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<DIV><FONT face="Times New Roman"></FONT><FONT
face="Times New Roman"></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">----- Original Message ----- </FONT>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">From: "rossana" <</FONT><A
href="mailto:rossana@comodinoposta.org"><FONT size=1
face="Times New Roman">rossana@comodinoposta.org</FONT></A><FONT size=1
face="Times New Roman">></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">To: <</FONT><A
href="mailto:neurogreen@liste.comodino.org"><FONT size=1
face="Times New Roman">neurogreen@liste.comodino.org</FONT></A><FONT size=1
face="Times New Roman">></FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">Sent: Monday, October 11, 2010 10:00
AM</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman">Subject: [neurogreen] La discussione
sull'armamento dei caccia italiani</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=1 face="Times New Roman"></FONT> </DIV></DIV>
<DIV><FONT face="Times New Roman"><BR></FONT></DIV><FONT
face="Times New Roman"> Forze Disarmate - L’Espresso 30-04-2010 ed "Ecco
perché il ministro La <BR>Russa ha riaperto la discussione sull'armamento dei
caccia italiani".<BR><BR>L'articolo di Gianluca Di Feo sull'Espresso ci racconta
di forze armate <BR>italiane disorganizzate e poco trasparenti, "le scelte
cruciali di <BR>politica di difesa, di procurement, di organizzazione e
dimensionamento <BR>dello strumento militare vengono prese nelle “segrete
stanze”, raramente<BR>sono comunicate all’opinione pubblica, mai sono dibattute
in Parlamento <BR>o nel Paese" e senza una cabina di regia strategica capace di
comunicare <BR>con l'industria della difesa. Insomma la situzione è disastrosa
anche si <BR>spendono milioni e milioni di euro.<BR><BR>Evidentemente al
ministro della difesa La Russa tutte queste spese non <BR>bastano, vuole più
soldi, tanti soldi per le sue guerre fuori e dentro <BR>l'Italia.<BR>Vuole la
mini-naja, vuole i corsi paramilitari nelle scuole, vuole farsi <BR>vedere qui e
là vestito in tuta mimetica.<BR><BR>Oggi, dopo la morte di 4 alpini in
Afghanistan, il ministro riaccende la <BR>polemica circa l'uso dell'armamento in
dotazione ai velivoli italiani <BR>come se le stesse bombe fossero in grado di
salvare i soldati a terra. <BR>Salvano i soldati americani, inglesi o tedeschi?
No. Nel 2010 i morti <BR>sono quasi raddoppiati rispetto al 2009 eppure il
"surge", più truppe e <BR>mezzi da combattimento, è aumentato così come la spesa
complessiva di <BR>questa guerra.<BR><BR>I Lince sono sotto accusa. Il veicolo
tattico dell'Iveco (Fiat) venduto <BR>a più paesi per un totale di circa 2.692
esemplari non basta per salvare <BR>i soldati dalle IED. L'azienda investe molto
su questo programma per <BR>aumentare la protezione e il carico anche se è già
dotato di sensori <BR>optronici e intercettori ad energia diretta per
distruggere bersagli, e <BR>di un sistema di protezione per la difesa contro
RPG, missili e <BR>proiettili anticarro.<BR>La Russa vuole i Freccia, altro
Iveco (Fiat) costruito con la Oto Melara.<BR><BR>Tricarico non vuole caccia
armati ma UAV, affermando che le bombe non <BR>sono così precise, eppure le
GBU-38 e le GBU-54 che utilizzano il GPS <BR>sono definite "bombe intelligenti"
perchè dovrebbero colpire <BR>selettivamente il bersaglio. Così non è, ma così
non è anche per quelle <BR>dei Predator che uccidono più civili che postazioni
nemiche.<BR><BR>Intanto in America si è dimesso un altro generale, il generale
James <BR>Jones, consigliere per la sicurezza nazionale di Barack Obama.<BR>La
decisione è legata alle sue critiche sulla politica del presidente in
<BR>Afghanistan e Pakistan.<BR><BR><BR>Forze Disarmate - L’Espresso
30-04-2010<BR></FONT><A
href="http://www.fondazioneicsa.it/UserFiles/File/completo%283%29.pdf"><FONT
face="Times New Roman">http://www.fondazioneicsa.it/UserFiles/File/completo%283%29.pdf</FONT></A><BR><BR><BR><FONT
face="Times New Roman">Ecco perché il ministro La Russa ha riaperto la
discussione <BR>sull'armamento dei caccia italiani<BR>di Gianandrea
Gaiani<BR><BR>La decisione del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, di
riaprire la <BR>discussione sull'armamento degli aerei italiani schierati in
Afghanistan <BR>rappresenta un importante passo verso la rimozione dell'ultimo
caveat di <BR>rilievo che limita l'impiego delle forze militari italiane. Finora
i <BR>cacciabombardieri Amx (e prima di loro i più grandi Tornado) non sono
<BR>autorizzati a imbarcare bombe e missili per evitare il rischio di
<BR>colpire involontariamente i civili. I jet italiani vengono quindi
<BR>impiegati solo come ricognitori e possono eventualmente intervenire
<BR>contro i talebani impiegando esclusivamente il cannoncino a tiro
rapido.<BR><BR>Nel caso dei velivoli teleguidati, Predator, anch'essi disarmati,
<BR>l'assenza dei missili Hellfire come quelli imbarcati dagli stessi
<BR>velivoli utilizzati dagli statunitensi, impedisce agli italiani di
<BR>colpire i gruppi di talebani individuati mentre posizionano ordigni
<BR>lungo le strade.<BR><BR>Ci sono molte ragioni operative ed economiche per le
quali è importante <BR>eliminare questo "caveat" imposto ai militari dalla
politica nazionale. <BR>Con l'imminente ritiro dei 6 Tornado tedeschi schierati
a <BR>Mazar-i-Sharif, che hanno limitazioni simili, i jet italiani resteranno
<BR>gli unici tra le forze alleate a non poter bombardare i talebani. Ciò
<BR>significa che le truppe italiane, quando cadono nelle imboscate talebane
<BR>e chiedono l'intervento dei jet (come è accaduto anche ieri nella
<BR>battaglia che ha visto la morte di quattro alpini in Gulistan), vengono
<BR>soccorsi dagli aerei alleati ma non italiani. Al tempo stesso i nostri
<BR>aerei non sono in grado di "ricambiare il favore" soccorrendo con
<BR>interventi risolutivi truppe alleate in difficoltà.<BR><BR><BR>L'impiego del
cannoncino di bordo obbliga poi gli aerei a volare a quote <BR>molto basse
esponendo i velivoli e i piloti al fuoco delle armi leggere <BR>talebane.
Inoltre il cannoncino non ha la stessa precisione di una bomba <BR>a guida laser
o Gps e del resto il rischio di provocare danni <BR>collaterali non viene
scongiurato dall'assenza di bombe a bordo dei <BR>velivoli, come dimostra la
battaglia combattuta a Bakwa (Farah) il 17 <BR>settembre nella quale morì il
tenente Alessandro Romani. Il drone <BR>disarmato Predator non poté colpire i
talebani mentre piazzavano un <BR>ordigno sulla strada, in campo aperto e
lontano dai civili ma quando <BR>intervennero le forze speciali e gli insorti si
erano barricati in un <BR>edificio (all'interno del quale avrebbero potuto
esserci anche civili) <BR>che venne raso al suolo dagli elicotteri
Mangusta.<BR><BR>Per ammodernare i cacciabombardieri l'Aeronautica ha speso
decine di <BR>milioni di euro e altri 34 per acquistare da Boeing 500 Small
Diameters <BR>Bombs , ordigni a basso potenziale concepiti proprio per ridurre i
danni <BR>collaterali. Soldi spesi inutilmente se in Afghanistan i velivoli
volano <BR>disarmati e le bombe restano nei depositi in Itala. Sulla questione è
<BR>intervenuto oggi anche il generale Leonardo Tricarico, ex cappo di stato
<BR>maggiore dell'Aeronautica oggi membro della Fondazione Icsa
<BR>(Intelligence Culture and Strategic Analys) sostenendo l'impiego di
<BR>bombe sugli Amx pur "tenendo in massima considerazione la salvaguardia
<BR>della vita umana quando si pianificano le missioni". Circa i droni
<BR>Tricarico ha definito «incredibile non aver ancora fornito di armamento
<BR>di precisione i nostri aerei senza pilota considerato anche che il
<BR>30-40% degli ordigni sono oggi individuati dagli Uav, in alcuni casi
<BR>mentre vengono piazzati».<BR><BR>10 ottobre
2010<BR><BR><BR></FONT></BODY></HTML>