<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META content="text/html; charset=windows-1252" http-equiv=Content-Type>
<META name=GENERATOR content="MSHTML 8.00.6001.18928"></HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV> </DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><A
title="Permanent Link to Colombia-Venezuela: l’eredità avvelenata di Álvaro Uribe per Juan Manuel Santos"
href="http://www.gennarocarotenuto.it/13507-colombia-venezuela-leredit-avvelenata-di-lvaro-uribe-per-juan-manuel-santos/"
rel=bookmark><FONT size=6><STRONG>Colombia-Venezuela: l’eredità avvelenata di
Álvaro Uribe per Juan Manuel Santos</STRONG></FONT></A></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV> </DIV><A
href="http://www.gennarocarotenuto.it/img/ColombiaVenezuelalereditavvelenatadilvar_101C7/201030amd001.jpg"><IMG
style="BORDER-BOTTOM: 0px; BORDER-LEFT: 0px; MARGIN: 0px auto 10px; DISPLAY: block; FLOAT: none; BORDER-TOP: 0px; BORDER-RIGHT: 0px"
title=201030amd001 border=0 alt=201030amd001
src="http://www.gennarocarotenuto.it/img/ColombiaVenezuelalereditavvelenatadilvar_101C7/201030amd001_thumb.jpg"
width=554 height=314><FONT color=#000000 size=2 face=Arial></FONT></A>
<P></P>
<P align=right> </P>
<P align=right> </P>
<P align=right><STRONG>NB: La </STRONG><A
href="http://www.economist.com/node/16646252"
target=_blank><STRONG>vignetta</STRONG></A><STRONG> è del settimanale britannico
“The Economist” e rappresenta (correttamente al contrario della stampa italiana
e di <EM>El País</EM> di Madrid) Uribe che tenta di impedire la stretta di mano
tra Juan Manuel Santos e Hugo Chávez.</STRONG></P>
<P align=right> </P>
<P align=right> </P>
<P>Ieri Álvaro Uribe ha lasciato la presidenza della Colombia millantando
trionfi ma portandosi dietro una scia di sangue con pochi precedenti. Il
paragone è con il peruviano Alberto Fujimori, poi condannato per corruzione e
violazione dei diritti umani. Lascia avvelenando i pozzi del suo successore Juan
Manuel Santos, bloccandone il tentativo di migliorare i rapporti con il
Venezuela di Hugo Chávez che era deciso a presenziare alla cerimonia di
passaggio dei poteri. Anche se per la stampa è sempre colpa di Chávez, non è
smentibile che sia la Colombia ad avere avuto con Uribe i peggiori rapporti
della storia con tutta la regione, dall’Ecuador alla Bolivia, dal Brasile al
Venezuela tanto che nel discorso di insediamento Santos ha continuato una
rettificazione (boicottata da Uribe e da Washington) che conduce da settimane:
“non individuo un nemico in nessun paese vicino”.</P>
<P><SPAN id=more-13507></SPAN></P>
<P>Rispetto all’ennesima crisi gran-colombiana (un <EM>déjà vu</EM> per il
quale, secondo Uribe, Chávez aiuterebbe e ospiterebbe la guerriglia delle FARC)
la stampa italiana e il sempre più tendenzioso “El País” di Madrid si sono
sforzati di incolpare il Venezuela e dare come credibile la versione uribista
dei fatti. </P>
<P>Per capirne i retroscena, nel giorno nel quale Uribe è uscito di scena, è
però utile guardare alla stampa colombiana e perfino al settimanale britannico
“The Economist”. Quest’ultimo ha addirittura consigliato Santos di mandare il
suo predecessore il più lontano possibile da Bogotà, foss’anche come
ambasciatore a Pechino. La crisi sulla presunta presenza di santuari delle FARC
in territorio venezuelano (2.200 km di una frontiera porosa e artificiale come
poche) è infatti giunta in un momento nel quale Santos (e da Caracas Chávez)
compivano il massimo sforzo per ripartire da zero con migliori relazioni. </P>
<P>Da un lato la nomina come ministro degli esteri di María Ángela Holguín,
ex-uribista ed ex-ambasciatrice prima a Caracas e poi presso l’ONU, poi
allontanatasi da questo denunciandone le clientele, dall’altro l’intimare alle
FARC da parte di Chávez di deporre le armi e l’annuncio di voler essere presente
al passaggio di potere, testimoniavano un atteggiamento positivo. </P>
<P>Va ricordato che chi ha ben più da perdere dalle cattive relazioni tra Bogotà
e Caracas è la prima che altrimenti vanterebbe un surplus commerciale di oltre
cinque miliardi di dollari l’anno (circa 7 miliardi di export contro meno di 2
miliardi di import di prodotti venezuelani). È un prezzo, quello del bellicismo
regionale indotto da Washington in epoca Bush e per nulla rettificato da Barack
Obama, che viene pagato soprattutto da quel 46% di colombiani poveri nel paese
col maggior tasso di lavoro informale del continente, altra eredità (economica)
nera dell’uribismo. </P>
<P>Mentre per il Venezuela, che ha peraltro altri gravi problemi a partire
dall’inflazione, è stato facile rivolgersi al Brasile e all’Argentina come
fornitori degli stessi prodotti colombiani, per Santos la sfida non è più la
guerriglia ma una crescita economica ben al di sotto delle <A
href="http://www.gennarocarotenuto.it/13410-america-latina-la-crisi-non-abita-qui/">medie
continentali</A> (ma superiore al Venezuela troppo dipendente dal petrolio) per
la quale il mercato venezuelano vale circa 1.5 punti di PIL all’anno.</P>
<P>L’ultima giocata di Uribe per condizionare in negativo la politica
internazionale del suo successore è stata così fotografata (e stigmatizzata) dal
brasiliano Lula che ne ha a lungo discusso in sede UNASUR (l’organismo che
oramai sostituisce l’OSA per i conflitti intra-latinoamericani escludendo così
gli Stati Uniti): “è proprio strano che tale scoperta si faccia pochi giorni
prima del passaggio di potere, proprio quando il nuovo presidente mostrava buona
predisposizione a raggiungere la pace. Andava tutto bene fino a che Uribe non ha
presentato la denuncia”.</P>
<P>I motivi internazionali (l’eco statunitense anti-integrazionista è ovvio per
Uribe) si accavallano così a temi di carattere interno colombiano. Il timore è
che per Uribe il restare al centro della scena nazionale sia una scelta
obbligata proprio per evitare di finire, una volta perso il potere, nel circuito
giudiziario per i suoi innumerevoli crimini come accaduto a molti Ras del
neoliberismo realizzato in America latina, da Alberto Fujimori a Carlos Menem.
Anche la stampa colombiana, quella che sponsorizza Santos come in passato ha
tirato la volata ad Uribe, ma che alla potentissima famiglia Santos fa
riferimento, è quindi convinta che esista oramai una distanza siderale e una
competizione tra i due e oramai differenzia senza pietà i due ex-sodali
scaricando l’ormai ex-presidente. </P>
<P>Su “Semana”, settimanale di proprietà della famiglia Santos, si è denunciato
a chiare lettere che Uribe avrebbe dedicato le ultime settimane del suo mandato
“a raschiare il fondo del barile compromettendo le finanze colombiane per i
prossimi vent’anni”. Appalti, privatizzazioni dell’ultima ora, prebende, nomine
di amici, sarebbero state la principale preoccupazione delle ultime ore di Uribe
come presidente.</P>
<P>E non meno a chiare lettere si ritorna ad affermare quello che per otto anni
era stato messo sotto silenzio: il passato di Álvaro Uribe come narcotrafficante
legato al Cartello di Medellin. Non pagherà Uribe (almeno non subito) per i
falsi positivi, le migliaia di cittadini innocenti assassinati per farli passare
come guerriglieri, né pagherà per la fossa comune de La Macarena, una delle più
grandi scoperte al mondo dopo la seconda guerra mondiale, dove l’esercito
colombiano ha abbandonato per anni le vittime delle sue violazioni di diritti
umani. Ma chissà che una volta perso il potere non venga processato per crimini
comuni, come un Al Capone qualsiasi.</P>
<P> </P>
<P class=postAuthorLink><STRONG>Gennaro
Carotenuto</STRONG>
<FONT size=2>su </FONT><A href="http://www.gennarocarotenuto.it"><FONT
size=2>http://www.gennarocarotenuto.it</FONT></A> </P>
<DIV style="DISPLAY: inline; VISIBILITY: hidden" id=avg_ls_inline_popup></DIV>
<STYLE type=text/css>#avg_ls_inline_popup {
        Z-INDEX: 9999; POSITION: absolute; TEXT-ALIGN: left; PADDING-BOTTOM: 0px; LINE-HEIGHT: 13px; MARGIN-TOP: 0px; PADDING-LEFT: 0px; WIDTH: 240px; PADDING-RIGHT: 0px; WORD-WRAP: break-word; COLOR: black; MARGIN-LEFT: 0px; FONT-SIZE: 10px; OVERFLOW: hidden; PADDING-TOP: 0px
}
</STYLE>
<P></P></BODY></HTML>