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<DIV><FONT color=#ff0000 size=6><STRONG>Immigrati a punti ovvero vestire i panni
della destra<BR></STRONG></FONT><BR></DIV>
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<DIV><STRONG>di Annamaria Rivera<BR></STRONG></DIV>
<DIV>L'uso strumentale del tema immigrazione è una costante della politica,
italiana e non solo, da almeno un ventennio. Gli immigrati sono utili a gettare
fumo negli occhi, a placare le ansie popolari indicando falsi bersagli, a
mostrare i muscoli, solo verso i deboli, per dissimulare l'inettitudine
colpevole di una politica che ignora i diritti e i bisogni dei cittadini non
benestanti. Ma servono anche, sul versante della "opposizione", a risolvere
meschine questioni interne di egemonia e potere, e a coltivare l'illusione che
indossare i panni logori degli avversari valga a conquistare l'elettorato. E' il
caso dell'ultima sortita della corrente veltroniana, un lungo testo allegato al
documento finale sull'immigrazione approvato all'assemblea nazionale del Pd. Vi
si propone, in sostanza, l'immigrazione a punteggio, cioè una selezione degli
aspiranti-immigrati in base a punti corrispondenti a variabili quali età, sesso,
stato civile, istruzione, specializzazione, conoscenza della lingua, della
cultura e dell'ordinamento del Paese. Oltre tutto, i "promossi" dovrebbero
pagarsi il munifico welfare state all'italiana contribuendo a un Fondo Impatto
Immigrazione (si noti il linguaggio). Qual è dunque, nella testa dei
veltroniani, il candidato-migrante ideale? Un maschio giovane, celibe, meglio se
di bell'aspetto, addottorato in ingegneria o in informatica al Mit di Cambridge,
e con un master in lingua, letteratura e istituzioni italiane? E dove si
troverebbero poi i braccianti, i manovali e gli operai nonché le colf e le
"badanti" che reggono rispettivamente il sistema produttivo italiano e lo
spaghetti-welfare? <BR>Insomma, nient'altro che una variante del vecchio mito
reazionario dell'immigration choisie/intégration réussie, rispolverato a suo
tempo da quel campione di perspicacia e buongoverno che è Nicolas Sarkozy. Una
tale illusione dirigista applicata non alla Francia, ma a un paese ove tutto
quel che è pubblico è alla deriva (e il privato non brilla per moralità e
nobiltà di atti e sentimenti), ove si impiegano fino a due anni per rilasciare
un normale permesso di soggiorno, farebbe ancor più ridere se non facesse
piangere calde lacrime sullo stato della "opposizione". E a tal proposito
torniamo al documento piddino approvato all'unanimità, insieme con l'allegato
veltroniano. Vi si precisa che quel che accomuna tutti, veltroniani e non, "è la
necessità di prendere in carico le paure degli italiani, di selezionare
l'immigrazione secondo criteri di qualità, introducendo anche in Italia il
sistema della selezione a punti". <BR>Che non vi venga in mente che a
preoccuparci, dicono implicitamente i nostri, sia la difesa dei diritti di
tutti, nativi e migranti, o la lotta contro lo sfruttamento schiavile dei
lavoratori immigrati e contro il dilagare del razzismo! Questa è roba
sovversiva, ohibò, che non si addice punto alla svolta perbenista e rassicurante
(per chi, poi?) che abbiamo intrapreso. <BR>Un ipotetico osservatore, estraneo
alle vicende del trasformismo italiano, potrebbe trovare stupefacente che a
ispirare una proposta tanto crudele quanto irrealistica sia stato il buon
Veltroni, il filo-africano che esordì come sindaco di Roma compiendo il nobile
gesto di accogliere e onorare con esequie pubbliche solenni le salme dei
profughi somali rifiutate dal sindaco di Lampedusa. A quell'osservatore si
dovrebbe rivelare che da allora molta acqua è passata sotto i ponti: quel che
resta oggi è il rivolo putrescente che va dalle costanti vessazioni, sgomberi,
persecuzioni dei rom della Capitale alla cinica strumentalizzazione
dell'omicidio Reggiani, quando il Nostro pretese e ottenne dal governo
centrosinistro la convocazione urgente di un Consiglio dei ministri onde varare
un decreto-legge per l'espulsione dei rumeni. A stupire noi, invece, e ancor più
a dispiacerci, è il fatto che quell'infelice proposta sia stata sottoscritta
anche da Jean-Leonard Touadi e Paola Concia, le cui biografie e i cui interessi
dovrebbero ispirare loro più generosità politica ed umana verso i dannati della
terra e maggiore lungimiranza: e se un giorno qualche mente perversa proponesse
che il sacro suolo patrio può essere calpestato solo da bianchi
eterosessuali?<BR></DIV>
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