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<DIV align=center><FONT color=#000099
face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">Una mano lava l'altra e tutte
due si fregano l'asciugamano</FONT><FONT color=#0000ff
face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif"><STRONG><BR>Manovre alla
chetichella su TFS – TFR</STRONG></FONT></DIV>
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<DIV align=center><STRONG><FONT color=#000000 size=2
face="Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif">di Ettore Davoli
*</FONT></STRONG></DIV></TD></TR>
<TR>
<TD>
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<P>La manovra finanziaria di inizio estate 2010, come saprete, ha portato
all’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni (in Francia milioni di
lavoratori sono mobilitati contro l’innalzamento a 62 anni), al posticipo
di un anno delle uscite dal lavoro, al blocco dei contratti, tutti
provvedimenti contro i dipendenti pubblici.</P>
<P>Tra le pieghe di quella manovra, però, nel silenzio pressoché totale,
si è celato un provvedimento che da gennaio 2011, vedrà un ulteriore
peggioramento dei trattamenti previdenziali dei lavoratori pubblici.</P>
<P>Da quella data, infatti, per quanto riguarda le liquidazioni, tutti
dipendenti pubblici passeranno dal regime “TFS” al regime “TFR”.</P>
<P>È opportuno riassumere gli svantaggi che derivano da questo passaggio,
che alcuni vorrebbero far passare come indolore.</P>
<P>Innanzitutto vi è una diversità di calcolo riguardo le somme che
verranno liquidate per ciascun anno di servizio, che, dati alla mano,
porta ad una differenza di circa il 15 % in meno nel sistema TFR.</P>
<P>Questo effetto si produce perché, mentre la liquidazione del TFS si
basava essenzialmente sull’ultima retribuzione percepita, il TFR si basa
sul montante delle somme accantonate, rivalutate da determinati
coefficienti.</P>
<P>Inoltre mentre per il TFR dei dipendenti del settore privato gli
accantonamenti spettano esclusivamente al datore di lavoro, per i
lavoratori pubblici continueranno ad essere trattenuti dalle buste paga i
contributi per la liquidazione, come nel precedente sistema, quindi non
c’è neppure il vantaggio di eliminare questa trattenuta.</P>
<P>Va tenuto presente, infine, che le somme accantonate dai datori di
lavoro privati venivano depositate in un apposito fondo gestito dall’INPS,
mentre per i dipendenti pubblici il sistema TFS non prevedeva
accantonamenti se non in modo del tutto virtuale, non esistendo un fondo
destinato ad accoglierli; con il passaggio al TFR, invece, dato che le
somme sono soggette ad una rivalutazione legata agli indici economici
ISTAT, dovranno sussistere effettivamente degli stanziamenti a questo
scopo e l'ipotesi più probabile che circola è che la gestione di tali
ingenti finanziamenti sarà affidata ai fondi pensione integrativi (ad
esempio il fondo Espero, già operante per i dipendenti della Pubblica
Istruzione).</P>
<P>Il risultato di tutta questa operazione, quindi, è che le liquidazioni
verranno ridotte, già a partire da quelle calcolate con un sistema misto
(parte TFS parte TFR), e i contributi accumulati andranno da ora in poi a
foraggiare coattivamente quei fondi pensione che non gli è riuscito di
finanziare in altro modo con gli stratagemmi degli anni scorsi (vi
ricordate il silenzio assenso?).</P>
<P>Così, alla chetichella, senza troppi disturbi (“tanto ci rimette il
pubblico impiego, chisenefrega”), un altro pezzo di reddito (una volta per
liquidazione si diceva proprio che era salario differito) cambia tasca,
arrivando in quelle dei gestori assicurativi.</P>
<P> </P>
<P></P>
<P><EM><STRONG>* COBAS INPDAP</STRONG></EM></P>
<P><STRONG><EM></EM></STRONG><STRONG><EM></EM></STRONG><BR> </P><STRONG></STRONG></DIV></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV></FONT>
<DIV><BR><FONT size=1 face="Times New Roman"><A
href="http://www.contropiano.org/Documenti/2010/Ottobre10/28-10-10ManovreTfsTfr.htm">http://www.contropiano.org/Documenti/2010/Ottobre10/28-10-10ManovreTfsTfr.htm</A></FONT></DIV>
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<DIV><SPAN
style="COLOR: rgb(160,0,0); FONT-SIZE: 24pt; FONT-WEIGHT: bold">Sciopero &
Blocco magazzino Billa - 29.10.2010</SPAN></DIV>
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style="COLOR: rgb(160,0,0); FONT-SIZE: 24pt; FONT-WEIGHT: bold"></SPAN> </DIV>
<DIV><SPAN style="COLOR: rgb(160,0,0); FONT-SIZE: 24pt; FONT-WEIGHT: bold"><FONT
color=#000000></FONT></SPAN> </DIV>
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color=#000000 size=3 face="Times New Roman"></FONT></SPAN><SPAN
style="FONT-SIZE: 14pt"> </DIV>
<DIV><BR><BR>Centro logistico di Lacchiarella: secondo sciopero con blocco dei
magazzini Billa Rewe (Standa) per rivendicare migliori condizioni di lavoro e
contro i licenziamenti.<BR>29 ottobre 2010</DIV>
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<DIV><FONT size=3 face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV><BR><BR>Milano. Picchetti, barricate: bloccati i camion alla Billa
<BR>video su:</SPAN><SPAN
style="COLOR: blue; FONT-SIZE: 14pt; TEXT-DECORATION: underline"><BR></SPAN><A
href="http://www.youtube.com/watch?v=KyKKO8YLxx4"
mce_href="http://www.youtube.com/watch?v=KyKKO8YLxx4"><SPAN
style="COLOR: blue; FONT-SIZE: 14pt; TEXT-DECORATION: underline">http://www.youtube.com/watch?v=KyKKO8YLxx4</SPAN></A></DIV>
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<DIV><SPAN style="FONT-SIZE: 12pt"><BR><BR><STRONG>riportiamo il comunicato di
una parte di compagni che ha partecipato al picchetto, più tardi seguirà il
comunicato del S.I. COBAS. Ricordiamo anche che dopo lo sciopero con picchetto
alla Billa abbiamo dato il nostro contributo alla manifestazione che partiva da
P.za Cairoli a Milano in appoggio allo sciopero degli immigrati promosso dal
comitato nazionale immigrati. alle ore 16.00 ci siamo poi incontrati con il
Consorzio CLO (uno dei più importanti presenti all'ORTOMERCATO di Milano) che
gestisce il magazzino Billa a Lachiarella<BR></STRONG></SPAN><TT><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt"><FONT size=3><STRONG>*Milano. Picchetti, barricate:
bloccati i camion alla Billa*<BR><BR>Villamaggiore, 29 ottobre 2010. Il
picchetto comincia alle cinque del<BR>mattino, alla rotonda che porta ai due
ingressi, uno per i camion in entrata<BR>e uno per quelli in uscita. Così parte
la giornata di sciopero generale<BR>degli immigrati in provincia di Milano.
Indetto dalla Cub, vi aderiscono<BR>USI-AIT, Si.Cobas e, a Bari,
Cib-Unicobas.<BR>Siamo alla Billa, dove da settimane, va avanti la lotta contro
il cottimo,<BR>per la restituzione dell’indennità di mensa. Ma non solo. I
lavoratori della<BR>Cooperativa C.L.O., che ha in appalto il magazzino di
Villamaggiore e gran<BR>parte dell’ortomercato, sono quasi tutti immigrati.
Gente che possiede la dignità e la libertà per fare la battaglia contro le leggi
che li fanno schiavi.<BR>Il picchetto alla Billa si sposta presto davanti ai
cancelli. I camion non<BR>entrano, gli operai nemmeno: si forma lentamente una
coda di oltre due<BR>chilometri. Il picchetto diventa sempre più forte – almeno
centocinquanta<BR>persone tra lavoratori e solidali. I caporali della
cooperativa che lo<BR>scorso 18 ottobre avevano violentemente provocato il
picchetto, stanno<BR>nascosti dietro i carabinieri schierati in assetto
antisommossa.<BR>È gente che non guarda in faccia nessuno: in questo settore
l’ndrangheta la<BR>fa da padrone.<BR>Una barricata va in fiamme. Una barriera in
più e un po’ di caldo in una<BR>mattina ghiacciata. Alle nove il picchetto si
scioglie. Pochissimi entrano,<BR>gli altri si dirigono verso il centro, dove,
alle 9,30 c’è il corteo. I<BR>caporali provano a provocare i compagni che vanno
al parcheggio: sale la<BR>tensione, la polizia si schiera ancora a difesa dei
cani da guardia della<BR>cooperativa.<BR>L’antirazzismo da queste parti ha il
sapore aspro e seducente della lotta di<BR>classe.<BR><BR><BR>29 ottobre 2010 by
fai antirazzisti<BR><BR></STRONG></FONT></SPAN></TT><A
href="http://senzafrontiere.noblogs.org/"
mce_href="http://senzafrontiere.noblogs.org"></A><TT><SPAN
style="FONT-SIZE: 10pt"><FONT size=3><STRONG><A
href="http://senzafrontiere.noblogs.org/">http://senzafrontiere.noblogs.org/</A>
<BR></DIV></STRONG></FONT></SPAN></TT>
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