inaspettate, di cui ognuno di noi era parte integrante e
micro-sistema prezioso ed essenziale a dargli vita.</FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><FONT size=2><FONT
face="Microsoft Sans Serif"><EM>Vederlo prendere corpo, snodarsi in tutta la sua
sorprendente estensione, aveva insinuato in ognuno di noi la curiosità di
prendergli le misure. Altrettanto sorprendente e confortante il risultato: più
di 320 i presenti.</EM><BR><EM>Ciò che stava accadendo sotto i nostri occhi era
il magico, potente e ineguagliabile effetto creato dall’unione di tante persone
che, insieme e compatte, perseguono lo stesso obiettivo con azioni concrete,
reali e che richiedono anche una buona dose di sacrificio. Componente,
quest’ultima, che rende un simile evento mai così scontato e mai così semplice
da realizzare. Proprio perchè tutti devono dare il proprio contributo
economicamente oneroso e di fatica. Ma c’è chi necessariamente, per scelta o per
forza di cose, in tali occasioni, deve affrontare sforzi ancora più gravosi. Nel
nostro caso: i nostri rappresentanti. Credo, pertanto, che a loro debba
andare un sentito e sincero ringraziamento per l’ottimo successo della giornata
di oggi, da parte di tutti noi, iscritti e non iscritti a Sindacati.
</EM></FONT></FONT></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2
face="Microsoft Sans Serif">Oggi, così numerosi e tutti insieme, abbiamo
rimarcato l’importanza del nostro ruolo all’interno delle varie componenti della
comunità bocconiana. Abbiamo chiesto maggior considerazione, rispetto e
valorizzazione della nostra categoria.<BR>Abbiamo gridato forte che per
un’istituzione come la nostra, che si fregia di collocarsi all’avanguardia
nell’insegnamento di materie quali l’organizzazione aziendale e la
valorizzazione delle risorse umane, dovrebbe essere quantomeno fonte di un certo
imbarazzo e disagio lasciare per ben due anni il proprio personale senza
contratto. Cui, oltretutto, nel corso di quest’anno è stata negata
unilateralmente l’erogazione del premio di produzione. Istituto rivelatosi,
quindi, improvvisamente incerto. Accettato a suo tempo in cambio della cessione
di un altro istituto, invece di natura certa, come quello degli aumenti
tabellari per livello. In due anni cosi’ cruciali, caratterizzati da una crisi
che morde senza sosta il bilancio delle famiglie con aumenti tariffari
di ogni genere, è stata negata l’opportunità di alleviare il drenaggio cui, in
maniera progressiva e costante, sono sottoposti i nostri salari.</FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Oggi
abbiamo gridato forte che, oltre a cio’, non crediamo corretto ed equo che alla
nostra categoria venga richiesto di accettare ulteriori tagli ai nostri scatti
di anzianità compensandoli parzialmente, ancora e per l’ennesima volta, con un
aumento (non garantito) del premio di produzione, che resta qualcosa di
incerto e che alla prima occasione, come dimostrato dai fatti, può essere
unilateralmente ritirato e negato.</FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Oggi
abbiamo gridato forte che non crediamo sia corretto ed equo riservare alla
nostra categoria un simile trattamento esclusivo. Esclusivo in quanto non
risulta che analoghi tagli siano stati applicati, o si vogliano applicare in
futuro, alle altre componenti della nostra comunità. </FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Oggi
abbiamo gridato forte che il Personale di Ateneo “vuole essere partecipe della
buona situazione economica che giustamente viene presentata come solido punto di
forza della nostra Istituzione”, come ha bene espresso il Prof. Borgonovi
nel suo lucido intervento.</FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">Da
oggi dobbiamo rivedere e reimpostare radicalmente la trattativa per il rinnovo
del nostro contratto su basi nuove, con parametri più equi e corretti che
tengano conto di tutto ciò. Indubbiamente anche noi abbiamo commesso vari
errori. Uno fra i quali, quello di non aver creato un anno prima un evento quale
quello odierno, vi erano già allora tutte le condizioni. Ma tant’è. Da oggi si
riparte con la trattativa. La si dovrà condurre in maniera più ferma e decisa.
Perchè da oggi…. siamo più forti.</FONT></EM></P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2
face="Microsoft Sans Serif"></FONT></EM> </P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><EM><FONT size=2
face="Microsoft Sans Serif"></FONT></EM> </P>
<P style="TEXT-ALIGN: justify"><A
href="http://lavbocconi.wordpress.com/2010/12/17/una-giornata-storica-e-indimenticabile/"><FONT
size=1
face="Microsoft Sans Serif">http://lavbocconi.wordpress.com/2010/12/17/una-giornata-storica-e-indimenticabile/</FONT></A></P></DIV></DIV></BODY></HTML>