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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">C'è sotto un opuscolo che
ripercorre minuziosamente le misure di controllo varate negli ultimi anni.
Materiale pregevole, al di là della particolare declinazione di questa materia
fatta dalle compagne e dai compagni di Rivoluzione Comunista.</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif"></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face="Microsoft Sans Serif">e</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1></FONT> </DIV>
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<DIV><FONT size=1></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=1></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=1></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=1></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=1>----- Original Message ----- </FONT></DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial">
<DIV style="BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><FONT size=1><B>From:</B>
</FONT><A title=circ.pro.g.landonio@tiscali.it
href="mailto:circ.pro.g.landonio@tiscali.it"><FONT
size=1>circ.pro.g.landonio@tiscali.it</FONT></A><FONT size=1>
</FONT></DIV></DIV>
<DIV></DIV>
<DIV><STRONG><FONT style="BACKGROUND-COLOR: #e4e4e4"
size=1></FONT></STRONG><BR><BR><SPAN style="FONT-SIZE: 14pt">anteprima
dell'articolo originale pubblicato in <A
href="http://www.radiocittaperta.it">www.radiocittaperta.it</A></SPAN><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold">. </SPAN><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">5 Novembre 2010 </SPAN><BR><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><BR>"Questa non si chiama giustizia".
Intervista a Lucia, sorella di Giuseppe Uva</SPAN><BR><BR><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">Francesco "baro" Barilli <BR></SPAN><BR><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">Varese, 14 giugno 2008.</SPAN> Sono circa le 3 di
mattina quando Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero vengono fermati, in stato di
ebbrezza, dai carabinieri. Portati in caserma, Biggiogero sente le urla
dell'amico provenire da un'altra stanza. Alle 5 i militari chiedono l'intervento
di un'ambulanza. In ospedale richiedono un TSO e il trasferimento nel reparto
psichiatrico, dove il 43enne Uva muore poche ore dopo per arresto cardiaco.
Dagli esami tossicologici risultano somministrati farmaci controindicati in caso
di assunzione di alcool. Sarebbe questa la causa del decesso, che lascia però
aperte alcune domande: in primo luogo se Uva, fra le 3 e le 5 di quella mattina,
abbia subito un assurdo pestaggio; in secondo luogo se i traumi eventualmente
riportati abbiano contribuito a causarne la morte. <BR></DIV>
<DIV style="WIDTH: 180px" class=img_inright>
<DIV style="WIDTH: 180px" class=img_dida><IMG
alt='"Questa non si chiama giustizia". Intervista a Lucia, sorella di Giuseppe Uva'
src="http://www.radiocittaperta.it/images/stories/IMMAGGINI/omicididistato/giuseppeuva.jpg"
width=180 height=227>
<P class=didascalia>foto: www.radiocittaperta.it</P></DIV></DIV>
<P class=testo>Su questi aspetti si è concentrata l'attenzione dei familiari, a
cominciare dalla sorella Lucia, che non ha risparmiato critiche all'indirizzo
dei pm titolari dell'inchiesta. Infatti, da quanto apprendiamo dal quotidiano La
Provincia di Varese, la Procura sembra avere un orientamento diverso: i pm sono
convinti che la sola causa della morte sarebbe da ricercarsi nella colpa di due
medici, ossia nell'incauta somministrazione del tranquillante che avrebbe
provocato l'arresto cardiaco. Sarà il giudice a stabilire, nell'udienza fissata
al prossimo 1 dicembre, in merito al rinvio a giudizio, ma le premesse fanno
supporre che il procedimento sarà incentrato solo sui due medici, inquadrando la
morte di Giuseppe Uva in un "normale" caso di "malasanità". <BR>Ciò nonostante,
quella di "Pino" Uva è innanzitutto la storia di un uomo affidato alle mani
dello Stato (nel suo caso prima ai carabinieri, poi a una struttura sanitaria) e
riconsegnato morto ai propri familiari. Conseguentemente è un caso in cui,
indipendentemente dall'accertamento di responsabilità penali, è legittimo
attendersi risposte dallo Stato, contrassegnate dalla massima trasparenza. Tutte
considerazioni che portano ad accostare la vicenda, pur con i necessari
distinguo, a fatti più noti all'opinione pubblica (Federico Aldrovandi e Stefano
Cucchi, per citare i due più significativi) in cui, al contrario, la trasparenza
non ha contraddistinto l'azione dello Stato. <BR><BR>Di tutto questo parliamo
con Lucia, sorella di Pino. <BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Tu quando e
come hai saputo della morte di Giuseppe?</SPAN> <BR>Quella mattina ero partita
in vacanza con mia figlia Angela e i miei nipotini. Alle 7:15 ricevo una
telefonata da mia sorella Mara: mi dice che Pino si trova in ospedale, mi
racconta che lo avevano portato lì i carabinieri perché prima lo avevano fermato
ubriaco, e poi l'avevano accompagnato nel reparto psichiatrico in quanto
"sragionava". Ho risposto a Mara di andare subito in ospedale per vedere cosa
stava succedendo e di farmi sapere... <BR>Dopo, ricordo tante telefonate.
All'inizio Mara mi ha tranquillizzata: "Lucia, stai tranquilla, Pino sta
dormendo. Se senti come russa, sembrano mesi che non dorme!... Ci hanno detto di
non svegliarlo e di ritornare oggi pomeriggio alle 3". Tutto questo verso le
10:00, ero appena arrivata al casello di Senigallia; poi alle 11:10 mi ha
chiamato mio figlio Alessandro: "mamma, zia Carmela ti ha cercato... Zio Pino è
morto...". Non potevo crederci, pensavo a uno scherzo e gli ho riattaccato il
telefono in faccia. Subito dopo ho richiamato Mara che, piangendo, mi ha
confermato la notizia. Alle 15:45 eravamo in obitorio. <BR><BR><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">Una volta giunta all'ospedale, hai potuto parlare solo
con i medici, oppure sei riuscita a chiedere spiegazioni anche ai carabinieri
che avevano arrestato Giuseppe?</SPAN> <BR>A dire il vero con i medici non ho
parlato, lo avevano già fatto le mie sorelle. Io alle 17 sono andata al posto di
polizia del pronto soccorso, ma loro non sapevano nulla della morte di mio
fratello, non erano stati avvertiti. Non sapevano neanche che era stato fatto un
ricovero coatto, un Tso, con Pino accompagnato lì dagli agenti. So che
l'ispettore Talotta ha fatto subito delle telefonate per avvertire il Magistrato
di turno, che quella notte era Agostino Abate. Purtroppo da quel momento il
dottor Abate non ha ancora fatto chiarezza sulla morte di Pino, a mio avviso.
<BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Quale è stata la prima versione
ufficiale?</SPAN> <BR>Ci hanno detto che aveva avuto un arresto cardiaco, un
infarto: questo è quanto ci hanno detto, tutto qui. Poi sono spariti tutti, non
si è fatto trovare più nessuno... <BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">So che
quando hai visto il corpo hai avuto subito molti dubbi su quella versione...
</SPAN><BR>Sì, quando l'ho visto Pino era irriconoscibile: pieno di botte, il
corpo tutto viola, con escoriazioni su entrambe le gambe, la mano destra aveva
una nocca enorme... Poi ricordo le sue costole, sul lato sinistro, che
sporgevano fuori in modo innaturale. Il suo corpo era privo delle mutande, ma
aveva invece un pannolone: quando gliel'ho tolto era sporco di sangue, i
testicoli erano viola... Quel corpo me lo sono guardato tutto; non era quello di
uno che poteva essersi prodotto le lesioni da solo (ti ricordo che si parlò
molto di suoi gesti autolesionisti, per giustificare le ferite): si vedeva che
quelle erano botte date di santa ragione... E poi dovrebbero spiegarmi come può
riuscire uno a conciarsi così da solo, proprio mentre è controllato da tanti
uomini in divisa. Mi sembra una ricostruzione priva di logica... <BR><BR><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">Cosa ti ha raccontato Alberto Biggiogero, circa quella
notte?</SPAN> <BR>Mi ha detto che quella sera lui e Pino avevano bevuto un pò ed
erano in giro a festeggiare. Aveva vinto la Nazionale, e loro due, per gioco,
stavano transennando la via Dandolo (il giorno dopo era la festa delle
ciliegie). A un certo punto è arrivata una macchina dei carabinieri. Uno di
questi conosceva Pino: mentre lo inseguiva gli ha urlato qualcosa tipo "Uva,
proprio te cercavo stasera!". Dopo pochi minuti sono arrivate due vetture della
polizia e tutti insieme sono andati in caserma; Alberto viene fatto entrare in
una delle volanti della polizia, mentre fanno salire Pino nell'auto dei
carabinieri. Dentro la caserma i due amici restano separati; Alberto è in una
stanza, controllato a vista dagli agenti, e sente Giuseppe, in un'altra stanza,
urlare "basta, basta". A un certo punto Alberto riesce ad approfittare della
momentanea assenza degli agenti e chiama il 118 per chiedere aiuto, ma subito
dopo i carabinieri hanno minimizzato al personale del 118 quanto stava accadendo
("sono solo due ubriachi...") e poi hanno tolto il cellulare ad Alberto...
<BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Tramite il tuo avvocato, Fabio Anselmo,
hai prodotto perizie di medici che sostengono la tesi secondo cui la morte fu
causata non da errori medici (o almeno non solo da quelli), ma dai traumi che
Pino avrebbe subito nelle ore precedenti il decesso. Cosa pensi della decisione
del gup di non includere nel fascicolo quelle perizie?</SPAN> <BR>Non posso
accettare questa ricostruzione. Non è solo colpa dei medici, mi sembra una
versione utile solo a nascondere la verità. A mio avviso il PM Abate ha voluto
proteggere i carabinieri. Una cosa è certa: dopo 30 mesi non mi hanno ancora
dato risposte. Cosa ci faceva Pino in caserma con 10 uomini in divisa? Perché
aveva i pantaloni sporchi di sangue, dietro e davanti al cavallo? Perché era
senza slip, e dove sono finiti? Perché il magistrato non ha fatto analizzare i
pantaloni? <BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Nel "caso Uva" mi sembra
abbiano fatto di tutto per nascondere quanto successo. Questa non si chiama
Giustizia...</SPAN> <BR>Qualora la magistratura confermasse la decisione di
incentrare il processo solo sulla responsabilità dei medici, quali sarebbero i
passi successivi che la vostra famiglia intende intraprendere? <BR>Posso solo
dirti che andremo avanti nell'impegno di scoprire la verità. Lo dobbiamo a Pino.
Sicuramente in questa battaglia ci aiuterà Fabio, il nostro avvocato.
<BR><BR><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">C'è un momento in cui hai deciso di far
diventare pubblica la tua ricerca di verità?</SPAN> <BR>Sì... Una sera stavo
seguendo un servizio sul processo per l'uccisione di Federico Aldrovandi. Rimasi
sconvolta, perché sentivo le versioni dei poliziotti: erano le stesse cattiverie
e falsità che avevo sentito dire su mio fratello. Le solite cose: le lesioni
alle vittime attribuite ad autolesionismo, insinuazioni sul loro stile di vita
(il tossico, l'ubriacone...), la negazione dell'evidenza... <BR>La mattina dopo
chiamai Lino, il papà del povero Federico, gli dissi che anch'io stavo vivendo
una tragedia come la loro, gli raccontai la mia storia e chiesi consiglio su
cosa potevo fare. Mi rispose di cercare di farmi ascoltare dai giornalisti della
mia città, di chiamare Beppe Grillo, di non arrendermi... Poi ricordo una
domenica, quando sentii la vicenda di Stefano Cucchi: il lunedì chiamai Rita
Cucchi e anche a lei dissi che stavo vivendo lo stesso dolore. Pure lei mi disse
"devi denunciare, non dobbiamo arrenderci!". E così ho ricominciato da capo la
mia battaglia. <BR>Sono andata a Ferrara da Fabio Anselmo (che era già
l'avvocato delle famiglie Cucchi e Aldrovandi). Lui, dopo aver visto i pochi
fogli del fascicolo su mio fratello, si è impegnato subito per fare ripartire le
indagini: dopo 24 mesi in cui non era stato fatto quasi niente, lui in pochi
mesi è riuscito a smuovere quei PM dal loro torpore. Devo un grosso grazie a lui
e anche, voglio ricordarlo, a Luigi Manconi. <BR>Ora vediamo cosa succederà...
Io dico solo che mio fratello, come tutte le altre "vittime di stato", merita
giustizia. E ti dirò che, secondo me, non è solo una questione di giustizia, ma
di dignità: una dignità che va restituita a Pino e a tutti quelli come lui,
prima ammazzati e poi ricoperti di fango... </P>
<DIV style="FONT-WEIGHT: bold" class=colbox>
<P class=firma>Radio Città Aperta - Roma<BR></P>
<P
class=firma>-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------<BR></P>
<P
class=firma>-----------------------------------------------<BR></P></DIV><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold"></SPAN><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold"></SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0); FONT-SIZE: 10pt"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold">CIRCOLO
DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO</SPAN></SPAN>
<DIV><BR><SPAN style="COLOR: black; FONT-SIZE: 14pt"></SPAN></DIV><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt">
<DIV class=MsoNormal><SPAN style="FONT-SIZE: 14pt"><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"></SPAN></SPAN></DIV>
<P style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold">VIA
STOPPANI,15 -21052 BUSTO ARSIZIO –VA-</SPAN> <SPAN
style="COLOR: black; FONT-SIZE: 14pt"></SPAN></SPAN></P>
<P class=MsoNormal></P>
<P style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold">(Quart.
Sant’Anna dietro la piazza principale)</SPAN> <SPAN
style="COLOR: black; FONT-SIZE: 14pt"></SPAN></SPAN></P>
<P class=MsoNormal></P>
<DIV
style="BORDER-BOTTOM: medium none; BORDER-LEFT: medium none; PADDING-BOTTOM: 0cm; PADDING-LEFT: 0cm; PADDING-RIGHT: 0cm; BORDER-TOP: medium none; BORDER-RIGHT: medium none; PADDING-TOP: 0cm"
class=MsoNormal><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold">e-mail:
<A target=_blank><SPAN
style="FONT-FAMILY: Times New Roman; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: normal">circ.pro.g.landonio@tiscali.it</SPAN></A></SPAN></DIV>
<DIV class=MsoNormal><SPAN
style="COLOR: rgb(32,107,123); FONT-SIZE: 14pt">----------------------------</SPAN></SPAN>-<SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="COLOR: rgb(32,107,123); FONT-SIZE: 14pt"><SPAN
style="TEXT-DECORATION: underline"></SPAN>Opuscolo in corso di diffusione in
provincia di Varese. </SPAN></SPAN></DIV>
<DIV><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="COLOR: rgb(32,107,123); FONT-SIZE: 14pt"></SPAN></SPAN> </DIV>
<DIV><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="COLOR: rgb(32,107,123); FONT-SIZE: 14pt"><FONT color=#000000 size=3
face="Times New Roman"></FONT></SPAN></SPAN> </DIV>
<DIV><SPAN
style="FONT-FAMILY: Courier New; COLOR: navy; FONT-SIZE: 14pt; FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="COLOR: rgb(32,107,123); FONT-SIZE: 14pt"><FONT color=#000000 size=3
face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV class=MsoNormal><BR></DIV></SPAN></SPAN></SPAN><SPAN
style="COLOR: red; FONT-SIZE: 24pt"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0)">OPUSCOLO</SPAN></SPAN><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold"><BR></SPAN>
<DIV
style="BORDER-BOTTOM: 1pt solid; BORDER-LEFT: medium none; PADDING-BOTTOM: 1pt; PADDING-LEFT: 0cm; PADDING-RIGHT: 0cm; BORDER-TOP: medium none; BORDER-RIGHT: medium none; PADDING-TOP: 0cm"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0); FONT-SIZE: 10pt"><SPAN
style="COLOR: black"><SPAN style="COLOR: black"></SPAN></SPAN></SPAN>
<P><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/Libri-Opuscoli/PacchettoSicur9-11-09.html"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0); FONT-SIZE: 10pt">I Pacchetti
Sicurezza</SPAN></A><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0); FONT-SIZE: 10pt"><BR></SPAN><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/Libri-Opuscoli/PacchettoSicur9-11-09.html"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0); FONT-SIZE: 10pt">un codice di
guerra contro le masse</SPAN></A><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0)"><BR></SPAN><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/Libri-Opuscoli/PacchettoSicur9-11-09.html"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(255,0,0)">opuscolo 9 novembre
2009</SPAN></A><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt"> (</SPAN><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/Libri-Opuscoli/PacchettoSicurezza9-11-09.pdf"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">PDF</SPAN></A><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">) <SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold"> Pagine 38.</SPAN><BR></SPAN></P>
<P><SPAN
style="FONT-STYLE: italic; FONT-FAMILY: Verdana; COLOR: rgb(0,0,255); FONT-SIZE: 10pt">Presentazione</SPAN></P>
<P> <SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Il presente
opuscolo mette insieme, ordinandole in successione cronologica, le prese di
posizione da noi espresse a caldo contro le <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">misure di sicurezza</SPAN> emanate negli ultimi due
anni dai governi in carica.</SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Il titolo che <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">i pacchetti di sicurezza</SPAN> sono un <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">codice di guerra contro le masse</SPAN> indica che,
al di sopra dei singoli governi che hanno varato le <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">misure</SPAN> in concreto, la <SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">natura</SPAN> e la <SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold">specificità</SPAN> attuali della macchina statale
(della forma <SPAN style="FONT-STYLE: italic">Stato</SPAN> e di tutte le
istituzioni pubbliche) sono quelle di un apparato militarizzato scagliato contro
immigrati lavoratori giovani a protezione di banche padroni affaristi e
malfattori di ogni risma e colore.</SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Il diritto è
l’espressione di determinati rapporti di forza tra le classi. E il diritto
penale, in particolare, su cui si modellano quello processuale penitenziario e
prevenzionale, è l’espressione del <SPAN style="FONT-STYLE: italic">livello di
punizione </SPAN>statale nei confronti delle masse oppresse: dei disoccupati,
dei giovani in cerca di lavoro, degli immigrati, della generalità dei
lavoratori. Il trattamento feroce riservato ai migranti particolarizza il <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">trattamento marziale</SPAN> riservato a tutti i
lavoratori. Le nuove norme incriminatrici e punitive vanno a presidio, non di un
nuovo <SPAN style="FONT-STYLE: italic">colonialismo</SPAN>, ma della <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">schiavizzazione tecnologica</SPAN> del lavoro
salariato. Esse riflettono la violenza reazionaria della morente borghesia
finanziaria parassitaria e dei suoi gendarmi. E rappresentano, sul piano dei
rapporti di classe, non la crisi della <SPAN style="FONT-STYLE: italic">civiltà
giuridica</SPAN>, ma il suo punto più alto, che supera la legislazione
fascista.</SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Tutti i provvedimenti
sicuritari presi dal governo Prodi e successivamente dal governo Berlusconi si
ispirano alla medesima logica di classe: reprimere sanzionare coercire i
lavoratori; imbavagliare terrorizzare annientare dissenzienti ribelli
antagonisti. I <SPAN style="FONT-STYLE: italic">"reparti speciali"</SPAN> dello
<SPAN style="FONT-STYLE: italic">Stato</SPAN>, dall’esercito alla magistratura
(comprese le <SPAN style="FONT-STYLE: italic">"toghe rosse"</SPAN> inventate dal
presidente del consiglio per coprire le proprie magagne) e gli organi
territoriali e locali (dai prefetti ai sindaci e vigili urbani) vengono tutti
funzionalizzati al nuovo più violento livello di guerra statale contro le masse.
Infine l’inclusione delle <SPAN style="FONT-STYLE: italic">ronde</SPAN>
nell’apparato istituzionale dello Stato segna che tutto il marciume reazionario
è inglobato in una armata controrivoluzionaria, nel meccanismo del <SPAN
style="FONT-STYLE: italic">militarismo totalitario</SPAN> dispiegato contro
immigrati lavoratori giovani.</SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">La guerra tra le classi
impone dunque ai lavoratori l’armamento proletario e la guerra rivoluzionaria
per il potere.</SPAN></P>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Quanti intendano prendere
contatto con la nostra organizzazione possono rivolgersi alle nostre sedi o
corrispondere con la sede <SPAN style="FONT-STYLE: italic">Centro</SPAN> sita in
20154 Milano P.za Morselli 3.</SPAN></P>
<P style="FONT-WEIGHT: bold"> <SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">Milano 9 novembre 2009</SPAN></P>
<DIV><SPAN
style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">L’Esecutivo </SPAN>
<P><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 10pt">di Rivoluzione
Comunista</SPAN></P></DIV>
<P></P>
<P style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial; COLOR: black; FONT-SIZE: 9.5pt">---</SPAN> <SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial; COLOR: black; FONT-SIZE: 8.5pt">Edizione a cura
di----<BR>RIVOLUZIONE COMUNISTA<BR>SEDE CENTRALE: P.za Morselli 3 - 20154
Milano<BR>e-mail: rivoluzionec@libero.it<BR><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/" target=_blank><SPAN
style="COLOR: purple">http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/</SPAN></A></SPAN></SPAN></P>
<P style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt" class=MsoNormal><BR><SPAN
style="FONT-WEIGHT: bold"><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial; COLOR: black; FONT-SIZE: 8.5pt"><A
href="http://digilander.libero.it/rivoluzionecom/" target=_blank><SPAN
style="COLOR: purple"></SPAN></A></SPAN></SPAN><SPAN
style="FONT-FAMILY: Arial; COLOR: black; FONT-SIZE: 9.5pt"></SPAN></P></DIV><BR><BR></BODY></HTML>