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<DIV>Articolo un po' vecchio ma attualissimo</DIV>
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<DIV id=titolone_news><FONT color=#ff0000 size=6><STRONG>Le immortali scorie
dell'EPR</STRONG></FONT></DIV>
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<DIV id=blocco_contenuto_news><SPAN class=img_contenuto_news><IMG border=0
alt="centrale nucleare" src="http://qualenergia.it/UserFiles/Images/390.jpg"
width=127 height=79></SPAN> <SPAN class=testo_contenuto_news>Le scorie prodotte
dai reattori EPR sarebbero 7 volte più radioattive di quelle dei reattori del
passato, rivela Greenpeace. Nessun paese è in grado di gestirle. Un problema in
più per una tecnologia troppo costosa.</SPAN>
<DIV id=txt_abstract>
<DIV align=justify>Se quello delle scorie è un problema ancora irrisolto per
l’industria del nucleare, con i nuovi reattori European Pressurized Reactor
(EPR) la questione potrebbe essere ancora più spinosa. Le scorie prodotte dai
reattori <STRONG>EPR</STRONG>, quelli previsti anche dal piano nucleare
italiano, sarebbero infatti <STRONG>7 volte più radioattive</STRONG> di quelle
prodotte dai reattori classici. <BR><BR>È quanto rivela <A
href="http://www.greenpeace.org/international/press/releases/new-nuclear-reactor-s-waste-is"
target=_blank>Greenpeace</A>, che ha fatto la scoperta cercando tra i <A
href="http://www.nagra.ch/documents/database/dokumente/$default/Default%20Folder/Publikationen/e_ntb04-08.pdf"
target=_blank>documenti</A> di Nagra, l’associazione nazionale svizzera per lo
stoccaggio delle scorie nucleari, e soprattutto nella <A
href="http://www.posiva.fi/publications/Posiva_YVA_selostusraportti_en_lukittu.pdf"
target=_blank>valutazione</A> di impatto ambientale preparata da Posiva, la
compagnia responsabile della gestione dei residui di quello che sarà il primo
reattore EPR realizzato, quello in costruzione a Olkiluoto, in Finlandia.
<BR><BR>In pratica, il reattore EPR produrrebbe una <STRONG>quantità
maggiore</STRONG> di un isotopo chiamato Iodine-129, che renderebbe le scorie 7
volte più pericolose. Lo<STRONG> Iodine-129</STRONG> ha infatti un emi-vita,
ossia il tempo in cui la sua radioattività si dimezza, di 160 milioni di anni,
ma anche dopo quel periodo resta pericoloso. “Per dare un termine
di paragone – sottolinea il comunicato di Greenpeace – l’uomo ci ha messo 5
milioni di anni ad evolversi dalla scimmia. Noi come specie non abbiamo la
tecnologia capace di stoccare questo rifiuto altamente pericoloso per una simile
durata temporale.”<BR><BR>Il funzionamento dell´Epr - per semplificare - prevede
che il combustibile nucleare venga sfruttato più a fondo e rimanga per molto più
tempo nel reattore: Secondo Greenpeace “questo implica un´usura ("burn-up") e,
dunque, una radio-tossicità ben più importante che nei reattori attuali. </DIV>
<DIV align=justify><STRONG>Né la Francia, né la Finlandia</STRONG>, i due paesi
in cui si stanno costruendo questi reattori, né qualche altro Paese che pensa
eventualmente di acquistarlo (Gran Bretagna, Usa, Italia, India)
<STRONG>dispongono di un sito in grado di gestire combustibili così
irradiati</STRONG>. Anche l´impianto di La Hague di Areva, presentato come il
più performante al mondo, non risolverà per nulla la gestione di queste scorie:
il loro trattamento produrrà emissioni di radioelementi molto più elevate di
quelle odierne. Perciò, non esiste attualmente nessuna soluzione a lungo termine
per le scorie generate da questo ritrattamento”.<BR><BR>Una notizia, quella
diffusa da Greenpeace, che arriva giusto pochi giorni dopo l'annuncio della
Francia sulla costruzione di un <STRONG>secondo impianto
Epr</STRONG>. Venerdì scorso Sarkozy ha detto che sorgerà a Penly nel
nord del paese. Stando a quanto dice Greenpeace quello delle scorie più
radiottive sarebbe un ulteriore problema che andrebbe ad aggiungersi ai molti
che la tecnologia ha finora riscontrato, rendendola ancora meno conveniente.
L’European Pressurized Reactor, infatti, è particolarmente complesso da
costruire e gli unici due attualmente in cantiere, quello di Olkiluoto in
Finlandia e quello di Flamanville in Francia, sono stati entrambi caratterizzati
da <STRONG>ritardi, obiezioni sulla sicurezza e costi lievitati</STRONG>. Il
reattore francese, che per ora ha un ritardo di 9 mesi nei lavori, costerà
almeno il 20% in più quanto previsto, mentre quello finlandese, con un ritardo
accumulato già di tre anni, costerà più del doppio.<BR><BR>Il
nucleare resta un business pericoloso e costoso. A tal proposito fa
riflettere un’altra recentenotizia: in <STRONG>Turchia</STRONG>, dove è stata
indetta una gara d’appalto per costruire una centrale nucleare, solo un’azienda
ha partecipato. L’offerta della russa Atomstroiexport era di costruire 4
reattori da 1200MW l'uno per 8 miliardi di dollari. Un prezzo al
chilowattora di 21 centesimi, circa il triplo del valore corrente
dell’elettricità in Turchia. Ieri, dopo che si era parlato di annullare la
gara , l 'azienda ha ritoccato il preventivo: 15 centesimi a kWh.
"Solo" il doppio circa dei 7,9 che costa in media il kiloawatt in
Turchia.<BR><BR><BR>GM</DIV></DIV></DIV></DIV>
<DIV> </DIV></BODY></HTML>